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Rai TRE - concerto per la SLA
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ORDINE DEL GIORNO della seduta n. 342 di
Mercoledì 23 giugno 2010
INTERROGAZIONI A RISPOSTA
IMMEDIATA
CASINI, VIETTI, BINETTI, NUNZIO FRANCESCO
TESTA, DRAGO, DE POLI, NARO, VOLONTÈ, CICCANTI, COMPAGNON, RAO, DELFINO,
LIBÈ, GALLETTI, OCCHIUTO e MEREU.
Al Ministro della salute. - Per sapere -
premesso che:nel corso della manifestazione con cui si è celebrata il 21
giugno 2009 la Giornata mondiale per la sclerosi laterale amiotrofica (sla),
la comunità delle persone colpite da sclerosi laterale amiotrofica e dei
loro familiari ha duramente contestato la mancata approvazione e conseguente
entrata in vigore, con relativo finanziamento, del decreto del Presidente
dei Consiglio dei ministri riguardante i nuovi livelli essenziali di
assistenza; si tratta di un provvedimento atteso da tre anni, in grado di
fornire le prime risposte efficaci sull'attuazione di percorsi di continuità
assistenziale ospedaleterritorio e di assistenza domiciliare ad alta
complessità, uniformi ed omogenei su tutto il territorio nazionale, al
contrario di quanto accade og gi parimenti importante ed ineludibile è
l'entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario delle protesi e degli
ausili, atti a supportare la persona con disabilità nel cercare di favorirne
la massima autonomia funzionale ed una migliore qualità di vita; si tratta
di un provvedimento non più rinviabile, atteso con fin troppa pazienza e
fiducia dalle persone portatrici di sclerosi laterale amiotrofica e dai loro
familiari, che non vedono nelle istituzioni quella attenzione e quella
sensibilità necessaria ad assicurare il rispetto del diritto
costituzionalmente garantito ad un assistenza dovuta e degna di tale nome;
la civiltà di un Paese si misura anche dal grado di attenzione e di sostegno
riservato alla vita e dal modo con il quale si mettono i propri cittadini
nella condizione di vivere con dignità anche l'esperienza della malattia, e
non solo dall'impegno per il rispetto dell'equilibrio dei conti pubblici -:
se non ritenga di assumere le iniziative di competenza finalizzate
all'adozione, senza ulteriori ritardi, del citato decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri riguardante i livelli essenziali di assistenza e del
nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili con il relativo
finanziamento. (3-01136) (22 giugno 2010) PIER FERDINANDO CASINI: Signor
Presidente, Ministro Fazio, non parlo in questo momento come capogruppo
dell'Unione di Centro, parlo come cittadino e presto la mia voce a quanti ho
visto lunedì mattina in questa piazza, malati di SLA e altri gravemente
affetti da forme che non consentono alcuna forma di autosufficienza fisica,
che hanno urlato la loro indignazione davanti a questo Palazzo. Non si
rivolgevano a una parte di noi, si rivolgevano alla politica, al loro paese,
al nostro Stato. Si rivolgevano a noi, chiedendo attenzione. Do e presto a
loro la mia voce. Chiedono una cosa immediata su cui noi chiediamo a lei una
risposta, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri riguardante i
nuovi livelli essenziali di assistenza. Chiedono di non essere soli davanti
a una terribile e non conosciuta malattia. FERRUCCIO FAZIO, Ministro della
salute:Signor Presidente, onorevole Casini, segnalo in via preliminare che
lo schema di revisione dei livelli essenziali di assistenza contiene
numerose disposizioni, la cui portata innovativa potrebbe comportare un
significativo miglioramento del livello di tutela sanitaria garantita dal
Servizio sanitario nazionale anche alle persone affette da sclerosi laterale
amiotrofica, pur essendo gli ambiti di impatto più significativi quello
dell'assistenza domiciliare integrata, l'assistenza residenziale alle
persone non autosufficienti, la fornitura di protesi e ausili per disabili.
Quanto all'iter di approvazione dello schema di
D.P.C.M. credo sia opportuno ricordare che, a seguito dei rilievi della
Corte dei conti sul precedente testo licenziato nell'aprile 2008 dal
precedente Governo pro tempore, il provvedimento è stato ritirato da parte
del Ministero del welfare. A questa è seguita un'ulteriore fase di
approfondimento degli aspetti relativi all'impatto economico-finanziario del
provvedimento, al fine di garantire coerenza con la nuova cornice
finanziaria di riferimento definita dal Patto della salute siglato dal
Governo e dalle regioni il 3 dicembre 2009 e, successivamente, con le
disposizioni contenute nella legge finanziaria per l'anno 2010. Tutti questi
approfondimenti hanno condotto alla stesura di un testo condiviso in sede
tecnico- politica con le regioni e, come da me già comunicato a seguito di
precedente interrogazione parlamentare, successivamente inviato nel mese di
febbraio scorso al Ministero dell'economia e delle finanze per il concerto
tecnico. Colgo l'occasione per anticipare alcuni punti di particolare
rilievo del provvedimento. Quanto all'assistenza domiciliare lo schema di
D.P.C.M. descrive le cure domiciliari da assicurare alle persone non
autosufficienti, prevedendo una diversa complessità e intensità della
risposta assistenziale in relazione alle specifiche necessità correlate allo
stato di avanzamento della malattia in questione. Per quanto attiene alla
assistenza residenziale e ospedaliera, si prevede che le cure siano
articolate in ambito residenziale su diversi livelli di intensità e
complessità in relazione alle condizioni cliniche degli assistiti. La
massima intensità assistenziale è garantita alle persone con patologie non
acute, incluse le condizioni di responsabilità minimale e le gravi patologie
neurologiche caratterizzate da complessità e instabilità clinica e
gravissima disabilità che richiedono supporto alle funzioni vitali. Infine,
per quanto attiene alle protesi, lo schema introduce numerose novità
nell'elenco delle protesi e degli ausili garantiti ai disabili. Tra queste
vi sono in particolare gli ausili di comunicazione interpersonale di vario
genere. Da ultimo ricordo che in via anticipatoria rispetto all'approvazione
del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui cosiddetti LEA
sono stati destinati 10 milioni di euro nel biennio 2008-2009 e 20 milioni
di euro nel 2010 per il finanziamento nell'ambito degli obiettivi di piano
di programmi speciali regionali che prevedono l'acquisto e la fornitura di
comunicatori alle persone con gravi patologie neurologiche progressive. PIER
FERDINANDO CASINI: La ringrazio, signor Presidente. Signor Ministro, mentre
lei parlava mi chiedevo cosa penseranno quei malati di SLA che ci stanno
ascoltando e che abbiamo incontrato lunedì mattina, cosa penserà Mario
Melazzini, presidente dell'Associazione italiana SLA, che con tanto, diciamo
così, equilibrio - vorrei usare questa parola, perché avere equilibrio in
certe condizioni non è facile - ci è venuto a spiegare quello che lei con
onestà ha detto, dimostrando però anche palesemente una sua impotenza.
Lei ci ha detto che ha parlato con le
associazioni, che c'è un decreto che ha esaminato, e noi sappiamo che ha
svolto un buon lavoro, glielo vogliamo dire: siamo all'opposizione ma non ci
importa nulla dei vecchi schemi di maggioranza e opposizione, siamo
all'opposizione ma le diamo atto di aver svolto un buon lavoro; però il
punto debole di tutto il ragionamento è che lei ha inviato questo schema di
decreto al Ministero dell'economia e lì è rimasto perché sono passati due
anni. Allora, non possiamo più trincerarci con un linguaggio burocratico
davanti a ciò che questo decreto prevede, e sappiamo tutti che prevede le
cose giuste, occorre una comune iniziativa politica. Pertanto, chiediamo a
lei, Ministro, che conosce questi problemi, di dare una sveglia al Ministro
dell'economia perché noi non possiamo bloccare la possibilità di abolire le
province - cosa che abbiamo fatto ieri nelle votazioni qui alla Camera,
quando si potrebbero risparmiare dei soldi veri - e non dare risposte a
questi malati che sono in condizione di disperazione, e soprattutto ai loro
familiari che sono costretti a lasciare il lavoro e ad accudirli
ventiquattro ore su ventiquattro, perché non c'è la minima possibilità di
resistere a quella malattia se non si ha un aiuto ventiquattr'ore su
ventiquattro. Colleghi, molte richieste di eutanasia - lo dico per chi crede
ad una cultura della vita - provengono proprio da questi malati e tante
volte scaturiscono dalla disperazione e dall'indifferenza nostra, di tutti
noi, io per primo forse, perché non voglio scagliare su altri questa accusa.
Pertanto, Ministro, in conclusione, lavoriamo insieme, ma insieme diamo un
segnale, sin da questa manovra, ai malati di SLA e a coloro che soffrono di
altre malattie così terribili perché la società, se è progredita, non può
lasciarli soli. fonte: Camera dei Deputati
CONSIGLIO
REGIONALE DELLA SARDEGNA - GRUPPO PARTITO DEMOCRATICO - COMUNICATO
STAMPA
La
civile e sacrosanta denuncia dei malati di Sclerosi Laterale
Amiotrofica, in particolare di Salvatore Usala battagliero
componente della stessa commissione, che lamentano il mancato
seguito al progetto presentato dalla Commissione regionale SLA per
responsabilità proprie dell'Assessorato regionale alla Sanità, è
sostenuta dalla decisa presa di posizione del Consigliere
Regionale del Partito Democratico Marco Espa con una
interrogazione urgente indirizzata al Presidente della Regione e
all'Assessore alla Sanità Liori.
Marco
Espa nel documento che è stato presentato oggi in Consiglio
regionale, dopo aver richiamato il fatto che la Commissione
regionale Sclerosi Laterale Amiotrofica - nominata nel Settembre
del 2009 per definire i protocolli degli assistiti, per fornire
sistemi di comunicazione e presidi appropriati alla gravità dei
disturbi degli assistiti, nonché per definire i programmi di
supporto alle famiglie e fornire consulenza su tematiche etiche e
bioetiche - nei primi mesi del 2010 ha predisposto, consegnato e
illustrato all'Assessore regionale alla Sanità il documento finale
assistenziale oltre alle linee guida del registro epidemiologico,
evidenzia che nessuna iniziativa è stata adottata dalla Giunta
regionale per dar corso alle indicazioni contenute nel progetto.
Dopo il fallimento delle politiche del Governo nazionale che
avevano costretto Usala e altri quattro malati di SLA allo
sciopero della fame, la Sardegna non può attendere oltre: a
giudizio del Consigliere regionale del PD, va garantita ai malati
di SLA e alle loro famiglie il diritto a vedersi assicurato il
massimo benessere psicofisico e sociale durante tutto il percorso
evolutivo della malattia. Pertanto la richiesta di Espa non può
che essere ferma: conoscere quali sono i tempi di valutazione del
progetto da parte della Giunta anche perchè si prevede che la
spesa per il progetto definito dalla Commissione pur prevedendo
degli incrementi è abbondantemente compensata dalla prevedibile
drastica riduzione delle ospedalizzazioni.
CONSIGLIO
REGIONALE DELLA SARDEGNA
QUATTORDICESIMA
LEGISLATURA -
INTERROGAZIONE URGENTE Marco Espa, con richiesta di risposta
scritta, sulla mancata attuazione del progetto elaborato dalla
Commissione Regionale Sclerosi Laterale Amiotrofica .
Il sottoscritto, Premesso che
La Regione Sardegna, con Decreto Assessoriale n° 42 del 20
Settembre 2009, ha istituito la Commissione Regionale Sclerosi
Laterale Amiotrofica che resterà in carica cinque anni e si
occuperà di definire i protocolli degli assistiti, di realizzare
un registro regionale della patologia, di fornire sistemi di
comunicazione e presidi appropriati alla gravità dei disturbi
degli assistiti, definire gli indirizzi applicativi delle norme
vigenti per il riconoscimento dello stato di invalidità e
handicap, creare una rete di tutela dei pazienti e delle famiglie,
definire programmi di supporto alle famiglie e fornire consulenza
su tematiche etiche e bioetiche.
Nel gennaio 2010
il lavoro della Commissione ha portato alla predisposizione di un
documento ufficiale contenente le linee d'indirizzo in materia di
cura e assistenza alle persone con SLA per assicurare il massimo
benessere psicofisico e sociale al paziente ed alla sua famiglia,
durante tutto il percorso evolutivo della malattia; indicando i
percorsi ottimali di cura ed assistenza, in un'ottica di presa in
carico globale e continua dei bisogni della persona e della
famiglia.
Il presidente
Dott. Vincenzo Mascia il 29 gennaio 2010 ha consegnato e
illustrato all'Assessore regionale Assessore dell'Igiene e Sanità
e Assistenza Sociale il documento finale assistenziale, oltre alla
linee guida del registro epidemiologico;
Avendo
appreso che I malati di SLA hanno diffuso un comunicato stampa
con il quale denunciano il fatto che la Regione, dopo aver
ricevuto la documentazione per poterne valutare la compatibilità
finanziaria, non ha però dato seguito al progetto presentato dalla
Commissione regionale SLA, né ha adottato alcuna iniziativa in tal
senso. Chiede di interrogare il Presidente della Giunta
Regionale e l'Assessore regionale Assessore dell'Igiene e Sanità e
Assistenza Sociale per sapere: Quando il progetto elaborato dalla
Commissione regionale SLA verrà sottoposto alla Giunta per le
necessarie valutazioni e per l'approvazione; Se non ritenga
superabile il problema della la compatibilità finanziaria,
considerato che la proposta transitoria non comporta aggravi e
l'incremento dei costi del 25% a regime può essere abbondantemente
compensato dalla prevedibile drastica riduzione delle
ospedalizzazioni.
On. Marco
Espa
Cagliari, 12
giugno 2010 - Consiglio Regionale della Sardegna
SLA
LEONI
Raduno di familiari e malati
di sclerosi laterale amiotrofica
Firenze 12-13 Mar 2010
promo
IL CORPO
INDOCILE Autodeterminazione nelle scelte della vita e del fine vita
INTERVENGONO:
Monica Lanfranco Direttrice Rivista MAREA - Erminia Emprin Gilardini
Forum delle Donne Prc
Simona Lobina
Consigliera Prc - Provincia Medio Campidano - Salvatore Usala
Commissione Regionale SLA - Paolo Castaldi Medico Rianimatore
Laura Pisano
Presidentessa Associazione “L’altra Cicogna” - Luisa Marilotti
Consigliera Regionale Pari Opportunità
Tiziana Molinu
Commissione Pari Opportunità PD - Provincia di Cagliari
Sabato 6 marzo
2010 - ore 16.00 Presso la Sala “Cosseddu” Casa dello Studente, via Trentino
– Cagliari
Presentazione RIVISTA MAREA - relatore Salvatore Usala
VIDEO DI SALVATORE USALA
VERSIONE IN INGLESE A CURA
DELLA RESMED
INTERVISTA A SALVATORE USALA
Oggi molti malati di SLA, per non pesare sulle
proprie famiglie, si lasciano morire'. La denuncia arriva dall'associazione
Viva la Vita Onlus attiva dal 2004 in Italia per migliorare le
condizioni di vita dei malati gravi e delle loro famiglie. 'Noi amiamo la
vita, ma non a tutti i costi. Non possiamo trascinare nel baratro i nostri
cari' commenta dalla Sardegna Salvatore Usala, malato di SLA impegnato nella
battaglia per dare un'assistenza dignitosa in Italia alle quattromila
persone affette da questa malattia degenerativa.
Intervista a Salvatore Usala su radio vaticana
SLA -
ULTIMA ORA: A OTTO GIORNI DALLA LETTERA AL MINISTRO FAZIO
SI
PROFILANO NUOVE CLAMOROSE INIZIATIVE DI LOTTA
A otto giorni dalla lettera
inviata al Ministro della Sanità Fazio, Salvatore Usala, a nome di un
numeroso gruppo di ammalati di SLA e loro familiari, sollecita una pronta
risposta alle questioni sollevate, annunciando imminenti e clamorose
iniziative di lotta. Questo il testo della nuova lettera:
Buongiorno gentile Segreteria,
Buongiorno gentile dott.ssa Basilico,
Faccio presente che è passata una settimana ed ancora tutto tace, visti i
precedenti documentati dal video della consulta del 12 novembre 2009 ho
chiesto la conferma della ricezione della lettera da parte del professore
considerato che nel video diceva che non sapeva nulla.
Forse non avete capito bene la situazione, ho chiesto una risposta ad un
invito del Ministro per un incontro, se siete una segreteria efficiente
dovreste almeno dirmi che il professore mi risponderà entro tot giorni o non
ha la minima intenzione.
Io non amo minacciare, vivo di certezze, volete che proclami un'altro
sciopero della fame con 200 malati o volete che venga al ministero con uno
stuolo di giornalisti e telecamere perchè la segreteria ed il ministro non
comunicano?
Forse non avete capito che noi malati SLA siamo stanchi e non abbiamo tempo
da perdere, se preferite azioni eclatanti e anche pericolose per la nostra
vita vi accontentiamo, preferiremo un rilassato dialogo civile ma se questo
non sarà possibile non è una scelta nostra.
Vi chiedo cortesemente di informare il Ministro e dirmi quando mi
risponderà.
Cordiali saluti
Salvatore Usala
SLa, il ministro risponde e la
protesta si ferma
La risposta del ministro
della Salute, Ferruccio Fazio, è stata valutata e ritenuta «soddisfacente».
Così, tre giorni dopo l'avvio dello sciopero della fame, il monserratino
Salvatore Usala e altri sessanta malati di Sla (la sclerosi laterale
amiotrofica) hanno deciso di interrompere la protesta in attesa che
l'intervento promesso dal rappresentante del Governo venga messo in atto.
Già ieri in serata si attendevano riscontri da Roma. Usala e i suoi compagni
si lamentavano di un'assistenza domiciliare e fondi per le tecnologie di
supporto alla malattia ritenuti del tutto insufficienti. Le tante richieste
portate all'attenzione dei politici nazionali avevano ricevuto, a loro dire,
risposte inadeguate: da qui il nuovo sciopero della fame, cominciato lunedì
scorso, che seguiva quello messo in atto circa due mesi fa.
Mercoledì sera infine il ministro Fazio ha risposto all'appello dando
mandato alla Direzione ministeriale di inserire «una previsione di risorse
pari a venti milioni di euro finalizzata all'integrazione socio-sanitaria
domiciliare a favore dei pazienti portatori di Sla» e venendo così incontro
ai malati.Usala, letta la risposta, ora sottolinea che lui e «250 tra malati
e famigliari» hanno «preso atto dell'apertura: noi siamo per il dialogo
costruttivo. Attendiamo comunque con attenzione il Consiglio dei ministri di
oggi ( ieri ), dove speriamo si pongano in rilievo i nostri problemi.
Siamo soddisfatti per il riconoscimento del Ministro, riteniamo positiva la
calendarizzazione degli impegni e per questi motivi sospendiamo ogni tipo di
protesta annunciata ma rimaniamo pronti e vigili all'evolversi della
concertazione aperta».
Lo sciopero è sospeso, dunque, ma «solo per il momento. Si tratta solo di un
primo successo. Ancora non si festeggia nulla di concreto ma si apre un
canale che si spera costruttivo». (s se.)
L'unione sarda Giovedì
18 dicembre 2009
Forse la protesta sarà interrotta Sla, sciopero della fame: il ministro
scrive a Usala
Parli e agisca», aveva
scritto Salvatore Usala al ministro della Salute, e Ferruccio Fazio ha
risposto all'appello del malato di Sla monserratino. Sarà presto interrotto
lo sciopero della fame iniziato lunedì da Usala e da altri sessanta malati
di Sclerosi laterale amiotrofica, la patologia che paralizza tutti i
muscoli.
Stanchi di non avere risposte sull'assistenza domiciliare (insufficiente) e
sui fondi per le tecnologie (tra cui il computer che traduce in linguaggio
il movimento degli occhi del paziente paralizzato), i malati di Sla
coordinati da Usala avevano smesso di mangiare. Ora, dopo la risposta
inviata dal ministro Fazio, lo stesso Usala propone ai compagni di lotta la
sospensione della protesta. «Niente ci verrà regalato», premette, «saremo
pronti a rilanciare iniziative, ma dobbiamo accettare le regole del
confronto».
Usala allude al confronto al quale sembra non volersi sottrarre il ministro
della Salute, il quale gli ha scritto una lunga lettera. Il punto più
importante è la disposizione, data dallo stesso Fazio alla Direzione
ministeriale, di inserire di nuovo «una previsione di risorse pari a venti
milioni di euro finalizzata all'integrazione socio-sanitaria domiciliare a
favore dei pazienti portatori di Sla e di altre gravissime malattie
neuromuscolari».
Il ministro si dice poi disponibile a un incontro, ma chiede a Usala di
accettare di far parte della Consulta delle gravi malattie neuromuscolari,
«che fa da raccordo tra le istituzioni, i pazienti, i loro familiari, gli
operatori sanitari e i ricercatori». Fazio sta preparando un accordo tra
Stato e Regioni relativo ai Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Usala apprezza, ma senza entusiasmarsi: «Abbiamo ottenuto un riconoscimento
politico, ma ora valuteremo l'attendibilità di quanto ci è stato detto». LUIGI ALMIENTO L'unione sarda Giovedì
17 dicembre 2009
COMUNICATO STAMPA
Monserrato, 17/12/2009
L'AVVIO DI UN DIALOGO CON IL GOVERNO
SOSPENDE LO SCIOPERO DELLA FAME DEI MALATI DI SLA La risposta del neo Ministro Fazio a Salvatore Usala apre una speranza a
5000 famiglie italiane.
È trascorso più di un mese da quando Salvatore Usala e altri tre malati di
SLA in stadio avanzato hanno interrotto lo sciopero della fame che avevano
intrapreso per protestare contro le carenze nell'assistenza per chi è
colpito dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Alla mezzanotte del 14 dicembre la protesta è ripresa coinvolgendo questa
volta 250 persone, tra cui 60 malati e circa 200 familiari e amici che
vivono accanto ai loro cari tutte le difficoltà della vita quotidiana. In
quasi tutto il Paese, da nord a sud indistintamente, le famiglie sono
lasciate sole e abbandonate con carichi assistenziali impossibili,
costringendo quasi sempre un congiunto a sacrificare la propria vita, a
lasciare il proprio lavoro per assistere il proprio caro, ad indebitarsi per
fare fronte alla malattia, sostenendo turni di assistenza impossibili di 24
ore su 24, 7 giorni su 7 poiché gli aiuti delle istituzioni sono quasi del
tutto assenti. Da qui nasce la protesta.
Salvatore Usala ha nuovamente sollecitato il Ministro alla Salute Ferruccio
Fazio con una lettera aperta - scritta il 5 dicembre scorso - in cui si
ribadiscono le prioritarie istanze della comunità dei malati: l'approvazione
del LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, in cui si elevano gli standard
minimi assistenziali e si introducono i sistemi per comunicare ad alto
contenuto tecnologico, e un aiuto economico alle famiglie con il quale
assumere badanti esperti e formati alla gestione di un malato complesso come
quello di SLA.
La tanto attesa risposta di Fazio giunge durante il primo giorno dello
sciopero, il 15 dicembre, ed apre un dialogo che la comunità dei malati di
SLA spera getti le basi per un confronto costruttivo.
«In merito al tema dell'approvazione dei LEA - dichiara il Ministro Fazio in
una lettera indirizzata ad Usala -, le confermo che lo schema formale del
relativo provvedimento, comprensivo dell'espressa previsione relativa alla
fornitura dei comunicatori, è stato predisposto. Si è atteso ancora
nell'inviarlo alla Conferenza Stato Regioni in quanto si è ritenuto,
concordemente con il Ministro Sacconi, di completare tutto l'attuale ciclo
di programmazione economico finanziaria concertata con le Regioni e con il
Ministero dell'Economia e delle Finanze. Tale ciclo si completerà con
l'intesa per il riparto delle risorse per il SSN per l'anno 2010, prevista
in una delle prossime sedute della Conferenza Stato Regioni. Circa il
finanziamento per la formazione ed il contributo economico per il badantato,
esula ormai dalla competenza del Ministero della Salute e rientra, invece,
tra le competenze del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle
Regioni. In ogni caso per favorire tale integrazione, nella proposta
dell'utilizzo delle risorse per gli obiettivi di Piano 2010, che entro
febbraio 2010 conto di portare in Conferenza Stato Regioni, ho dato
indicazione alla Direzione competente di inserire di nuovo una previsione di
risorse finalizzate all'integrazione socio-sanitaria in ambito domiciliare a
favore dei pazienti portatori di SLA e di altre gravissime malattie
neuromuscolari, per un importo di 20 milioni di euro. Chiederemo che tale
importo sia da considerarsi quale cofinanziamento di corrispondenti
iniziative alimentate dal Fondo per la non autosufficienza, in modo da
orientarne l'utilizzo in questo settore.»
«Con i 250 malati e famigliari
abbiamo preso atto dell'apertura di Fazio. - Commenta Salvatore Usala - Noi
siamo per il dialogo costruttivo, attendiamo comunque con attenzione il
Consiglio dei Ministri di oggi dove speriamo si pongano in rilievo i nostri
problemi. Siamo soddisfatti per il riconoscimento del Ministro, riteniamo
positiva la calendarizzazione degli impegni e per questi motivi sospendiamo
ogni tipo di protesta annunciata ma rimaniamo pronti e vigili all'evolversi
della concertazione aperta.»
Per il momento quindi lo sciopero è sospeso, in attesa del Consiglio dei
Ministri in cui saranno sollecitate le istanze dei malati di SLA. Si tratta
di un primo successo, ancora non si festeggia nulla di concreto ma si apre
un canale che si spera costruttivo.
Commenta Mauro Pichezzi, presidente dell'associazione Viva la Vita Onlus
(www.wlavita.org) e portavoce dei malati in questa protesta: «Dobbiamo
garantire un'assistenza adeguata a tutti i malati di SLA in Italia e
dobbiamo farlo ora. L'attenzione del Governo e delle Regioni può aiutare
rapidamente le famiglie a sostenere il peso della SLA. Ma oltre all'impegno
e alla disponibilità occorrono risorse mirate. Ci rivolgiamo in particolare
al Ministro Tremonti: le risorse impiegate nel socio-sanitario non sono una
spesa ma un investimento.»
Salvatore Usala -
Commissione
regionale SLA Sardegna -
Via Nerva 20, 09042
Monserrato CA
usala@tiscali.it
Lettera del Ministro Ferruccio Fazio a Salvatore Usala
-
Comunicato
stampa
di Salvatore Usala
Servizio TG3 RAI
a cura di Giuseppina
Testoni
SPECIALE SARDEGNA NEWS Cinquestelle
SLA
Progionieri del
proprio corpo
a cura di Daniela Astara
immagini Paolo Desini
- montaggio Giovanni Deiana
Il governo dimentica i malati di Sla
Loro fanno lo sciopero della fame
Malati, inchiodati al letto da una
malattiafinora inguaribile: la Sla. Il governo ha promesso di sostenerli, ma
non manda nemmeno i lettori ottici, indispensabili per farli parlare. E loro
da oggi smettono di mangiare.
Ancora una
protesta. In nome di un diritto negato, quello di avere un’assistenza
sanitaria degna di questa nome per i malati di sclerosi laterale amiotrofica.
Questa volta sono in duecentotrentasei e cinquanta di loro da domani
inizieranno lo sciopero della fame totale o parziale. Hanno risposto in
massa da tutta Italia al nuovo appello lanciato da Salvatore Usala, malato
di sla di Monserrato (paese alle porte di Cagliari) a cui non piacciono le
belle parole che rimangono sulla carta: quelle, in particolare, del
viceministro Ferruccio Fazio (“neo promosso” ministro della Salute) che
aveva promesso molto ai malati di sla ma che niente fino ad oggi ha
mantenuto insieme al suo governo “del fare”. Per spiegare meglio la vicenda
occorre fare un passo indietro: era il 6 novembre quando Usala, Giorgio
Pinna, Mauro Serra e Claudio Sabelli - malati di sla - decidono di smettere
di mangiare e bere per costringere il governo ad occuparsi di loro. Il 12
novembre Fazio si impegna a firmare i livelli essenziali di assistenza (Lea)
entro il 17 e a «concertare una più appropriata azione di Governo con i
ministri Sacconi e Tremonti». Dalle parole si passa al silenzio totale. Dopo
quasi un mese di attesa, Usala dice basta, perché «le bugie hanno le gambe
corte». Raccoglie duecentotrentasei adesioni tra malati e familiari per
ribadire che a lui e agli altri non piace essere presi in giro dal
«viceministro Pinocchio. Sino ad oggi - dice - non sono stati neanche
firmati i livelli minimi di assistenza. Erano già stati, discussi, approvati
e pure finanziati dal governo Prodi, si trattava di renderli operativi
deliberando nella conferenza Stato-Regioni ma il governo tiene tutto in
naftalina da un anno. Mancano, poi, tutti gli strumenti tecnologici, in
particolare il comunicatore oculare (vitale per chi è imprigionato in un
corpo che non risponde più ndr) consegnato solo a 400 malati a fronte
di un fabbisogno di 2500». E«il decreto per consentire la bronco aspirazione
a personale non sanitario è chiuso in un cassetto». Il 5 dicembre Usala ha
inviato una nuova lettera aa Fazio. Sperando in un regalo per Natale.
Francesca Ortalli - L'Unità 14 dicembre 2009
TG3 RAI
MonserratoDa lunedì lo
sciopero della fame
Malati di Sla: a digiuno per avere l'assistenza
I
malati di Sla sono pronti a riprendere lo sciopero della fame. Contro lo
Stato che non fornisce l'adeguata assistenza. E neppure i mezzi
tecnologici per aiutare a combattere questa malattia che piano piano
arriva a paralizzare tutti i muscoli. Neanche i computer in grado di
tradurre in linguaggio i movimenti degli occhi dei malati ormai
costretti a letto.
Lo annunciano Salvatore Usala (di Monserrato), Giorgio Pinna (Siliqua),
Mauro Serra (Quartucciu) e Claudio Sabelli (di Roma). Sono proprio i
quattro moschettieri che lo scorso 4 novembre cominciarono la protesta a
livello nazionale, interrotta soltanto dopo le promesse del vice
ministro Fazio di ratificare a breve uno strumento di legge, i
cosiddetti livelli essenziali di assistenza , in grado di
stabilire con chiarezza le necessità dei malati di Sla in base al
progredire della malattia.
«Abbiamo aspettato invano sino a questo momento spiega Salvatore Usala -
se non avremo risposte concrete entro il 12 dicembre, a partire da
lunedì ricominceremo lo sciopero della fame. Stavolta alla protesta
hanno aderito 200 persone in tutta Italia, 50 dei quali malati di Sla.
Non abbiamo niente da perdere, non abbiamo più tempo da aspettare:
stavolta non ci accontenteremo di semplici promesse».
Da tempo i malati di Sla attendono che venga rivisto il tariffario delle
protesi e degli ausili a loro necessari per migliorare la qualità della
vita, fermo da dieci anni. Ma altrettanto importante è la ratifica del
sostegno economico per le famiglie: ci sono fondi statali per
l'assistenza di chi non è autosufficiente bloccati e che invece
garantirebbero la presenza di badanti anche per la notte. «Oggi a noi
pensano solo le nostre famiglie», conclude Usala.
SANITA’: 50 MALATI DI SLA PRONTI A RIPRENDERE
LO SCIOPERO DELLA FAME.
Continua la protesta iniziata più di un mese fa
da Usala, Pinna, Serra e Sabelli.
Il 4 novembre
Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e Claudio
Sabelli hanno iniziato lo sciopero della fame per protestare contro le
mancate risposte del Ministero della Salute alle istanze e proposte concrete
della comunità dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Oggi la
protesta si estende ad oltre 50 malati e
150 familiari. È una vera e propria emergenza sociale. Le famiglie sono
quasi sempre lasciate sole ad affrontare una condizione che le costringe a
dare fondo alle proprie risorse, sia fisiche che economiche, per
fronteggiare le mancanze del Servizio Sanitario Nazionale e dei Servizi
Sociali. Il 12 novembre l'incontro con il Vice Ministro Fazio e la promessa
di ratificare - entro cinque giorni - i Livelli Essenziali di Assistenza,
oltre all'impegno di concertare la più appropriata azione di Governo con i
ministri Sacconi e Tremonti. «Le istanze rappresentate al Ministero del
Welfare non hanno avuto alcuna risposta concreta. Far passare un mese in un
assordante silenzio significa lasciare nell'incertezza e nella disperazione
migliaia di famiglie» dichiara Mauro Pichezzi, presidente di Viva la Vita
Onlus.
Alle sue parole seguono quelle di Salvatore
Usala, il malato di SLA in stadio avanzato di Monserrato (CA) che ha
promosso l'iniziativa: «Noi non abbiamo paura, niente più ci spaventa, men
che meno la morte. Ci vogliono risposte immediate, può darsi che passeremmo
un pessimo
Natale ma un Governo degno di questo nome deve
ascoltare i bisogni ed agire. - Ed ancora - Hanno aderito alla protesta
oltre 200 persone da tutta Italia, tra cui 50 malati di SLA, e sono pronti
ad affiancarmi finché non ci sarà una risposta concreta: non ci
accontenteremo più di facili
promesse.»
Le istanze:
Approvazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e del Nomenclatore
tariffario delle protesi e degli ausili, fermi da più di un anno in attesa
di ratifica. Sostegno economico alle famiglie opportunamente rendicontato, a
partire dai 400 milioni di euro del fondo per la non autosufficienza, che
consenta loro di essere aiutate nell'assistenza quotidiana da badantato
esperto. L'approvazione del decreto sulla broncoaspirazione - fermo da mesi
in Conferenza Stato Regioni - che dà la possibilità di estendere
l'assistenza ai malati complessi anche al personale non sanitario
debitamente formato. L'estensione a tutto il Paese del protocollo
assistenziale di presa in carico del malato in sperimentazione nel Lazio ed
in via di ratifica in Sardegna.
La protesta:
«Non chiediamo nulla di impraticabile, solo le cose essenziali senza le
quali la vita non ha senso. Siamo determinati e decisi a tutto, anche alla
morte, pur di vivere con dignità. Aspetteremo sino al 12 dicembre la
concretizzazione dei provvedimenti richiesti e dal 14 dicembre inizieremo lo sciopero della fame ed ogni altra
forma di protesta. Noi non abbiamo più tempo da aspettare e non abbiamo
nulla da perdere.» Queste le dichiarazioni di Salvatore Usala. Di
fronte al silenzio delle istituzioni, la comunità dei malati di SLA ha
deciso di riprendere la protesta e di continuarla in varie forme con
l'appoggio di centinaia di persone, di associazioni e di esponenti del mondo
politico e culturale. È urgente che il Ministero del Welfare ed il Governo
dia una risposta concreta in tempi rapidissimi.
Salvatore Usala Membro commissione regionale
SLA Sardegna
usala@tiscali.it
( comunicato stampa in pdf )
Lettera
aperta al viceministro
Caro prof. Ferruccio Fazio,
La ringrazio per la tardiva ma cortese risposta del 9 novembre scorso alle
mie varie sollecitazioni, La ringrazio altresì per la convocazione della
consulta ministeriale delle malattie neuromuscolari, per l'impegno a
risolvere i problemi, per il riconoscimento della figura del badantato
formato per l'assistenza alla SLA, per lo stanziamento di 400 milioni per la
non autosufficienza, per l'imminente approvazione dei LEA con relativo
nomenclatore tariffario. Ho seguito con molta attenzione la registrazione
della riunione della consulta ed ho apprezzato il Suo modo di porsi molto
pratico e propositivo, ho notato l’ironia e l’ilarità, ma anche la fermezza
e la convinzione.
Il resto degli interventi prima della sua
presenza mi ha lasciato basito: certi pronunciamenti stucchevoli e di
maniera mi confermano che alcuni esimi componenti della consulta sanno poco
o nulla del dramma della SLA che si vive quotidianamente a casa con i propri
cari. Non si augura a nessuno, ma se avessero qualche familiare malato
cambierebbero toni e reazioni. Purtroppo, come capita troppo spesso, poco di
quello che Lei ha detto, con i relativi impegni, si è sinora concretizzato:
i LEA rimangono un mistero nonostante lei abbia promesso massimo entro il 17
novembre di firmarli; il mio progetto, a detta di molti esperti validissimo
e concreto nonché pratico ed essenziale, è finito nel calderone delle
problematiche filosofiche e scientifiche della consulta. La ringrazio
sentitamente d’altronde per la lettera che il suo Direttore generale alla
Qualità Dott. Palumbo ha inviato a tutte le regioni per richiedere la
relazione sugli interventi effettuati e sui risultati raggiunti con
l'utilizzo dei fondi appositamente vincolati all'acquisto di comunicatori
vocali per la facilitazione della comunicazione nei pazienti con gravi
patologie neuromotorie.
Il fatto, però, di aver garantito il
rifinanziamento annuale di 10 milioni di euro per i comunicatori per
noi malati lascia pensare che questi non sono inclusi nel nuovo ed insperato
Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi, costringendo tutti noi
a strenue lotte con le Regioni affinché utilizzino i fondi per ciò a cui
sono stati destinati, ogni anno. Noi seguiamo da vicino le attività del
Ministero e siamo vigili, insieme ai nostri familiari su qualsiasi segno
venga al nostro indirizzo. Abbiamo contezza precisa dei documenti che la
consulta sta per presentarle e siamo lieti che siano state accolte alcune
istanze che durante l’incontro dei nostri rappresentanti con Lei sono state
presentate con ferma convinzione, in particolare del dott. Mauro Pichezzi,
presidente dell’associazione Viva la Vita che da lungo tempo richiama la Sua
attenzione su strategie efficaci e immediate per l’emergenza cui faccio
riferimento in questa mia.
Lei in passato ha preferito affidarsi alla
logica politica del “mettetevi d’accordo”, ma stavolta il tentativo
di cooptarci dentro un organismo che ha praticamente concluso – sorvolo sul
giudizio di merito -i suoi lavori ci è parso goffo e inopportuno. Il dott.
Pichezzi, nostro diretto rappresentante, ha ben interpretato il suo mandato
e ha risposto con fermezza il suo e il nostro no. Le sue decisioni di
affidare a cotanta consulta l’arduo compito di ripensare i massimi sistemi
del problema delle malattie neuromuscolari oggi si rivelano, soprattutto
agli occhi attenti dei malati e delle loro famiglie, decisioni che col senno
di poi sarebbe stato meglio maturare con più coraggio e maggiore
lungimiranza.
Lei, caro professore, sa bene che in
Conferenza Stato Regioni esamineranno la sostanza esecutiva della
proposta; purtroppo dei trattati scientifici, pur validissimi, resterà
traccia come allegato e solo qualcuno avrà la bontà di leggerli. Sarebbe
stato sufficiente un atto di modestia e al contempo di coraggio: prendere la
mia proposta, integrare qualcosa, se richiesto, ed adottarla con adeguata
copertura finanziaria. Il problema dell’assistenza è un'emergenza nazionale
e va estrapolato dal contesto generale. La sanità non è semplicemente un
costo, ma è un investimento strategico. Noi siamo stanchi, non abbiamo
soltanto esaurito la pazienza, siamo addirittura alla disperazione. Chi di
noi è sopravvissuto alla SLA ha visto passare un altro anno senza che nulla
di significativo sia accaduto, mentre dei signori seduti attorno a un tavolo
decidevano di audire associazioni e specialisti sulle criticità che noi
conosciamo perfettamente e a cui negli anni abbiamo già dato risposta con
modelli efficaci ed efficienti. Perché perdere tutto questo tempo?
Il Ministro Sacconi,
soltanto un anno fa dichiarava: “Abbiamo adottato una manovra di
contenimento della spesa corrente che ha confermato in tutto e per tutto
l’assetto finanziario deciso dal governo precedente per il 2009 e abbiamo
incrementato di quasi 5 miliardi il Fondo sanitario nazionale per i due anni
successivi”. Il 12 novembre scorso abbiamo chiesto risorse e ci è stato
risposto “abbiamo compreso il problema”. Non vorremmo che anno dopo anno si
dichiarassero soltanto buone intenzioni e non se ne vedesse il risultato
concreto. Il nostro rappresentante ha parlato di arginare l’emergenza e poi
con calma di trovare una cura: è stato risposto che non si possono fare
forzature, che non si possono destinare fondi specifici perché questa
risposta svuoterebbe il significato dell’azione complessiva della consulta.
Ancora muoiono molti malati che non fanno la tracheostomia per non pesare
sulla famiglia, l'ultimo di cui ho avuto notizia è stato Mauro Carlini di
Portoferraio, mentre una donna Brindisina ha deciso per la vita dopo che gli
hanno dato un comunicatore. Le ripeto quanto già scritto nella prima
lettera: Lei è corresponsabile delle morti perché non vuole decidere, Lei
come Ministro della nostra Repubblica deve assumersi le Sue responsabilità,
ora, subito. Non c'è più tempo, le calamità vanno affrontate con la dovuta
tempestività. Oltre a ciò non vorremmo che l’azione del Ministero fosse, più
che guidata, deviata da una consulta che opera scelte discutibili e mai
condivise con la comunità dei malati di cui sostiene d’essere
rappresentante. Ecco cosa sta accadendo in questi giorni: ad una situazione
disperata si sta cercando di rispondere con azioni “illuminate” di alcuni
esperti che pretendono, senza mai accettare il confronto, di interpretare il
pensiero di chi soffre, di conoscerne a fondo i bisogni e le reali
condizioni di vita.
Ciò che chiediamo, senza se e senza ma, non
è di certo trascendentale, ma assolutamente vitale per noi e per le
nostre famiglie: 1) Approvazione immediata dei LEA e relativo nomenclatore
tariffario in cui siano inclusi anche i comunicatori ad alta tecnologia. 2)
Approvazione immediata del progetto assistenziale proposto, scorporando il
problema assistenziale dal resto. 3) Sollecitare in Conferenza Stato Regioni
l’approvazione del decreto sulla broncoaspirazione effettuabile anche da
personale non sanitario. 4) Finanziamento adeguato per formazione e
pagamento del badantato partendo dai 400 milioni del fondo della non
autosufficienza. Non chiediamo nulla di impraticabile, solo le cose
essenziali senza le quali la vita non ha senso, siamo determinati e decisi a
tutto, anche alla morte, pur di vivere con dignità. Con molta pacatezza ma
convinta certezza Le dico che aspetteremo sino al 12 dicembre la
concretizzazione dei provvedimenti richiesti dal 14 dicembre inizieremo la
lotta seguente: 1) Circa 100 malati a vari stadi della malattia mi
affiancheranno, avendo essi già dato ampia disponibilità tramite contatti
personali e le associazioni che ci appoggiano; a tutti questi si aggiungono
chiaramente, familiari, vedove e vedovi, orfani, amici, sostenitori. Questi
numeri non potranno che crescere da qui al 12 dicembre. 2) Un certo numero
farà lo sciopero della fame, almeno 60. 3) Gli altri 40 verranno a farle
visita e Lei dovrà confrontarsi con loro. 4) Man mano il numero salirà,
tutti insieme ci faremo ricoverare nelle rianimazioni, creando chiari disagi
e problemi per le emergenze. I responsabili sarete voi. Queste non sono
minacce, sono certezze, chiediamo solo di vivere e sopratutto di liberare i
nostri cari dalla schiavitù. Lei, signor Ministro ha sostenuto di non avere
paura di niente e di nessuno. Noi malati, insieme ai nostri familiari, lo
abbiamo molto apprezzato. Se ora non si mostrerà sensibile e consapevole
della gravità della situazione allora dovrà essere pronto a subire le
conseguenze morali e materiali delle Sue scelte.
Salvatore Usala Membro
commissione regionale SLA Sardegna
Cari
amici,
è giunta l'ora di svegliare dal silenzio assordante il viceministro
Ferruccio Fazio, gli impegni non sono stati mantenuti e noi dobbiamo
ricordargli che le facce di bronzo non ci piacciono. Ho preparato una nuova
lettera, io devo essere solo l'estensore, questa volta non saremo 4 gatti,
dobbiamo essere tanti, ci saranno anche chiaramente tanti familiari e
amici.
La procedura che seguiremo é questa: pubblicazione e diffusione della
lettera aperta, quindi raccolta adesioni.
Le adesioni saranno raccolte con l'invio di una mail al mio indirizzo
riempiendo il post di seguito.
I
dati non saranno resi pubblici. Si raccoglieranno adesioni sino al 4
dicembre.
SLA.
TURCO: SCANDALOSO SILENZIO DI FAZIO, SCIOPERO DELLA FAME
STAFFETTA DI PROTESTA TRA ALCUNI DEPUTATI DEL PD ALLA CAMERA.
(DIRE
- Notiziario Sanita') Roma, 26 nov. - "E' uno scandalo che il viceministro
Fazio non dia una risposta alle richieste dei malati di sclerosi laterale
amiotrofica. Per denunciare questa situazione non piu' tollerabile da domani
ogni giorno un deputato del Pd in commissione Affari sociali digiunera'
dando vita ad una staffetta in continuita' con la collega Maria Antonietta
Coscioni". Lo ha detto ieri Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari
sociali della Camera. "E' inammissibile- prosegue Turco- che i malati di Sla
e i loro familiari debbano pagare anche per le lungaggini burocratiche. Da
settimane chiediamo al governo di dare attuazione al decreto sui Livelli
minimi di assistenza varato dal governo Prodi e tenuto nei cassetti dal
viceministro Fazio. Ma il governo Berlusconi non fa niente: tutto ciò
rappresenta un inaudito accanimento contro persone già colpite da una
malattia gravissima e i loro familiari. La battaglia del Pd sarà dura-
chiude Turco- Siamo pronti a manifestare davanti al ministero del Welfare".
(Wel/ Dire)
Negli scorsi giorni
abbiamo ripreso e commentato la notizia
dell’iniziativa di quattro malati di sclerosi laterale amiotrofica
(Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e Claudio Sabelli) che, con uno
sciopero della fame, hanno denunciato le gravi carenze nell’assistenza
riservata alle decine di migliaia di cittadini italiani affetti da malattie
neuro-muscolari gravi e progressive. Gli impegni assunti del viceministro
Fazio, che ha immediatamente convocato
la Consulta per le malattie neuro-muscolari,
hanno persuaso i malati a interrompere lo sciopero della fame. Del
significato dell’iniziativa e dei suoi sviluppi abbiamo parlato con Mauro
Pichezzi, Presidente dell’Associazione
Viva la Vita Onlus, che delle ragioni di Usala, Pinna, Serra e
Sabelli e delle loro proposte si è fatto interprete dinanzi all’opinione
pubblica e ai rappresentanti istituzionali, a partire dal Ministero della
salute.
E’ una intervista lunga e
dettagliata, che chiarisce, ancora una volta, quali siano le vere “questioni
bioetiche” che la sanità pubblica deve fronteggiare nell’assistenza di
malati affetti da patologie progressive, invalidanti e incurabili.
Abbiamo letto che,
nei giorni scorsi, Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e Claudio
Sabelli hanno sospeso lo sciopero della fame, in seguito agli impegni presi
da parte di Fazio. Ci aggiorna sugli ultimi sviluppi della vicenda?
La sospensione dello
sciopero della fame è stato un gesto salvifico, soprattutto alla luce delle
condizioni cliniche in cui si trovano i malati che hanno aderito. Il loro
entusiasmo, la loro voglia di combattere per i propri inalienabili diritti
alla dignità e alla qualità della vita sono intatti e li rendono partecipi
di ciò che accade intorno a loro e che li riguarda direttamente. La loro
partecipazione diretta alle decisioni della politica e delle istituzioni è
per noi una conquista degli ultimi anni: la possibilità di usare un
comunicatore permette loro non soltanto di abbattere le barriere che la SLA
impone, ma soprattutto di spezzare le catene della propria prigionia e di
partecipare direttamente alla politica e alla vita civile. Uomini e donne
che finalmente possono continuare ad esercitare il proprio diritto di
cittadinanza nel nostro Paese. La battaglia condotta sin qui, purtroppo con
gesti estremi e disperati, sta dando i suoi frutti: il Ministro Fazio è
stato posto di fronte a un problema che non sappiamo quanto a fondo
conoscesse ed è stato richiamato alla sua funzione di titolare di un
Dicastero che deve occuparsi della salute dei cittadini, soprattutto dei più
deboli. Gli impegni presi dal Ministro sono stati affidati ad una
registrazione audio-video disponibile sul sito
dell’associazione Viva la Vita Onlus. La questione principale è
stata posta sotto forma di proposta e riguardava l’utilizzo di un “badantato
esperto” per l’aiuto quotidiano e la risposta del Ministro è stata positiva,
anche se ovviamente articolata e rimessa ad una serie di ulteriori passaggi
istituzionali, che per ora nessuno sa quando e come avverranno.
Cosa vi aspettate
che faccia concretamente il Vice-ministro Fazio, ma soprattutto in che
tempi?
Quello che i malati si
aspettano è avere risposte concrete, è vedere nelle proprie case arrivare il
beneficio diretto di una decisione che la Sanità italiana non può e non deve
più rimandare: si tratta di provvedimenti che intervengano a sostegno delle
famiglie, affinché possano affrontare e risolvere una vera e propria
emergenza sociale, quella cioè che riguarda circa quattromila famiglie
italiane in cui vive un malato di SLA. E’ evidente che tali provvedimenti
potranno immediatamente riguardare tutte quelle famiglie che debbano
occuparsi di un malato cronico complesso, affetto da malattia rara o comune,
pediatrico o adulto, che versi nelle medesime condizioni di un malato di SLA
in fase avanzata. L’emergenza oggi riguarda migliaia di famiglie sulle quali
grava il peso di un’assistenza che viene scaricata su di loro, pressoché
interamente, proprio dal dal sistema sanitario: come si può “scaricare” un
impegno assistenziale così elevato come quello che serve a un malato
tracheostomizzato, nutrito artificialmente attraverso lo stomaco,
completamente immobile e totalmente incapace di comunicare? Come si può
demandarlo a un familiare che verosimilmente nella vita non ha alcuna
dimestichezza con terapie e assistenza sanitaria? Gli ospedali dimettono i
malati di SLA, convincendo loro e le loro famiglie che non esiste nessuna
vera alternativa, spingendoli con rassegnazione ad accettare un destino
crudele. Perchè questa è l’alternativa che le famiglie hanno dinanzi: o
lasciano il proprio caro morire in un ospedale o se lo riportano a casa,
contando solo ed esclusivamente sulle proprie forze. Organizzare un modello
assistenziale efficace ed efficiente è quanto ci aspettiamo dal Ministero
della Salute in accordo con le regioni italiane che dovranno di fatto
erogarlo. Per essere sicuri che questo avvenga l’associazione ha proposto
alcuni modelli esistenti, già attivi in alcune zone del nostro Paese,
esportabili e applicabili a livello nazionale. Ma nell’immediato già sarebbe
un gran passo avanti la firma da parte del Ministro Fazio dei Livelli
Essenziali di Assistenza, pronti ormai da due anni e in attesa soltanto di
essere inviati alla Conferenza Stato Regioni.
Se ciò non dovesse
accadere, come pensate di continuare la vostra battaglia?
Se entro le prossime
settimane non vedremo almeno la firma dei LEA e una prima concretizzazione
degli impegni presi da Fazio daremo comunicazione alla stampa delle
iniziative di protesta che i malati vorranno intraprendere e, considerato il
loro stato d’animo, non saranno disposti a fidarsi più di nessuno. Questo va
sottolineato: quella dei malati di SLA è una reale emergenza e la posta in
gioco è la sopravvivenza dei malati e dei loro familiari. Per questo motivo
ci auguriamo sinceramente che le istituzioni del nostro Paese abbiano
davvero inteso la portata della loro disperazione e non ci costringano a
ricorrere di nuovo a forme estreme di lotta.
Perché secondo lei
ancora non esiste una mappatura dettagliata, in tutta la penisola, dei
pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica?
Come per molte altre
patologie rare, la questione è quella dell’assenza di un registro nazionale
della malattia. Manca la possibilità di collegare agevolmente fra loro
informazioni diverse, come ad esempio i transiti ospedalieri, i codici di
esenzione, i dati dei medici di medicina generale, i registri di mortalità e
così via. Ci conforta comunque il fatto che l’Istituto Superiore di Sanità
sia impegnato sul fronte della raccolta dati e che sia avviato, sebbene con
molte difficoltà, il lavoro di raccordo con le regioni. Poter disporre di un
registro aggiornato della malattia significa in sostanza avere dati
epidemiologici preziosi non soltanto per la ricerca, ma soprattutto per la
definizione di modelli assistenziali efficaci.
Ci sono tante
associazioni di malati diverse che apparentemente lottano insieme per la
stessa cosa. Perché nel mondo dell’associazionismo sembra che ci sia una
propensione a dividersi? Non sarebbe più costruttivo unirsi tutti insieme
all’insegna del medesimo obiettivo?
Il fatto che diverse
associazioni in Italia si occupino di SLA è assolutamente positivo. Non
esiste una reale divisione tra le varie organizzazioni, tant’è che la
maggior parte di esse sono legate da una rete, la Rete Italiana Associazioni
Sclerosi Laterale Amiotrofica, e condividono esperienze e progetti comuni,
rendendosi reciprocamente utili per l’assistenza ai malati del Paese. Di
contro esistono altre realtà associative che si pongono su posizioni
diverse, sia per quanto riguarda l’approccio assistenziale sia per quanto
attiene alle questioni etiche. In sostanza si tratta di una divergenza di
visione delle cose, che spesso non consente in alcun modo di condividere
azioni e strategie.
Abbiamo letto del
nuovo caso di Mirna, la sessantenne di San Giorgio Jonico che ha rifiutato
la tracheotomia. Cosa ne pensa?
Il caso di Mirna è
emblematico. Al di là del clamore mediatico, esiste una nutrita schiera di
malati che quotidianamente sceglie di non accettare la ventilazione
meccanica invasiva. La scelta di continuare a vivere con la SLA è fortemente
condizionata dalla presenza o meno di assistenza domiciliare: in quelle zone
d’Italia dove il malato vede attorno a sé il vuoto, l’abbandono e la rovina
della propria famiglia quasi mai accetta di continuare a vivere grazie a un
ventilatore. Al contrario, laddove l’attenzione e l’assistenza da parte del
sistema sanitario producono condizioni di vita sostenibili per il malato e
per la sua famiglia, si riscontra un rapido aumento delle persone che
scelgono la ventilazione invasiva e dunque la prosecuzione della propria
convivenza con la SLA. Emblematico dunque il caso di Mirna che, vivendo da
molto tempo non più a casa propria, ma in una struttura oltretutto non
adeguata, senza ausili per la comunicazione, sradicata ormai dalla propria
vita personale, aveva scelto di rinunciare alla possibilità di vivere. Poi
l’’iniziativa di Maria Rosaria Passaro, una volontaria che opera nel
brindisino, ha mutato l’orizzonte delle scelte di Mirna: l’utilizzo di un
comunicatore e l’informazione fornita alla famiglia sui possibili sviluppi
della vicenda, oltre al coinvolgimento di personale sanitario resosi
volontariamente disponibile a seguire Mirna in un eventuale e auspicabile
ritorno a casa, ha aperto nuovi scenari per le scelte possibili della
persona giunta a quel punto di non ritorno.
Da Presidente di
un’associazione come Viva la Vita onlus, che è vicina ai malati di Sla,
secondo lei in Italia serve una legge sul testamento biologico? E infine,
qual è il suo pensiero in merito al punto di cui si è tanto discusso,
‘alimentazione e idratazione forzata’?
A noi piace la definizione
originale di living will perché in essa è dichiarata la possibilità
di esprimere volontà riguardanti la vita delle persone. Quando, infatti, si
dà una reale possibilità di scelta fra l’accettazione di condizioni di
ventilazione e alimentazione assistita, in forme che garantiscano la qualità
e la dignità della vita, e il rifiuto di ausili e sostegni vitali, con la
garanzia di un’adeguata terapia del dolore e di un percorso di cure
palliative per l’assistenza nei momenti finali della vita, allora si può
parlare di autentica libertà, perché entrambe le alternative sono possibili.
E secondo noi questa libertà va assolutamente garantita, nel pieno rispetto
della libera volontà dell’individuo. Volontà che può mutare fino all’ultimo
istante, ma che in ogni caso determina l’azione del medico. Non è pensabile
il contrario, affidare cioè al medico la possibilità di deliberare sulla
sorte di un altro essere umano, contro la sua volontà. Una legge sul
testamento biologico forse non servirebbe se fossimo in un Paese in cui il
dettato costituzionale fosse osservato con maggiore rispetto e con minore
forzatura nelle interpretazioni. La questione dell’alimentazione, sorta
proprio a partire dal recente caso di Eluana Englaro, è stata fatta oggetto
di interpretazioni capziose e talvolta addirittura grottesche. Non è
verosimile infatti che occorra una mozione del Senato per sancire la natura
sanitaria o meno del trattamento denominato Nutrizione artificiale: ci è
parso di capire che si potrebbe determinare allo stesso modo qualsiasi
principio scientifico anche il più strampalato e deforme. Se ad esempio si
volesse affermare che il sole gira intorno alla terra, in molti sarebbero
pronti a giurare che l’evidenza dei fatti depone a favore di questa assurda
tesi e che tutte le mattine il sole sorge a Est e tutte le sere tramonta a
Ovest. Ma questa non è la verità. C’è un’endoscopia a confezionare una PEG e
c’è un medico a regolare il flusso di una sostanza non naturale che nutre un
essere umano, c’è un’industria farmaceutica a preparare il nutriente e c’è
una ASL che fornisce gratuitamente l’alimentazione artificiale: dov’è la
natura in tutto ciò? Rispetto a questi trattamenti, vale lo stesso principio
che regola, in generale, l’accettazione di farmaci e terapie. Ciascuno può
decidere come vuole, a patto che non imponga la propria scelta a nessun
altro, altrimenti parliamo sì di libertà, ma soltanto di quella di alcuni,
mentre quella degli altri va a farsi benedire.
Ho letto con molta
attenzione l'articolo su L'Unione Sarda di sabato scorso su questa pagina e
la replica dell'Aisla, ieri. Francamente non ho trovato alcuna critica alla
commissione sanitaria regionale, tutt'altro: nel commento c'era un
riconoscimento alla voglia di procedere alacremente per produrre fatti. Lo
stimolo dato dallo sciopero della fame è indubbio, è stato positivamente
recepito dalla commissione tutta. Io faccio parte di Aisla Sardegna ma non
ho avuto alcun sostegno pratico all'iniziativa dello sciopero, ho avuto solo
attestati di solidarietà ma accompagnati dal dissenso sul metodo; peraltro
gli attestati pubblici sono arrivati a tempo scaduto, dopo le risposte
ricevute da parte di Fazio, sottosegretario alla Sanità nazionale.
Lo sciopero di noi malati è stato un evento epocale, tutti i media ne hanno
parlato, nazionali e locali, il problema è arrivato in Parlamento italiano
ed europeo, ed è stata la prima lotta vera che chiedeva assistenza con uno
stimolo propositivo. Non si chiedeva la morte ma il rispetto della vita. Il
tutto non è nato in un giorno: è stato organizzato e pianificato, perché
anche se sono bloccato a letto sono una testa pensante con stimoli
particolari, e non permetterò a nessuno, neanche alla mia associazione, di
sminuire i risultati ottenuti.
Il ministro ha dato risposte in linea con le richieste che evito di ripetere
perché sono note; ha convocato, invitandomi, una riunione straordinaria
della Consulta ministeriale per discutere l'argomento. L'assessore Liori è
intervenuto pubblicamente garantendo impegni economici e tempi brevi, doveva
anche partecipare alla riunione della commissione. Nessuno ha mai criticato
le linee guida che sono vigenti in Sardegna solo sulla carta. Da febbraio ad
oggi silenzio assoluto, se entrano nel dibattito centrale è merito dello
sciopero, il lavoro prezioso si era arenato ed aveva bisogno di una spinta.
Oggi l'assessore sa ed è cosciente che deve dare risposte.Tutti siamo liberi
di adottare il sistema che riteniamo più opportuno per sensibilizzare ed
ottenere ascolto dagli amministratori e dal governo; Aisla ha un sistema
delicato e concertativo che non condivido: noi siamo malati e vogliamo
risposte subito, non fra un anno; tutti i componenti della commissione col
presidente in testa hanno questa convinzione. Lo sciopero ha contribuito a
risollevare dal torpore e rassegnazione i malati e le famiglie, ha ridato
voglia e speranza, ha messo la nostra commissione in condizioni di egemonia
propositiva che sarà vincente, le nostre proposte saranno ascoltate e
rispettate perché avranno un supporto economico regionale e nazionale.
Sono personalmente stufo di questa sensibilizzazione fatta di convegni e
simili; se per essere ascoltati bisogna fare gesti eclatanti, li abbiamo
fatti e li faremo, siamo soddisfatti ma attenti e vigili, abbiamo in
cantiere pronte a decollare altre iniziative. Niente sarà più come prima, la
nostra vita deve essere rispettata. L'unica eresia vera è che l'assistenza
in Lombardia sia efficiente, niente di più falso: i lombardi hanno un
assegno di cura di 500 euro più un voucher di 618, con il quale possono
avere 5 accessi settimanali di infermiere o fisioterapista, si devono
comprare i guanti. Una vergogna per una regione ricca, ed evito di scrivere
chi pubblicizza questa eresia per evitare polemiche (chi la pubblicizza è l'Aisla
lombarda, ndr ).
La mia esperienza di 30 anni di lavoro in Cgil da volontario dopo aver fatto
le mie ore di lavoro mi consente, insieme alla professionalità ed
esperienza, di poter essere parte dirigente in questa battaglia. Sono certo
che questa commissione regionale entro poco tempo passerà alla storia per
aver promosso un programma assistenziale modello per le altre regioni. Il
lavoro sarà lungo e tortuoso, ancora non abbiamo fatto nulla e dobbiamo
sfruttare l'onda mediatica: più se ne parla e meglio è per noi.
Lasciamo perdere i meriti personali od associativi: c'è da coagulare tutte
le sinergie possibili. (I precedenti articoli sul dibattito relativo alla battaglia di Usala e
altri pazienti Sla per ottenere il riconoscimento del diritto alla cura e
alla salute sono stati pubblicati su questa pagina ieri e il 21 scorso).
L'Unione Sarda 24/11/ 2009
L'Unione Sarda 25/11/ 2009
Tre malati di sclerosi
laterale amiotrofica (Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra)
hanno iniziato lo scorso 4 novembre uno sciopero della fame per
denunciare le gravi carenze nell’assistenza garantita ai circa 5000 italiani
che versano nelle loro condizioni e alle decine di migliaia che si trovano,
di fatto, nella stessa situazione, in quanto affetti da patologie che
comportano analoghe conseguenze. Dopo alcuni giorni si è associato alla loro
iniziativa un altro malato, Claudio Sabelli.
E’ una protesta drammatica
e dolorosa, che segna una spaccatura nello stesso mondo
dell’associazionismo, visto che nel mirino delle critiche è finito,
indirettamente , lo stesso Presidente dell’Aisla (Associazione italiana
sclerosi laterale amiotrofica), Dr. Mario Melazzini, che è stato chiamato a
rispondere dei ritardi dell’esecutivo, come Presidente della
Consulta delle malattie neuromuscolari, istituita nel
febbraio scorso dal Governo: tra i compiti della Consulta infatti
c’è anche quello di “fornire indicazioni per lo sviluppo di percorsi
assistenziali appropriati ed efficaci”; a onore del vero, le indicazioni non
sono mancate, ma non sono ancora state raccolte.
Non sarebbe onesto
rubricare questa protesta alla voce “disperazione umana”, come se il
contenuto politico dell’iniziativa non fosse che il pretesto e l’occasione
per sfogare il senso di impotenza connesso al decorso della malattia. Se c’è
una cosa che comprensibilmente offende i malati che esigono diritti e che
scelgono di farlo “politicamente” (ad esempio ponendo problemi di
organizzazione e di funzionamento del sistema sanitario) è l’insopportabile
“poverinismo”, il misto di condiscendenza sentimentale e indifferenza
morale, con cui le loro proteste sono per lo più accolte da interlocutori e
destinatari istituzionali.
Usala, Pinna, Serra e
Sabelli hanno posto una duplice questione: la prima di merito, riguarda la
qualità dei protocolli assistenziali e il loro finanziamento; la seconda, di
metodo, riguarda i tempi e dunque l’urgenza con cui occorre provvedere al
potenziamento dell’assistenza dei malati di Sla. Nella loro protesta, o
hanno ragione o hanno torto, o alcune ragioni e alcuni torti. Non è
possibile che non abbiamo né ragione né torto, perché, “poverini”, le loro
denunce non valgono più di un urlo di dolore e dunque sono politicamente
mute.
Nel caso di specie, poi,
hanno robustissime ragioni. I cittadini affetti da malattie neuro-muscolari
gravi progressive (Sclerosi laterale amiotrofica, Distrofia muscolare,
Atrofia spinale, Sclerosi multipla in fase avanzata, Locked-in sindrome),
con notevoli differenze tra le varie regioni, e con poche isole di
assistenza “ottimale”, sperimentano sulla propria pelle i limiti di un
modello (quello della sanità pubblica italiana) che sottofinanzia in maniera
clamorosa i bisogni assistenziali connessi a patologie invalidanti (si
curano le malattie, ma si abbandonano i malati) e che non ha ancora
sviluppato (tranne rarissime eccezioni) una vera integrazione funzionale tra
assistenza ospedaliera e assistenza domiciliare.
Chiunque abbia avuto a che
fare con un familiare affetto da malattie gravemente invalidanti, di
qualunque tipo esse fossero, sa perfettamente che un malato “a casa” è quasi
interamente a carico della famiglia e comporta costi organizzativi e
finanziari insostenibili quando non sia la famiglia stessa a fornire le
risorse e il “personale” necessarie all’assistenza. Nel caso dei malati di
Sla, comportando l’assistenza domiciliare prestazioni di alto contenuto
professionale (si pensi solo alla respirazione e alimentazione assistita),
il rischio che l’abbandono assistenziale divenga abbandono terapeutico non è
affatto remoto.
E’ ovvio che ritardi legati
in maniera indissolubile agli elementi cardine del “sistema” non sono
interamente rimediabili senza correggere il sistema (e senza intervenire,
più in generale, sui capitoli della spesa sociale e sul sottofinanziamento
del welfare familiare, che proprio nella discriminazione di disabili e
anziani non autosufficienti mostra il suo volto più osceno). Ma è
altrettanto vero che alcune misure di emergenza vanno adottate con modalità
emergenziali. Secondo la stima di Salvatore Usala, un paziente con Sla
costa, solo per i soli bisogni assistenziali, circa 44.000 euro l’anno (dodici
ore di assistenza professionale al costo orario onnicomprensivo di 10 euro
per 365 giorni l’anno), al netto delle prestazioni sanitarie e
infermieristiche, domiciliari e ospedaliere. Oltre 215 milioni di euro annui
– a questo ammonta più o meno il costo assistenziale dei circa 5000 malati
di Sla in Italia – sono, in larghissima misura, “fatturate” direttamente
alle famiglie, che li pagano in genere ricorrendo ai risparmi o consacrando
un familiare (quasi sempre: una donna) al lavoro di cura e così regalando un
risparmio netto al Servizio Sanitario Nazionale.
Ben si comprende, quindi perché i malati di Sla impegnati
in questa iniziativa non abbiano intenzione di
accontentarsi di rassicurazioni vaghe.
La vicenda, accanto ad un
profilo di drammatica attualità pratica, evidenzia un interessante
sottotesto bioetico. Che non è inutile leggere in parallelo a quanto sta
succedendo sulla materia del fine vita. Nel caso di malati affetti da
malattie gravi, irreversibili e invalidanti, si è scelto di eleggere a
problema biopolitico una questione morale sostanzialmente individuale,
quella relativa ai limiti soggettivi che i pazienti possono opporre alle
cure che vengono loro proposte. L’emergenza bioetica e quindi pubblica
sembra così riguardare unicamente una scelta personale, di cui il
legislatore rivendica abusivamente il potere di sindacare la legittimità
morale.
Un problema, invece, per
definizione pubblico – quale è quello dell’organizzazione dei servizi di
cura – non viene ritenuto di sufficiente rilievo bioetico, anche se in
teoria (molto in teoria: su questa materia la pratica normativa ha superato
da tempo il limite della discussione razionale) il piano bio-etico in campo
medico è proprio quello che attiene alla relazione di cura e regola i
rapporti reciproci tra pazienti e personale medico e infermieristico, non
quello che subordina ad un ordine normativo “statale” (votato a maggioranza
dal Parlamento) il contenuto della libertà morale dei pazienti.
Anche per questo
capovolgimento dei paradigmi biopolitici
Giovanni Nuvoli era diventato un problema
bioetico, perché chiedeva di essere lasciato morire, mentre i suoi
corregionali, che chiedono di essere meglio assistiti, sono solo malati che
“protestano”. Forse però, grazie alla loro iniziativa, questa strabismo
verrà fuori con più chiarezza e si potrà almeno in parte raddrizzare la
piega della discussione biopolitica.
Il
caso.Primi passi avanti
dopo lo sciopero della fame dei pazienti di Monserrato, Quartucciu e Siliqua
Assistenza totale ai malati di Sla
È la richiesta della
commissione alla Regione.
Spetterà ora all'assessore
Liori reperire i fondi dalla Regione o dal Governo. Servono 10 milioni per i
comunicatori oculari.La
Regione ha accolto tutte le richieste dei malati di sclerosi laterale
amiotrofica (Sla) nel corso della riunione della speciale commissione che si
è svolta martedì. Adesso spetta all'assessore alla Sanità, Antonello Liori,
trovare i fondi necessari per garantire un'assistenza personale che deve
arrivare sino a coprire l'intera giornata per i malati più gravi e per
l'acquisto dei computer e dei comunicatori oculari in grado di tradurre in
suoni e parole il movimento degli occhi dei malati ormai costretti
all'immobilità assoluta. LO SCIOPERO Salvatore Usala di Monserrato, Giorgio
Pinna di Siliqua e Mauro Serra di Quartuccciu, autori qualche settimana fa
(insieme a Claudio Sabelli e alla parlamentare dei Radicali Maria Antonietta
Farina Coscioni) di un clamoroso sciopero della fame per sensibilizzare il
Ministero della Salute sul caso Sla, hanno espresso la loro soddisfazione
attraverso un comunicato stampa. LA TABELLA «Si tratta di un primo passo
importante», spiega Salvatore Usala a nome degli altri malati. Lo stesso
Usala ha preparato una tabella che spiega nel dettaglio le esigenze mediche,
di assistenza personale e infermieristica dei pazienti in base allo stadio
della malattia. Nel caso di un malato ancora lieve, si legge nel documento,
è necessario uno stanziamento di circa 15 mila euro per le visite
specialistiche, la fisioterapia e l'assistenza. Quando la malattia
progredisce, i malati hanno bisogno di ulteriori supporti. Per tutti poi è
fondamentale un'assistenza continuata 24 ore al giorno quando si arriva alla
ventilazione assistita, alla nutrizione attraverso la Peg e alla possibilità
di parlare soltanto attraverso il comunicatore oculare. In questi casi la
spesa prevista da Salvatore Usala è di circa 107 mila euro all'anno. I FONDI
Oggi la Regione Sardegna è in grado di concedere soltanto 17 mila euro
all'anno per l'assistenza dei malati di Sla. Una cifra evidentemente
insufficiente per garantire una corretta assistenza: «Oggi - spiega Usala -
la malattia rinchiude il nostro corpo nella gabbia dell'immobilità assoluta
ma è una prigione anche per i nostri familiari, costretti ad
assisterci tutto il giorno in mancanza di un adeguato programma del servizio
sanitario nazionale». IL LAVORO I malati di Sla e la commissione regionale
hanno chiesto inoltre l'istituzionalizzazione del finanziamento di dieci
milioni di euro che servono per l'acquisto dei comunicatori oculari. Un
apparecchio indispensabile: oggi Salvatore Usala riesce a lavorare, a
scrivere e-mail e a navigare su Internet pur essendo costretto a letto dalla
malattia. Nel piano di Usala è prevista anche la formazione professionale
per gli operatori assistenziali: «Se il programma sarà approvato
definitivamente dalla Regione, ci saranno 300 nuovi posti di lavoro».
(p.c.)
L'Unione Sarda 19/11/ 2009
Commissione Regionale SLA Sardegna: le prime risposte
Incontro del
17/11/2009
Il giorno 17 Novembre 2009
si è riunita la commissione regionale SLA della Sardegna.
Si è
discusso subito del percorso assistenziale domiciliare che ha riempito le
cronache nazionali a seguito dello sciopero della fame di Salvatore Usala,
Giorgio Pinna, Mauro Serra, Claudio Sabelli e di tanti altri che si sono
uniti all'appello della parlamentare Maria Antonietta Farina Coscioni.
Sono
state analizzate alcune criticità non ben esplicitate nelle linee guida
sulla SLA di cui alla delibera 10-43 del 11/02/2009. Si è convenuto che un
gruppo di lavoro esamini e riscriva alcuni passi non completamente chiari
fissando la chiusura di questi lavori entro il giorno 03/12/2009 date del
prossimo incontro della commissione regionale.
Si è
quindi esaminato puntualmente il percorso assistenziale con le relative
tabelle proposto a gran voce sia a livello regionale e nazionale, apportando
alcune modifiche agli accessi specialistici. La proposta è stata approvata
all'unanimità ricercando in questa settimana la disponibilità dell’Assessore
Antonello Liori di portarla come delibera di Giunta come protocollo
vincolante per le ASL.
Il protocollo prevede oltre ad
accessi sanitari proporzionali all'ingravescenza anche assistenza non
sanitaria da 2 a 24 ore tramite assistenti famigliari che verranno formati
in itinere.
Il progetto sperimentale
dovrebbe partire il 01/01/2010. L'Assessore vaglierà con celerità la
proposta e si confida in una rapida approvazione in quanto è stata mostrata
grande disponibilità e sensibilità alle problematiche affrontate.
Un altro aspetto importante è,
oltre alla risposta celere ai bisogni dei malati, il positivo risvolto
occupazionale che dovrebbe creare circa 300 nuovi posti di lavoro in
qualità di assistente famigliare formato con contratto nazionale domestico e
retribuzione di circa 1.150,00 euro netti.
Il
protocollo è in linea con il percorso ministeriale e quindi avrà
finanziamenti adeguati dal ministero considerando le seguenti novità emerse
negli ultimi giorni. I
traguardi da raggiungere a breve:
Impegno a giorni per
l'approvazione dei LEA e relativo nomenclatore tariffario;
Istitutionalizzazione del
finanziamento di 10 milioni per i comunicatori oculari;
Riconoscimento della
proposta di utilizzo di badantato formato per i malati di SLA come
corretta e da perseguire con i 400 milioni della non autosufficienza;
Concretizzare la
disponibilità del Ministro Sacconi per un intervento sociale e l'assenso
del Ministro Tremonti;
Rafforzare l’intenzione
di utilizzare i 400 milioni per progetti finalizzati all'interno dei LEA
ed evitare finanziamenti a pioggia, tutto ciò chiaramente riferito a
formazione ed utilizzo di badanti nell'assistenza dei malati SLA
Comunicato stampa
- Relazione di Salvatore Usala
-
Piano Assistenziale aggiornato
INCONTRO
DELLA CONSULTA IN PRESENZA DEL MINISTRO FAZIO
Mario Melazzini presenta i lavori
della consulta delle malattie neuromuscolari. L'incontro richiesto è con
Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei malati di SLA.
seconda parte
Mario Melazzini continua la
presentazione dei lavori della consulta delle malattie neuromuscolari. In
coda alcuni chiarimenti di Mauro Pichezzi su Viva la Vita Onlus. L'incontro
richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei malati di SLA.
terza parte
Confronto sui lavori del tavolo monotematico dei
registri di malattia. L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo
sciopero della fame dei malati di SLA.
quarta parte
Discussione sulle motivazioni
della protesta e sui contenuti della proposta dei malati. L'incontro
richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei malati di SLA.
quinta parte
Continua la discussione sulle
motivazioni della protesta e sui contenuti della proposta dei malati.
L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei
malati di SLA.
sesta parte
Gli interventi di Massimo Corbo e Pietro Barbieri.
La replica di Mauro Pichezzi sui contenuti della proposta dei malati.
L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei
ma...
settima parte
L'intervento del Direttore Generale del
Ministero dr. Palumbo. L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo
sciopero della fame dei malati di SLA.
ottova parte
Continua l'intervento di Palumbo e giunge il Vice
Ministro Ferruccio Fazio. L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo
sciopero della fame dei malati di SLA.
nona parte
L'intervento del Vice Ministro Ferruccio Fazio.
L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei malati
di SLA
decima parte
L'intervento del Vice Ministro Ferruccio Fazio.
L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero della fame dei
malati di SLA.
unidicesima parte
Continua l'intervento del Vice Ministro Ferruccio Fazio. Replica e richieste
di Maria Antonietta Coscioni. L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere
lo sciopero della fame dei malati di SLA
dodicesima parte
Il termine dell'intervento del Vice Ministro Ferruccio Fazio. Discorso
conclusivo di Mauro Pichezzi con il rifiuto di entrare in consulta.
L'incontro richiesto è con Fazio per risolvere lo sciopero...
LE PAROLE DEL VICEMINISTRO
FAZIO
«Prima di tutto qui si pone un
problema misto socio-sanitario. La prima cosa che io mi sono preoccupato di
fare è un lungo colloquio con il Ministro Sacconi in cui abbiamo messo le
basi sulla necessità di un colloquio tra sociale e sanitario che deve
continuare nell'ambito del Welfare e che non deve interrompersi. I cardini
della soluzione di questo problema sono da un lato i LEA e dall'altro i
fondi per la non autosufficienza che sono sociali e non sono sanitari. Ma se
questi due canali vanno separati, non si arriva da nessuna parte. Vanno
legati, vanno coniugati e vanno gestiti insieme.
La prima cosa che ho fatto quando il Patto per la Salute è arrivato a
finalizzazione, è vedere cosa stava succedendo ai LEA. Di promesse ne abbiam
fatte tante, io credo che siamo molto molto vicini all'invio dei LEA allo
Stato-Regioni e al fatto di esaminarle allo Stato-Regioni. Molto vicini vuol
dire che potrei firmarli domani, o martedì. Ho già avuto l'ok di Vissoni che
ha parlato con Errani, manca solo la formalità. L'impegno mio personale è
assoluto sui LEA, ma non è che i LEA risolvono completamente la questione
perché la pezza dei 10 milioni all'anno (lo stanziamento dei fondi per i
comunicatori ad alto contenuto tecnologico, ndr), che vengono
istituzionalizzati e quindi resi permanenti, c'è comunque con gli obiettivi
di piano. Dall'altra parte nei LEA sono messi in maniera molto più puntuale
i criteri per l'assistenza domiciliare e quindi esistono le
personalizzazioni. Però i LEA che hanno questi due vantaggi, oltre alle
protesi (comunicatori, ndr) ma l'abbiamo detto con i 10 milioni che vengono
solo istituzionalizzati e resi permanenti, figuriamoci se io non ritengo
importante il tema delle badanti. E' un tema che va affrontato in maniera
concreta, ma questo è socio e non sanitario. Ma se le due cose non le
mettiamo insieme in un ambito di assistenza socio-sanitaria integrata, non
possono funzionare. Se i 400 milioni di euro che il Governo ha messo, ed
immagino sia stata una piacevole sorpresa per tutti, per la non
autosufficienza, se vengono dati a pioggia e non vengono dati in modo mirato
con una programmazione specifica. Stiamo studiando un articolato da mettere
in un emendamento del Patto della Salute proprio per legarli, coniugarli con
i LEA in modo da costituire uno strumento reale socio-sanitario. Questo è
quello che noi stiamo facendo in questo momento con questi tempi senza
scorciatoie.»
In Italia vige un clima d'ipocrisia dilagante.
Siamo la settima potenza mondiale e lasciamo i malati da soli con le loro
famiglie e la loro disperazione. Abbiamo dovuto fare un gesto eclatante per
farci notare'. A 105live la testimonianza di Salvatore Usala, uno dei
malati di SLA che per una settimana hanno attuato lo sciopero della fame per
protestare contro la mancanza di una degna assistenza domiciliare in Italia.
'Ora aspettiamo con fiducia che l'apertura del ministro Fazio si trasformi
in concretezza'.
(www.radiovaticana.org
12/11/2009)
Salute/ Associazione malati Sla: Da Fazio grande impegno
Roma, 12 nov. (Apcom) - Si è concluso intorno alle 18 l'incontro tra il
viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, e la consulta per le malattie
neuromuscolari, che raccoglie le associazioni dei malati e dei familiari
colpite da alcune patologie rare. All'incontro ha preso parte anche Mauro
Pichezzi, presidente dell'associazione "Viva la vita", una onlus che assiste
circa 200 persone colpite dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
Pichezzi era stato invitato dopo che alcuni malati, una settimana fa,
avevano scritto al ministero avviando uno sciopero della fame per protestare
contro la mancanza dell'assistenza domiciliare, sciopero che ieri hanno
sospeso proprio in attesa dell'esito di questo incontro. "Devo riconoscere a
Fazio - spiega ad Apcom Pichezzi, lasciando la riunione - un impegno che non
si era mai visto prima. Anche Sirchia e la Turco (Girolamo Sirchia e Livia
Turco, ex ministri della Salute, ndr) avevano creato delle commissioni sulla
Sla, ma Fazio dimostra l'impegno maggiore". "Questa sera - annuncia - farò un giro di telefonate per chiedere ai
malati di non riprendere lo sciopero della fame. D'altra parte il problema è
molto complesso - sottolinea - e non c'è una soluzione immediata
all'emergenza. Fazio si è impegnato ad approvare i Lea (livelli essenziali
di assistenza, ndr) entro pochissimi giorni, insieme al nuovo nomenclatore.
E' un primo passo positivo. La prossima settimana ci rivolgeremo
direttamente al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, perché la questione
delle badanti è di sua diretta competenza. E' chiaro - spiega - che per
avere le badanti ci vorrà del tempo. Ma nel frattempo i malati continueranno
a vivere in condizioni disperate. Perciò chiederemo a Sacconi un aiuto
concreto e faremo pressione sulle Regioni, ciascuna delle 21, in modo che
garantiscano una assistenza domiciliare". ( L'Unità 13/11/2009 )
I malati di Sla non possono aspettare ancora i Lea
"Non
è più ora di annunciare riunioni e incontri. I malati di Sla si aspettano
fatti e non possono essere offesi con altre parole al vento. L'Esecutivo dia
attuazione al decreto sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) varato dal
Governo Prodi e tenuto nei cassetti del ministero del Welfare". Lo scrive in
una nota Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della
Camera. "Quel decreto - ricorda Turco - comprende il nomenclatore delle
protesi e gli ausili, fra i quali ci sono quelli per la comunicazione
indispensabili per le persone con la Sla. Il Governo Berlusconi non dà
attuazione al decreto che aveva anche la copertura finanziaria; tutto ciò -
incalza l'esponente del Pd - rappresenta un inaudito accanimento contro
persone già colpite da una malattia gravissima". "Non c'è da spettare un
giorno di più - conclude Turco - Il viceministro Fazio aggiorni
immediatamente i Lea con i finanziamenti già previsti dal Governo di
centrosinistra". (
Doctornews 11/11/2009 )
La Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica. Dopo sei giorni di
protesta, e’ stato sospeso lo sciopero della fame di quattro ammalati contro
la scarsa sensibilita’ delle istituzioni, a cominciare dalla carenza di
assistenza domiciliare. Il 12 novembre e’ stato fissato infatti l’incontro
al ministero della Salute. In studio con Luce Tommasi Mauro Pichezzi,
presidente di Viva la Vita Onlus e Alessandro Galantino, specialista
pneumologo e responsabile scientifico di Viva la Vita Onlus. Al telefono
Chantal Borgonovo, moglie del calciatore della Fiorentina ammalato di Sla.
Nello spazio dedicato al nostro blog parliamo della Sma, l’Atrofia muscolare
spinale, una malattia rara che colpisce i bambini. Josephine Alessio
intervista il professor Renato Pocaterra, presidente dell’Associazione
Famiglie Sma.
(
altrevoci.blog.rainews24.it
11 / 11 / 2009
clicca
qui )
Il viceministro: «discuteremo le loro proposte per l'assistenza
domiciliare»
Sla, i malati sospendono lo sciopero
della fame. Fazio li incontraSalvatore Usala, ideatore della protesta: «Sono problemi importanti e
servono soluzioni certe» I malati di Sla hanno deciso di sospendere lo sciopero della fame. Dal 4
novembre Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e Claudio Sabelli,
malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica in fase avanzata,
avevano indetto la protesta per segnalare la mancanza di una degna
assistenza domiciliare. Negli ultimi giorni si erano aggiunti anche
altri due romani, Pietro Pellillo e un altro malato che ha voluto mantenere
l'anonimato. L'INCONTRO CON IL VICEMINISTRO- Il Vice Ministro Ferruccio Fazio,
in seguito a questa mobilitazione, ha aperto un canale per un confronto e
giovedì si svolgerà una riunione straordinaria della consulta per le
malattie neuromuscolari - tavolo di consultazione in cui, oltre alla SLA,
sono presenti altre patologie rare e non. «La questione delle drammatiche
condizioni in cui vivono migliaia di famiglie italiane è stato sollevato e
recepito, ora merita una risposta concreta in tempi rapidi - commenta Mauro
Pichezzi, presidente di Viva la Vita Onlus -. È amaro constatare che nel
nostro Paese i malati, per farsi sentire, debbano ricorrere a gesti così
estremi».
USALA: «SI DISCUTA DELLE
MIE PROPOSTE» - Salvatore Usala è stato
il primo a pensare di realizzare questa protesta estremo, dopo aver scritto
una lettera aperta al ministro. L'ha messa in pratica e ha visto subito di
aver trovato altri malati e le loro famiglie al suo fianco. Ora attende i
risultati di questa iniziativa, che gli è anche costata un collasso. «Ho
ricevuto la risposta richiesta dal ministro Fazio - ha commentato Usala -
che ha convocato una riunione straordinaria della consulta . Sono stato
invitato ma non potrò partecipare per ovvie ragioni di salute. Interverrò
comunque tramite il mio delegato prof. Mauro Pichezzi presidente
dell'associazione Viva la Vita. La riunione è stata convocata per discutere
i miei progetti assistenziali e formativi, mi auguro che la discussione
verterà su parametri oggettivi e vengano meno interessi di natura
corporativa, mi augurò altresì che vengano lasciati da parte rancori e
gelosie che non possono avere cittadinanza quando si parla di problemi cosi
importanti che vanno risolti celermente».
Il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio ha inviato oggi una lettera
al professore Salvatore Usala dell'Associazione Italiana Sclerosi
laterale Amiotrofica (Aisla) della Sardegna in cui ribadisce che gli
impegni già assunti nelle precedenti riunioni con la Consulta dei malati
di Sla e negli incontri con le associazioni per la definizione di
percorsi assistenziali adeguati ed uniformi su tutto il territorio
nazionale costituiscono priorità di governo. Lo comunica una nota del
ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Inoltre -
si legge nella nota -i l viceministro Fazio ha convocato in via
straordinaria la Consulta il prossimo 12 novembre per esaminare in modo
tempestivo ed esaustivo le proposte di Salvatore Usala. In base alla
valutazione tecnica della Consulta, il viceministro promuoverà con
carattere di urgenza in Conferenza Stato Regioni, e a tutti i livelli
istituzionali coinvolti, le misure per il superamento delle criticità
segnalate dall'Aisla.
Roma, 10/11/09 (ANSA) MALATI SOSPENDONO LO SCIOPERO DELLA FAME
Lo rende noto l’Associazione “Viva la vita”
Onlus. Dal 4 novembre Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e
Claudio Sabelli, malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica in fase avanzata,
hanno indetto lo sciopero della fame per protestare contro la mancanza di
una degna assistenza domiciliare ai malati di SLA del Paese. Negli ultimi
giorni si erano aggiunti anche altri due romani, Pietro Pellillo e un
altro malato che ha voluto mantenere l’anonimato. Numerose adesioni sono
giunte anche dall’Associazione “Luca Coscioni”, con l’On. Maria Antonietta
Farina Coscioni in testa.È con profondo sollievo – afferma
l’Associazione in una nota – che si annuncia che Salvatore Usala, Giorgio
Pinna, Mauro Serra e Claudio Sabelli hanno sospeso lo sciopero della fame.
Il Vice Ministro Ferruccio Fazio ha aperto un canale per un confronto
costruttivo: questo è solo l’inizio di una lunga trattativa che dovrà
necessariamente coinvolgere tutto il Ministero del Welfare ed il Ministro
Tremonti.Il prossimo 12 novembre, rende noto
l’Associazione, il Vice Ministro Fazio ha indetto una riunione
straordinaria della consulta per le malattie neuromuscolari – tavolo di
consultazione in cui, oltre alla SLA, sono presenti altre patologie rare e
non – con all’ordine del giorno la disamina di una proposta fattiva per la
presa in carico di un malato di SLA, incentrato sull’apporto sociale di
aiuto alla persona attraverso badantato opportunamente formato alla
gestione di un malato complesso.«La questione delle drammatiche
condizioni in cui vivono migliaia di famiglie italiane è stato sollevato e
recepito, ora merita una risposta concreta in tempi rapidi – commenta
Mauro Pichezzi, presidente di “Viva la Vita” Onlus – . È amaro
constatare che nel nostro Paese i malati, per farsi sentire, debbano
ricorrere a gesti così estremi».
MALATI DI SLA IN SCIOPERO DELLA FAME : ABBIAMO
DIRITTI ALL’ASSISTENZA DOMICILIARE
Uno sciopero della fame per un’assistenza domiciliare dignitosa
per tutte le persone che soffrono di Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla).
Salvatore Usala e Giorgio Pinna hanno iniziato lo sciopero il 4 novembre,
annunciandolo con una
lettera aperta al sottosegretario alla Salute
Ferruccio Fazio.“Viviamo senza assistenza” scrive Usala nella lettera, spiegando che gran
parte delle famiglie italiane vive nel totale abbandono da parte delle
istituzioni.Nella lettera Usala propone a Fazio un progetto di integrazione
socio-sanitario dettagliato, per una presa in carico del malato di Sla a
domicilio che comprenda tabelle, costi comparati e schema di un corso di
formazione per badanti, che attinge ai progetti regionali già esistenti in
alcune regioni italiane.Anche la deputata radicale
Maria
Antonietta Farina Coscioni, copresidente dell’associazione Luca
Coscioni, ha preso parte alla mobilitazione. “Mi unisco all’iniziativa
nonviolenta di dialogo intrapresa da Salvatore Usala, Giorgio Pinna e
Mauro Serra, malati di SLA che hanno intrapreso uno sciopero della fame”
dichiara Maria Antonietta “ La loro è una scelta difficile, che comprendo:
per aiutarli mi affianco alla loro iniziativa. Stiamo parlando di pazienti
e di famiglie in situazioni spesso disperate, senza aiuti economici
adeguati o assistenza: pochi minuti al giorno, quando va bene. Hanno
diritto ad una vita dignitosa, ed è nostro dovere assicurargliela. E’
sconcertante – e costituisce motivo di vergogna – che in un paese che il
presidente del Consiglio vanta essere la sesta potenza mondiale – ci siano
trattamenti da terzo mondo per i malati di Sla. Sollecito e chiedo al
Governo e al Viceministro Fazio una risposta ai legittimi e giusti quesiti
posti dai signori Usala, Pinna e Serra, e che non ci si trinceri in
risposte formali e burocratiche, indice di sostanziale indifferenza verso
un problema che riguarda centinaia di persone sofferenti e le loro
famiglie. “La risposta è arrivata solo dopo 4 giorni di sciopero della fame.
Ferruccio Fazio ha risposto ai manifestanti "Sono pronto già da lunedì a
incontrare i rappresentanti dei malati per un confronto costruttivo",
dichiarandosi disponibile a valutare tutti i problemi relativi
all’assistenza domiciliare.Mauro Pichezzi, presidente dell’associazione
Viva la Vita si
è dichiarato soddisfatto dell’intervento del prof. Fazio. Se manterrà la
parola data sarà infatti possibile interbenire concretamente sulla
condizione estrema in cui versano i malati di Sla e le loro famiglie.
MARIO MELAZZINI (AISLA) HA INCONTRATO
SALVATORE USALA, MALATO DI SLA IMPEGNATO NELLO SCIOPERO DELLA FAME. Monserrato (Cagliari), 9 novembre 2009 - Nella
mattinata di oggi, lunedì 9 novembre, il presidente dell?Associazione
Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA) Onlus Mario Melazzini ha
incontrato Salvatore Usala - uno dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica
(SLA) impegnati dallo scorso 4 novembre nello sciopero della fame - presso
l?abitazione di quest?ultimo, a Monserrato (Cagliari).
«Ho trovato Usala in discrete condizioni fisiche - ha dichiarato Melazzini
-, ben idratato e determinato a continuare lo sciopero fino a che non avrà
ricevuto risposte dal viceministro alla Salute, prof. Ferruccio Fazio, in
merito alla valutazione del progetto assistenziale in favore dei malati di
SLA da lui elaborato e ai conseguenti interventi concreti sul percorso
assistenziale. Esprimo nel contempo viva preoccupazione per le gravi
conseguenze fisiche che il protrarsi dello sciopero della fame potrà
generare in Usala e negli altri malati di SLA».Melazzini, inoltre, ribadisce
«la vicinanza di AISLA Onlus a Salvatore Usala, agli altri ammalati di SLA
impegnati nello sciopero della fame e ai loro familiari, pur non
condividendo le modalità della loro protesta, che ci auguriamo vivamente non
venga strumentalizzata in maniera sterile da nessuno e in alcun modo. AISLA
Onlus resta naturalmente a completa disposizione di tutti i malati di SLA,
dei loro familiari e del viceministro Fazio per intraprendere ogni azione
volta a migliorare in modo concreto la qualità della vita delle persone con
SLA residenti nel nostro Paese e delle loro famiglie». Filippo Bezio ( 10/09/2009 Ufficio Stampa Aisla -
www.confinionline.it
)
Sclerosi laterale amiotrofica:
lo sciopero della fame di Usala entra in Parlamento.
150 adesioni in tutta Italia
(IlMinuto) – Cagliari, 9 novembre - "Dalla mezzanotte di
oggi (7 novembre, n.d.r) mi unisco all'iniziativa non violenta di dialogo
intrapresa da Salvatore Usala, Giorgio Pinna e Mauro Serra". Lo ha
dichiarato la deputata del Partito Radicale, Maria Antonietta Coscioni,
aderendo allo sciopero della fame lanciato da Usala per rivendicare una
migliore assistenza per tutti i malati di Sla. Ieri la parlamentare, e
presidente dell'associazione Luca Coscioni, ha visitato il promotore
dell'iniziativa nella sua casa di Monserrato e ha rilanciato in tutta
Italia la mobilitazione, raccogliendo 150 adesioni in poche ore. "Ho già
presentato diverse interrogazioni al Ministro della Salute - ha dichiarato
la deputata - nelle quali denuncio la situazione avvilente in cui Usala,
Serra, Pinna e tanti malati di Sla si vengono a trovare e patiscono". "E'
sconcertante - ha proseguito l'esponente radicale - che in Sardegna, come
nelle altra regioni italiane, non si sia effettuata ancora una 'mappatura'
sulla distribuzione geografica di questa patologia, istanza che avevo già
sollevato due anni fa. E' sconcertante quanto scrive Usala al
sottosegretario Fazio: 'Quest'anno sono morti tanti malati per abbandono e
soprattutto perché, non avendo assistenza, non hanno fatto la
tracheotomia'". La lotta di Usala e degli affetti dalla Sclerosi laterale
amiotrofica ha raccolto anche la solidarietà del di Rifondazione comunista
Sardegna: "Il Prc - si può leggere in una nota - appoggia la drammatica
battaglia di Salvatore (iscritto al Partito dalla sua fondazione) e dei
malati di Sla, che rientra nelle lotte per un sistema sanitario vicino
alle esigenze dei cittadini e dunque fondato su adeguati finanziamenti e
supportato da specifiche politiche organizzative". www.lucacoscioni.it
- www.ilminuto.info
Farina Coscioni: Intervento in aula 9 novembre su Istituzione Ministero
della salute9 novembre 2009Signor
presidente, colleghe e colleghi, Vice Ministro Fazio Innanzitutto
voglio ricordare, perché almeno ne resti traccia e memoria negli atti
parlamentari, che da venerdì 6 novembre tre malati di Sclerosi Laterale
Amiotrofica, Salvatore Usala, Giorgio Pinna e Mauro Serra, hanno
intrapreso uno sciopero della fame e potete tutti immaginare – nelle loro
condizioni – quanto la cosa sia gravosa. Mi sono recata ieri a Cagliari, a
casa di Salvatore Usala, per assicurare il mio impegno: di militante
radicale, di dirigente dell’Associazione Luca Coscioni, di parlamentare e
di cittadina e dalla mezzanotte di sabato mi sono unita al loro sciopero
della fame . In queste ore – lo voglio sottolineare anche qui, ed
esprimere loro gratitudine e ringraziarli per quello che hanno deciso di
fare e fanno – 251 cittadini, spontaneamente, hanno comunicato la loro
adesione a questa iniziativa nonviolenta gandhiana, anche loro sono con
uno sciopero della fame e tra loro ci sono diversi malati che hanno deciso
l’autoriduzione dei farmaci, ed è un risultato straordinario: che
coinvolge malati, le famiglie, persone che vivono sulla loro pelle la
malattia, o la vedono vivere a parenti ed amici; dico loro grazie, questo
loro sostegno è importante, come è importante che tanti altri ci
raggiungano e si uniscano a questa nostra lotta: credo possa aiutare anche
lei, signor vice-ministro della Salute.“Viviamo senza alcuna assistenza”,
le hanno scritto Usala, Pinna e Serra in una lettera aperta indirizzata a
lei, signor vice-ministro della Salute. Usala, Pinna e Serra sono la punta
di un iceberg. Stiamo parlando di pazienti e di famiglie in situazioni
spesso disperate, senza aiuti economici adeguati o assistenza: pochi
minuti al giorno, quando va bene. Hanno diritto ad una vita dignitosa, ed
è nostro dovere assicurargliela. Ho già presentato diverse interrogazioni
al ministro della Salute, nelle quali denuncio la situazione avvilente
nella quale Usala, Pinna, Serra e tanti malati di Sla, si vengono a
trovare e patiscono. Credo che sia sconcertante che ancora non si sia
effettuata una “mappatura” sulla distribuzione geografica di questa
patologia, un’istanza che avevo già sollevato due anni fa e che è rimasta
lettera morta; è sconcertante che non si sappia con esattezza come vengono
utilizzati i fondi che già il precedente governo aveva stanziato a favore
dei malati di Sla e le loro famiglie; è sconcertante quanto scrive Usala
al vice-ministro Fazio: “Quest'anno sono morti tanti malati per abbandono
e soprattutto perché, non avendo assistenza, non hanno fatto la
tracheotomia”; è sconcertante che uno strumento legislativo, i Lea
(Livelli essenziali di assistenza), il Nomenclatore degli ausili e delle
protesi che non è aggiornato dal 1999, giacciano da un anno e mezzo in
conferenza Stato-Regioni e ancora non ci sia traccia di un accordo. E’
sconcertante, infine – e costituisce motivo di vergogna – che nella sesta
potenza mondiale – ci siano trattamenti da terzo mondo per i malati di Sla.
Usala, Pinna e Serra, le centinaia di cittadini che in queste ore stanno
facendo lo sciopero della fame, e anch’io che vi sto parlando,
sollecitiamo e chiediamo al Governo di non trincerarsi, di non nascondersi
dietro risposte formali e burocratiche, indice di sostanziale indifferenza
verso un problema che riguarda centinaia di persone sofferenti e le loro
famiglie.Per quel che riguarda la questione circa l’opportunità o meno di
istituire un Ministero – ed un Ministro – della Salute: ci sono buone
ragioni per essere favorevoli, ed altrettante ragioni per essere contrari.
Comincio dalle buone ragioni: nella grande maggioranza dei paesi
industrializzati ci sono un Ministro e un Ministero autonomi. In alcuni
però è stato adottato l’accorpamento con il Ministero del Lavoro e degli
Affari Sociali, prevedendo all’interno un Dipartimento di Salute con un
responsabile senza rango di Ministro. La salute è certo uno dei maggiori
obiettivi di ogni paese, e la Sanità è uno dei settori più importanti: da
noi vale circa il 9 per cento del PIL, tenendo conto dell’indotto gli
occupati superano 1,5 milioni; presenta strutture su tutto il territorio
nazionale, interessa la totalità dei cittadini… Ora le ragioni per non
istituire un autonomo Ministero della Salute: l’evoluzione del modello di
organizzazione sanitaria in Italia negli ultimi 30 anni vede una tendenza
al decentramento e al federalismo sanitario che ha come naturale
conseguenza il “declassamento” del Ministero della salute a Dipartimento;
pur avendo cambiato nome, il Ministero della Salute continua ad essere
concepito da tutti – politici, istituzioni, sindacati, interessi
industriali e farmaceutici – come Ministero della Sanità; per tutti questi
“interessi” è meglio avere un interlocutore unico, ed infatti non può e
non deve sfuggire che tutti costoro sono favorevolissimi al Ministero
autonomo. Unici interlocutori assenti sembrano essere icittadini, che
dispongono di pochissimi strumenti per tutelare i loro diritti; e con
una pressoché inesistente informazione indipendente ed accessibile…In
altre parole un Ministero è quello che ci vuole per la Sanità e tutti i
suoi attori, ma sono i cittadini e la tutela della loro salute che
dovrebbero esserne soprattutto interessati. Credo dunque si possa dire
che entrambe le posizioni hanno elementi di ragionevolezza; i deputati
radicali potrebbero essere favorevoli all’istituzione del Ministero se
fosse previsto esplicitamente il compito di organizzare la valutazione
indipendente di tutti i servizi e le strutture del sistema sanitario e
l’organizzazione dell’informazione sui risultati delle valutazioni in
modo facilmente accessibile per i cittadini. Il Ministero cioè dovrebbe
fare una cosa che ora non fa pressoché nessuno: fornire strumenti di
valutazione e conoscenza indipendente ai cittadini, garantendo, oltre a
coordinamento e controllo, che possano scegliere consapevolmente le
strutture di cura e i percorsi terapeutici, conoscendone la reale
efficacia in luogo delle dichiarazioni autoreferenziali che il sistema
sanitario tradizionalmente ha sempre fornito.Dunque
se proprio si vuole un Ministero della Salute, che sia rafforzato
prevedendo esplicitamente poteri (anzi doveri!) in materia di tutela dei
diritti dei cittadini e della loro salute. E’ per esempio essenziale
istituzionalizzare il percorso Valutazione–Informazione– Scelta
consapevole dei cittadini. Discutiamo allora di quali poteri e di quali
competenze, il grado di autonomia e di forza si dota il nuovo Ministro
della salute; sarà più chiaro così se davvero è necessario ed opportuni
istituirlo. Questo
fin da ora vi posso dire e assicurare: che io, come componente della
commissione Affari Sociali che più direttamente avrà a che fare con il
futuro ministero, e tutte le mie compagne e i miei compagni radicali,
saremo sempre presenti, vi solleciteremo e, mi si passi il termine, vi
braccheremo con la nostra funzione ispettiva e di controllo. Non posso –
e me ne dolgo, perché davvero avrei voluto poter dire il contrario –
dare una valutazione positiva dell’operato del ministro che finora ha
ricoperto anche le funzioni e le responsabilità per quanto riguarda la
Salute. Discutibili, spesso inaccettabili, le iniziative che sono state
prese, le decisioni adottate, per non parlare delle dichiarazioni di
intenti, delle prese di posizione; un fare e un dire che è stellarmene
lontano dal mio sentire, da quello che ritengo sia giusto e necessario
fare: penso all’atteggiamento assunto sul caso di Eluana Englaro; ma
anche alla posizione sul testamento biologico, alla pillola RU486, più
in generale su quei temi che oggi s’usa dire “eticamente sensibili”.
Penso anche, non da ultimo, a quello che accade in questi giorni per
quel che riguarda la pandemia influenzale: un profluvio di tante
dichiarazioni, spesso tra loro contraddittorie tante parole, pochi
fatti. Credo occorra ben altro che uno spot televisivo con Topo Gigio, o
conferenze stampa a ripetizione; la vaccinazione delle fasce di
popolazione considerata a rischio, per le sue modalità, è per lo meno
discutibile; del resto, non c’è giornale che non ne dia conto.
Sottolineo solo che a suo tempo, con un’interrogazione cui non è stata
data risposta, avevo segnalato come luoghi di concentrazione e
diffusione del virus, le carceri: luoghi per definizione di promiscuità.
Non é prevista la vaccinazione né per i detenuti, né per gli agenti di
custodia e gli altri operatori che non sia personale sanitario. Giusto
l’altro giorno ho appreso che un detenuto è stato ricoverato, da Regina
Coeli in ospedale, per una sospetta influenza. Voglio sperare non sia
l’inizio di una situazione incontrollabile, in una istituzione – il
carcere – già di per sé fonte e luogo di innumerevoli tensioni e
problemi. Voglio credere e sperare che si mostri un’attenzione e una
sensibilità maggiore verso le centinaia di malati e le loro famiglie
costrette a vivere in situazioni difficili e dolorose. Un primo banco di
prova è senz’altro costituito dalla questione sollevata da Usala, Pinna
e Serra con il nostro digiuno, e da quanti come noi, dentro e fuori il
Parlamento, vorranno sostenere questo digiuno di dialogo.Un malato di
SLA costa mediamente 1700 euro al giorno in terapia intensiva, 360 in
RSA, 240 in casa. Quello che chiediamo, quello per cui lottiamo, è che
sia data la possibilità al malato di poter stare vicino ai suoi
familiari. E’ la stessa lotta che condusse Luca Coscioni, e che fecero
poi Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, e oggi tanti altri con e come
loro, Alessandro Frezzato, Sabrina di Giulio, Rosma Scuteri, Severino
Mingroni, Gustavo Fraticelli: che con il loro corpo, il corpo del
Malato, tentano di raggiungere il vostro cuore, il cuore della politica.
On.
Maria Antonietta Farina Coscioni Membro Commissione Affari Sociali
Co-Presidente
"Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica"
Il Tg 3 – edizione nazionale –
segue con attenzione la vicenda della protesta dei malati di sla, e
trasmetterà oggi un mio intervento sulla vicenda nell’edizione
delle 14.20.Il blog de Il Musico Impertinente aderisce
al drammatico appello di alcuni ammalati di sla che per protesta contro le
disattenzioni di questo governo, sospendono già da cinque giorni la
nutrizione artificiale.
Su questo blog abbiamo già denunciato di
recente la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni nei confronti
della sla, come malattia progressiva ed invalidante. La protesta a cui gli
ammalati sono oggi costretti è gravissima, innanzitutto perché il loro
gesto li espone a rischi notevoli, in una situazione, inutile ricordarlo,
di grave compromissione clinica.Che poi, oggi, degli ammalati gravi, in
Italia, siano costretti a ricorrere ad uno strumento così invasivo e
compromettente come la cessazione della nutrizione artificiale perché la
loro voce e le loro richieste vengano ascoltate è aberrante.La necessità della protesta è intesa a
sottolineare come in realtà gli ammalati di sla siano sostanzialmente
abbandonati a se stessi e alle loro famiglie, molto spesso impreparate a
fronteggiare tutti i bisogni di un malato.L’aberrazione sta nel fatto che quello
stesso Stato, generalmente assente dalla vita e dalle difficoltà
quotidiane dovute alla malattia, poi si ripresenti, con solerzia, pronto
ad intrufolarsi in un momento così intimo e delicato come la morte di un
individuo, in nome di insulse posizioni ideologizzanti che nulla hanno a
che vedere con la sacralità della vita e della religione. Un governo
lontano dalle reali esigenze degli ammalati, che rivendicano dignità e
diritti, non può per mera opportunità politica diventare poi invadente
prevaricando un diritto sancito dalla Costituzione. Non è stato possibile
in nove mesi avere risposte concrete dalla Consulta delle Malattie
Neuromuscolari mentre in tre giorni è stata approntata l’assurda legge sul
fine vita.Invitiamo Salvatore Usala, Giorgio Pinna,
Mauro Serra e Claudio Sabelli a sospendere uno sciopero della fame che
espone ad un ulteriore a grave rischio la loro vita. Il nostro intento è
comunque quello di continuare a protestare tutti insieme perché i nostri
diritti siano riconosciuti.Ringraziamo l’on. Maria Antonietta Farina Coscioni per il suo intervento diretto in questa vicenda, avendo aderito
allo sciopero della fame, e per l’interpellanza parlamentare presentata
nel pomeriggio sul mio caso relativo all’invalidità negata con diagnosi di
sla, tenendo conto, naturalmente, che il mio non è un caso isolato ma è
purtroppo una consuetudine. È necessario cambiare le norme a riguardo
perché tutto diventi più veloce e agevole per malati che, come è noto, non
hanno molto tempo a disposizione, vista la veloce progressione della
malattia.
Paolo e Maria
Consiglio Comunale, Odg
fuorisacco su malati di SLA: ammissione di una colpa
Ieri sera
il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno fuorisacco
presentato dal collega Mauro Solinas. Voto unanime dei presenti.
Argomento la protesta dei malati di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica)
che lamentano l’arretratezza tecnologica e la scarsità di mezzi con i quali
gli stessi e le loro famiglie vengono assistiti dallo “Stato”. Ho
votato anch’io l’ordine del giorno. L’ho votato perchè sull’argomento c’era
un’intesa dei gruppi Consiliari e soprattutto perché conosco la serietà del
suo firmatario, con il quale collaboro fruttuosamente in seno alla
Commissione Servizi Sociali del Comune, e perché so che è sincero lo spirito
lo ha indotto a farsene carico ed a portarlo all’attenzione della civica
assemblea. Ma quell’ordine del giorno per come era formulato e per ciò che “chiede”
o per quel che “impegna” non andava votato e mi rimprovero di non
aver avuto la forza o il coraggio di dirlo in Consiglio, dissentendo e
rompendo quel clima così melenso ed al tempo stesso altrettanto distratto
che si respirava in aula. Innanzitutto in cosa ”impegna”
quell’ordine del giorno? Riporto testualmente: 1) impegna il Sindaco del
Comune di Oristano a manifestare ai malati di SLA e alle loro famiglie
la solidarietà delle Istituzioni che rappresentano; 2)a porre in
essere tutte le iniziative possibili perché la protesta dei nostri
conterranei giunga al Ministro competente supportata da tutta la forza
che merita una vera battaglia di principio di una società civile.Ho letto e riletto
questi due impegni prima di votarli e non mi convincevano affatto, e mentre
li riscrivo per questa nota mi assale la rabbia per il mio silenzio.Ma cosa vuol dire “impegna
il Sindaco del Comune di Oristano a manifestare ai malati di SLA e alle loro
famiglie la solidarietà delle Istituzioni che rappresentano”? Nulla
ovviamente. Nulla sul piano giuridico, nulla sul piano politico. Qualcosa
sul piano umano, forse. Credo che tuttavia Angela Nonnis, anche per la sua
sensibilità, non avesse bisogno certo del nostro mandato per esprimere
solidarietà.Il Consiglio Comunale è
un organo amministrativo del Comune, da indirizzi politici, indica percorsi
amministrativi al Sindaco e alla Giunta per approntare servizi che
rispondano ai bisogni di una comunità, le nostre comunità, destina risorse
per poterli finanziare: nella specie approva il PLUS con i suoi progetti al
servizio delle persone che vivono nel Distretto, di cui Oristano è peraltro
Comune Capofila ( ossia città-guida). Bene, un ordine del giorno che avesse
un senso avrebbe dovuto impegnare Sindaco e Giunta a selezionare “quel”
bisogno, ad inserirlo tra quelli meritevoli di un intervento, di un
progetto, di una certa disponibilità di risorse, magari all’interno della
programmazione del PLUS. Da attuarsi nel prossimo triennio, atteso che
proprio nelle prossime settimane il Consiglio sarà chiamato ad approvare i
progetti per il 2010/2012.La solidarietà un ente
pubblico territoriale come il Comune, con le sue particolare competenze in
materia, la manifesta solo così: con scelte che diventano atti, progetti
appunto, servizi. Non ci sono altri modi. Diversamente sono solo
chiacchiere, peraltro fastidiose, che rischiano di diventare autentiche
finzioni.E cosa vuol dire “impegna
a porre in essere tutte le iniziative possibili perché la protesta dei
nostri conterranei giunga al Ministro competente supportata da tutta la
forza che merita una vera battaglia di principio di una società civile”?
Nulla anche in questo caso. Anzi, assolutamente nulla. Innanzitutto perché
le competenze esclusive sono in capo alla Regione e non allo Stato. Perché è
quello il livello in cui le risorse vanno accantonate ed implementate ed i
servizi e le strumentazioni erogati con interventi strutturati. Va detto con
molta chiarezza, anche la dove l’impegno fosse già in atto.Gli ordini del giorno
quando si approvano devono avere un senso ( politico ) ed un
futuro (amministrativo), diversamente è decisamente meglio non
approvarli. Non ho avuto il coraggio di sostenerlo pubblicamente ieri sera ,
né ho provato a persuadere il mio Gruppo politico della necessità di un
atteggiamento più rigoroso, e di conseguenza più efficace, su ciò che
andavamo a votare.Di questo me ne scuso
con i miei concittadini ed in particolare con i malati di SLA ed i loro
familiari.Spesso, sbagliando, si
ha paura di seguire un pentagramma diverso da quello che leggono la
maggioranza dei colleghi e che pensiamo sia la musica preferita dai nostri
cittadini. Talvolta basta avere il coraggio di cambiare spartito, leggere
note diverse per scopre un’altra musica, magari assai più gradita da chi ci
ascolta.Me ne scuso anche come
cristiano, sebbene non sia abituato a richiamare la mia fede nelle decisioni
da assumere nell’esercizio della responsabilità politica ed amministrativa.
Lo dico perché impropriamente nelle premesse all’Odg si fa riferimento al
messaggio cristiano. L’impegno politico per chi si dice cristiano non è
mai in nome della fede, semmai è sollecitato dalla fede. Me ne scuso
dunque perché l’esercizio della carità attraverso le Istituzioni si
manifesta principalmente nel riconoscimento dei bisogni, nell’attribuzione
dei diritti e nell’approntamento dei servizi in grado di soddisfarli.Mi conforta tuttavia
sapere, e va detto, che per esplicita richiesta in aula del mio Capogruppo
Consiliare, non si esamineranno più fuorisacco, frettolosamente, ordini del
giorno che non siano realmente rispondenti ad una straordinaria
necessità. Avessimo discusso e
votato quello dei malati di SLA tra una settimana, a seguito di un dibattito
vero, probabilmente il Consiglio avrebbe strappato con un odg concreto un
impegno meno fumoso.
(Comune di Oristano
11/11/09)
Malati di Sla in sciopero della fame Scrivono lettera aperta a Fazio
I pazienti, tutti sardi,
rivendicano un’assistenza adeguata alle loro condizioni: "Quest’anno sono
morti tanti malati per abbandono e soprattutto perchè, non avendo
assistenza, non hanno fatto la tracheotomia"
Cagliari, 6 novembre
2009 - Tre malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica)
della Sardegna, una delle regioni con la più alta incidenza di questa
malattia, hanno iniziato lo sciopero della fame per rivendicare
un’assistenza adeguata alle loro condizioni. Salvatore Usala, 56 anni, di
Monserrato (Cagliari), componente la neocostituita commissione regionale
sulla sla, aveva preannunciato due giorni fa la protesta ad oltranza con una
lettera aperta al viceministro della Salute Ferruccio Fazio, pubblicata sul
sito dell’associazione «Viva la vita».
«Le ho mandato una
lettera aperta, un video di denuncia dove annunciavo lo sciopero
della fame: ho aspettato una settimana per attendere la risposta della
Consulta delle malattie neuromuscolari, ho replicato e le ho trasmesso
tutto», scrive Usala, che ha cominciato la protesta assieme a Giorgio Pinna,
50 anni, ex vigilante di Siliqua (Cagliari) e a Mauro Serra, 47 anni di
Quartucciu (Cagliari) «Se ha letto avrà notato l’inconsistenza delle
proposte e l’intollerabile lentezza. Sono nove mesi che lavorano e non hanno
partorito niente di nuovo, se non vecchie linee guida in vigore in diverse
regioni».«Mi permetto di interpretare le esigenze di tutti
i malati, familiari, operatori che stanno facendo una guerra impari»,
aggiunge Usala, al quale la Regione Sardegna assegna circa 17.600 euro
l’anno per l’assistenza personale e infermieristica integrata dalla moglie
che gli è accanto nelle ore notturne.
«Mi permetto di farle notare che quest’anno sono morti tanti malati per
abbandono e soprattutto perchè, non avendo assistenza, non hanno fatto la
tracheotomia. Questi morti sono di gran lunga superiori al bilancio finale
dell’influenza suina che tanto spaventa gli italiani e lei in particolare».
«Abbiamo diritto a
una risposta», conclude Usala, rivolto a Fazio. «Le ci deve
dedicare dieci minuti. Faccia studiare i documenti ai suoi tecnici. Io con
diversi compagni faremo lo sciopero della fame. Spero che nessuno si faccia
male per colpa del suo assordante silenzio».
Sono oltre un
centinaio i pazienti che, in Sardegna sono affetti da Sla (Sclerosi
laterale amiotrofica), la malattia all’origine della lunga agonia di
Piergiorgio Welby e di Giovanni Nuvoli, morto ad Alghero il 23 luglio 2007.
Al momento non esistono dati completi sulla distribuzione geografica della
patologia, ma di sicuro una delle incidenze maggiori rispetto alla
popolazione si registra nella provincia del Medio Campidano, con 15 casi su
70.000 abitanti. È un dato spropositato, se si considera che nell’area vasta
di Cagliari, su 600.000 residenti i casi di Sla sono circa 20. Nell’ultimo
decennio nell’isola l’incidenza della Sla è raddoppiata e ha raggiunto lo
0,68 per centomila abitanti.
fonte agi
SKYTG24
a cura di Stefania Trapani
Intervento di Salvatore
Usala Testamento Biologico
LIBERI DI SCEGLIERE
a cura di Mario Franco Cao
7 Novembre 2009 Cagliari
Sla, lotta a oltranza dei
malati
Allo sciopero della fame
si unisce una deputata
Da oggi alla protesta
partecipa anche Maria Antonietta Farina Coscioni. «Lo Stato si
disinteressa dei malati e non fornisce l'assistenza. Stiamo diventando un
Paese del terzo mondo».
La sofferenza di un
malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) l'ha vista da vicino. «Mio
marito Luca Coscioni è morto nel 2006 dopo undici anni di malattia». Da oggi
la deputata dei Radicali italiani Maria Antonietta Farina si unisce allo
sciopero della fame portato avanti ormai da tre giorni da Salvatore Usala di
Monserrato, Giorgio Pinna di Siliqua e Mauro Serra di Quartucciu. Protesta
forte quanto non violenta per chiedere ciò che è fondamentale a chi piano
piano, giorno dopo giorno, è destinato a perdere il controllo neurologico
dei muscoli del corpo, sino a restare immobile in un letto, impossibilitato
persino a respirare, a deglutire, a muovere gli occhi.
LO SCIOPERO «Chiediamo l'assistenza che oggi lo Stato nega alla
stragrande maggioranza dei casi», spiega Salvatore Usala, 53 anni, ex
tecnico informatico del liceo Siotto di Cagliari, malato da 4 anni e mezzo.
«Noi siamo prigionieri del nostro corpo e rendiamo prigionieri i nostri
familiari, costretti ad assisterci 24 ore al giorno. Soltanto per poche ore
la Regione garantisce la presenza a domicilio di assistenti alla persona e
di infermieri esperti nella rianimazione. Per tutti il resto ci deve pensare
mia moglie, con i pochi fondi messi a disposizione dallo Stato. E posso
anche dire che noi in Sardegna siamo fortunati: altrove chi soffre di sla è
praticamente abbandonato a se stesso».
La decisione di iniziare lo sciopero della fame è arrivata qualche giorno
fa, al termine di un incontro, definito dai malati «insoddisfacente», tra la
Commissione nazionale per le malattie neuro-muscolari e il viceministro con
delega alla Sanità Ferruccio Fazio. «Noi malati - proseguono nella loro
discussione i tre sardi autori della clamorosa protesta - non possiamo
aspettare i tempi della politica. In tanti muoiono per abbandono e
soprattutto perché, non avendo una adeguata assistenza, non hanno fatto la
tracheotomia».
LA DEPUTATA Maria Antonietta Farina fornisce dettagli ancora più
precisi. «La legge che stabilisce i livelli essenziali di assistenza è ferma
da un anno e mezzo nella conferenza Stato-Regione. Inoltre il cosiddetto
nomenclatore degli ausili e delle protesi, cioè l'elenco di tutti gli
apparati tecnologici necessari per i malati (respiratori automatici, sistemi
per la nutrizione, computer per il dialogo grazie a una tastiera azionata
dal movimento degli occhi dei pazienti ormai immobili) è ancora fermo al
1995, non è stato mai aggiornato malgrado i grandi progressi scientifici di
questi ultimi anni. In questo modo l'assistenza garantita ai malati di sla è
da terzo mondo. Soltanto le famiglie che hanno una certa disponibilità
economica hanno la possibilità di seguire al meglio i malati, per gli altri
l'indifferenza dello Stato e del Governo in pratica accorcia loro la vita».
Oggi l'onorevole Farina arriverà in Sardegna e a mezzogiorno renderà visita
a Salvatore Usala. «Anche io aderisco al loro sciopero della fame - prosegue
l'esponente del Radicali - ho seguito le sofferenze di mio marito e mi rendo
conto che quando un vice ministro come Fazio risponde in modo formale e
burocratico alle domande concrete di Salvatore Usala, Giorgio Pinna e Mauro
Serra, esprime solo una sostanziale indifferenza di fronte a certi problemi.
Aspetto da diversi mesi risposte alle mie interrogazioni sull'argomento sla.
I dieci milioni stanziati per l'acquisto di macchinari nel 2007 e 2008 come
sono stati spesi? Sono avanzati fondi da destinare all'assistenza personale
di queste persone?».
LA REGIONE In Sardegna la situazione è meno grave, grazie a un
programma di assistenza varato qualche anno fa e confermato anche dopo il
cambio di maggioranza politica alla Regione. Salvatore Usala, per esempio,
riceve dall'assessorato alla Sanità circa 17 mila euro all'anno. Non bastano
per l'assistenza, comunque rispetto a quanto avviene in altre parti d'Italia
è un bel passo in avanti. «Ma di notte - spiega il monserratino - ci deve
pensare mia moglie, non abbiamo nessun ausilio».
Il neurologo Vincenzo Mascia è il presidente della commissione regionale Sla,
composta anche da Roberto Bayre (medico di base), Giuseppe Borghero
(neurologo), Giuseppe Lo Giudice (presidente dell'associazione Sla
Sardegna), Agnese Lussu (fisiatra dell'Asl 8), Sandro Orrù (ricercatore di
genetica), Gianfranco Sau (meurologo), Carlo Sollai (psicologo), Tonio
Sollai (anestesista) e lo stesso Salvatore Usala. «Il nostro è un lavoro
collegiale - spiega Mascia - che è partito con l'istituzione di un registro
per i malati. Contiamo di concludere la ricognizione nel territorio entro
l'anno». I dati sono in aumento, ma non è un riscontro completamente
negativo. «La spiegazione statistica - prosegue Mascia - è chiara: adesso i
malati riescono a vivere molto più a lungo rispetto a prima».
I DATI L'incidenza in Sardegna era di 0,68 casi ogni centomila
abitanti sino a vent'anni fa ed è raddoppiata sino al 2000. Si prevede che
nel 2010 si arrivi a tre casi ogni centomila abitanti. Il registro
consentirà di programmare al meglio l'assistenza per i malati, ormai
possibile anche a domicilio.
Salvatore Usala riesce a lavorare benissimo al computer e ha preparato una
relazione dettagliata che spiega le esigenze dei malati e illustra il numero
dei casi in base anche alla gravità in rapporto all'evolversi della sla. Un
lavoro che deve essere ancora tradotto in interventi a sostegno delle
famiglie.
Negli indirizzi dell'assessore alla Sanità, Antonello Liori, c'è anche
l'obiettivo di fornire un'assistenza anche legale per il riconoscimento
dello stato di invalidità e di handicap. Il paradosso è che tutto ciò non
era scontato: sino a qualche anno fa si conosceva poco la sla e soprattutto
per i parametri assistenziali non era una malattia degenerativa. Così i
malati ogni anno dovevano sottoporsi a visite, non si sa mai che nel
frattempo fossero guariti. Paradosso all'italiana. Sulle spalle dei malati
di sla. Stavolta disposti a lottare. Sino in fondo. Con tanto di ultimatum:
«Aspettiamo notizie dal Ministero entro la terza settimana di novembre. Poi
ci lasceremo morire».
Paolo Carta ( L'Unione Sarda 8/11/2009)
Servizio TG Videolina
a cura di Ediangela Sechi
riprese Marco Massidda
Montaggio Sebastiano Deriu
Servizio
TG5
Canale 5 - Mediaset
Servizio TG5
Canale 5 - Mediaset
Servizio TG3 Regione
a cura di Incoronata Boccia
Studio Aperto
Italia 1 - Mediaset
Malati di Sla in
sciopero della fame per una “degna assistenza domiciliare”
Continua la protesta di Salvatore Usala e Giorgio Pinna annunciata con una
lettera aperta al sottosegretario Ferruccio Fazio. Altri malati si stanno
aggiungendo in queste ore. Ma dal Governo ancora nessuna risposta. La
proposta: un progetto di integrazione socio-sanitaria per la presa in carico
del malato
ROMA - In sciopero della fame per chiedere "una degna assistenza
domiciliare" per tutte le persone in Italia che soffrono di Sclerosi
laterale amiotrofica (Sla). Continua la protesta di Salvatore Usala e
Giorgio Pinna, entrambi malati di Sla, iniziata mercoledì 4 novembre e
annunciata con una lettera aperta al sottosegretario alla Salute Ferruccio
Fazio pubblicata sul sito dell'associazione "Viva la vita". Entrambi sardi e
determinati ad andare avanti "finché il governo non risponderà", in queste
ore Pinna e Usala stanno ricevendo diversi messaggi di solidarietà, l'ultimo
in ordine di tempo quello di Maria Antonietta Farina Coscioni. Ma mentre la
protesta si allarga su tutto il territorio nazionale, con l'adesione di
altri malati come Mauro Serra e Claudio Sabelli, dal Governo non è ancora
arrivata nessuna risposta.
"Lottiamo soprattutto per i diritti negati a tanti altri malati. Per
esempio, chi ha la Sla e vive in Sicilia oppure in Lombardia è praticamente
abbandonato dallo Stato. Noi in Sardegna siamo più fortunati, ma mica più di
tanto", scrive Usala, sottolineando che la loro è prima di tutto una
battaglia per i diritti di tutti: entrambi hanno, infatti, una buona
assistenza domiciliare che consente alle loro famiglie di avere un minimo di
respiro. Ma la gran parte delle famiglie italiane è senza aiuti e
abbandonata dalle istituzioni."Ho trascorsi i primi anni di SLA a rendere
meno problematica la vita a tutti quelli che mi ruotavano intorno: gli
impegni a scuola erano tanti, la vita sindacale, la mia famiglia. Volevo
essere sereno. Dopo è arrivata la fase di impossibilità fisica, la
nutrizione artificiale, la tracheostomia per continuare a respirare. Seppur
completamente immobile ho preteso di mantenere tanti bei propositi, la
voglia di fare; poi però ho assistito impotente alle morti sofferte per
abbandono di tanti amici con la Sla e mia moglie accanto a me sempre con il
suo immancabile sorriso, ma sempre più stanca. Quanto potrò andare avanti?
Quanto la SLA mi consentirà questa pur misera ma ancora attiva vita". Nella lettera Usala propone quindi a Fazio un progetto di integrazione
socio-sanitaria dettagliato, per una presa in carico del malato di Sla a
domicilio, comprensivo di tabelle, costi comparati e schema di un corso di
formazione per badanti, che attinge ai progetti regionali già esistenti nel
Lazio e in Sardegna. Un tipo di assistenza che "consentirebbe una più
oculata gestione delle risorse e darebbe un aiuto concreto alle famiglie"."La mancanza di assistenza ai malati di SLA colpisce tutto il nostro Paese,
indistintamente da nord a sud, e getta le famiglie nella più totale
disperazione", ha aggiunto Mauro Pichezzi, presidente dell'associazione Viva
la Vita Onlus. "L'apporto dei servizi sanitari, e soprattutto di quelli
sociali di aiuto alla persona, è pressoché assente e costringe le famiglie a
turni massacranti di assistenza continuativa 7 giorni su 7, tutto l'anno e
per anni e anni. Intere famiglie pagano un costo sociale altissimo, siamo di
fronte ad una vera e propria emergenza sociale. Nel Lazio-continua Pichezzi-
i malati in fase avanzata come Giorgio e Salvatore in respirazione meccanica
già godono di una buona copertura assistenziale sanitaria che arriva anche a
12 ore di infermieri al giorno, con costi medi che si aggirano a 150mila
euro all'anno a persona. Con una reale presa in carico anche da parte dei
servizi sociali, e con un badantato formato a disposizione delle famiglie,
le risorse a disposizione potrebbero essere gestite in modo più oculato con
maggiore soddisfazione anche da parte delle famiglie. Purtroppo nel resto
del Paese, l'assistenza è completamente demandata alle famiglie. Con il
ripristino dei Fondi per la non autosufficienza, si richiede urgentemente al
Ministero di destinarne una quota parte alle famiglie colpite dalla Sla per
garantire loro un'assistenza sociale. Ciò si può tradurre in un assegno
mensile alla persona modulabile a seconda dello stadio della malattia,
affinché le famiglie possano assumere un assistente familiare debitamente
formato." "Vale la pena di lottare per le cose senza le quali non ha senso vivere.
Chi ha la Sla e chi lo assiste sa cosa manca, io come malato posso farmene
una ragione e cerco di sopravvivere nella speranza di una cura, ma mia
moglie deve poter vivere, deve avere una libertà. Questa è la cosa che
voglio senza la quale non ha senso vivere", continua Usala, sottolineando
che la protesta "questa volta non è per morire ma per continuare a vivere,
ma ad una sola condizione: dignitosamente". (ec)
(
www.inail.it 06/11/09 )
Sanità e affari sociali :
Sciopero della fame dei malati di sla
Ieri la
commissione nazionale non è stata ricevuta dal ministro
Sacconi. Da qui la decisione choc di chi vive con questa
malattia. le cose senza le quali non ha senso vivere . La frase è di
Che Guevara, ma la prendo in prestito volentieri ». Salvatore
Usala, 56 anni, di Monserrato, da ieri ha cominciato lo
sciopero della fame. Mica uno scherzo per lui, malato di sla (sclerosi
laterale amiotrofica) da cinque anni e mezzo, costretto a stare in un
lettino e a parlare attraverso un computer speciale (il sintetizzatore
vocale).
Con lui, idealmente
al suo fianco, anche un altro malato, Giorgio Pinna,
50 anni, di Siliqua. Protesta clamorosa. Contro il ministro della
Salute, Maurizio Sacconi. «Chiediamo un’assistenza
adeguata e totale », spiega Salvatore Usala, «noi oggi siamo
prigionieri del nostro corpo per colpa di questa malattia e al tempo
stesso costringiamo i familiari a vivere in una prigione, visto che ci
devono assistere 24 ore al giorno». ASSISTENZA.
La Sardegna, soprattutto la zona del Medio Campidano, esprime numeri
da record: l’incidenza della sla è altissima. «La Regione negli anni -
prosegue Usala - ha organizzato una forma di assistenza per noi
ammalati di un certo tipo. Noi adesso lottiamo soprattutto per i
diritti negati a tanti altri malati. Per esempio, chi ha la sla e vive
in Sicilia oppure in Lombardia è praticamente abbandonato dallo Stato.
Noi in Sardegna siamo più fortunati, ma mica più di tanto». Salvatore
Usala parla con cognizione di causa: è inserito nella speciale
commissione regionale sulla sla. «Ho presentato un progetto completo,
con cifre, costi e corsi formativi necessari per il personale. Ma è
rimasto tutto nei cassetti: per adesso nessuna risposta ». IL
PROGETTO. La Regione oggi assegna circa 17.600 euro all’anno
a Salvatore Usala. «Ovviamente non bastano per coprire l’assistenza
personale e infermieristica necessaria - interviene la moglie,
Giuseppina Vincentelli - quindi di notte lo seguo io. Con tutto
l’amore possibile, ma senza alcuna preparazione specifica, anche se
l’esperienza ormai non mi manca». Basterebbe poco per migliorare la
condizione di Salvatore Usala, di Giorgio Pinna e di tanti altri
malati sparsi in Sardegna e in Italia. «Oggi la Regione - spiega
Salvatore - mi assegna un infermiere per sei ore, al costo di 30 euro
all’ora. Basterebbe molto meno, diciamo dalle sette alle otto del
mattino. Invece è carente l’assistenza di altro tipo, che costa 10
euro all’ora: oggi una badante viene ad aiutarmi per le pulizie e
altro per dieci ore, lasciando scoperta la notte, che trascorro
serenamente grazie a mia moglie». LA PROTESTA. Di
tutto questo sarebbe stato opportuno discutere con il Ministero della
Salute. Ma ieri la Commissione nazionale per le malattie
neuromuscolari non è stata ricevuta dal viceministro Ferruccio Fazio.
Da qui il tam tam tra i malati e la decisione choc: sciopero della
fame.TESTAMENTO.
C’è anche un altro argomento che sta molto a cuore a chi soffre di
sclerosi laterale amiotrofica e che invece non rientra nelle priorità
del Governo, evidentemente: il testamento biologico. Dal lettino della
sua casa di Monserrato, sistemato davanti al camino, vicino ai libri
sistemati su alcune mensole e a una foto di Che Guevara, Salvatore
esprime le sue idee: «Io voglio vivere, non voglio morire, ma
rivendico il diritto di poter scegliere di staccare la spina quando
vivere sarà solo sofferenza. Lo ritengo un diritto in un Paese
civile». Salvatore chiede acqua all’assistente e alla moglie: «Faccio
lo sciopero della fame, non dellla sete. Smetterò solo quando verremo
ascoltati».
In
tre hanno sospeso l'alimentazione indotta. Altri sono pronti a seguirli
Malati di Sla in sciopero della fame: «Viviamo senza alcuna assistenza»
Salvatore Usala ha
scritto al viceministro Fazio:
«Voi ci dite di
pazientare ma non capite che molti muoiono». Malati di Sla che
iniziano lo sciopero della fame: come uno che sta a galla a fatica e decide
di mettersi addosso una cintura di piombo. Salvatore Usala e Giorgio Pinna
sono attaccati alla vita con due tubi: uno serve per respirare e l'altro per
alimentarsi. Da mercoledì hanno convinto le rispettive mogli a staccare il
secondo: quello che gli infila in corpo un litro e mezzo di sostanze
nutritive. Giosi Usala: «È una scelta difficile, ma io devo fare quello che
decide mio marito». Famiglie sole in situazioni disperate. Spesso senza
aiuti economici o assistenza. Pochi minuti al giorno, se va bene. Un altro
malato di Sla ha già deciso di seguirli in questa lotta per chiedere aiuto:
Mauro Serra, anche lui sardo come i primi due. E ce sono altri a Roma pronti
a far staccare i loro tubi. Sentono di avere diritto a una vita diversa,
soprattutto quella che fanno le persone che hanno intorno. Chantal Borgonovo,
moglie di Stefano, l'ex giocatore del Milan malato di Sla, quando sente
parlare di sciopero della fame, si gela: «Sono dispiaciuta, sono affranta.
In un paese che si ritiene civile come può succedere che gente che non può
muoversi, né mangiare, né respirare, né parlare, debba fare una scelta del
genere per far sentire la sua voce? Non sono un medico ma credo che un
malato di Sla che decide di sospendere l'alimentazione rischia la vita 10
volte di più di un'altra persona. Stefano non si collega spesso al
sito dell'associazione di Viva la Vita che riporta la
protesta di Salvatore Usala, ma è al corrente di questa iniziativa». La
coppia Borgonovo, come tutte quelle dove c'è la Sla di mezzo, comunica solo
attraverso parole scritte: «Non mi ha ancora fatto sapere cosa pensa di
questo sciopero della fame. Ma è drammatico».
LA LETTERA A FAZIO: «MOLTI SI LASCIANO
MORIRE» - Salvatore Usala, proprio sul sito di Viva la Vita, poco più
di mese fa, aveva scritto una lettera aperta al viceministro alla Salute
Ferruccio Fazio: «Siamo 5000 forse 6000, nessuno lo sa con precisione,
abbiamo una malattia, la Sla, che è un dramma che investe la famiglia
intera. Voi ci dite di pazientare ma non capite che nel contempo tanti
muoiono perché non vogliono pesare sui loro cari e rifiutano la
tracheostomia, altri muoiono perché non hanno un minimo di assistenza. Di
queste morti, di questi trattamenti voi siete corresponsabili, non fatte
nulla, state silenti sulla riva del fiume indifferenti al passaggio dei
cadaveri. Uno strumento legislativo, i Lea e relativo tariffario, giace da
un anno e mezzo in conferenza stato regioni e ancora non c'è traccia di un
accordo. Ci si deve vergognare che in uno stato che è la settima potenza
mondiale ci siano trattamenti da terzo mondo». Alle parole ora segue lo
sciopero della fame. «Le ho mandato una lettera aperta, un video di
denuncia. Ho aspettato la risposta». Niente, silenzio. Allora sciopero dello
fame.
LE CONDIZIONI CAMBIANO DI REGIONE IN REGIONE
- Le condizioni di assistenza dei malati di Sla, in Italia, variano
da regione a regione. Lo spiega Simonetta Tortora di Viva la Vita: «In
alcune realtà esistono dei modelli assistenziali a domicilio che consentono
di ricevere un valido aiuto alle famiglie, ma nella gran parte dei casi c'è
solo abbandono da pare delle istituzioni. Per avere un'adeguata assistenza
sociale e sanitaria, un malato di Sla in condizioni avanzate necessita di
100mila euro all'anno». Nel Lazio, le persone con Sla in condizioni avanzate
di malattia - in particolare in ventilazione meccanica continuativa -
ricevono dalle proprie Aziende Sanitarie Locali una copertura assistenziale
sanitaria di 12 ore al giorno, con punte di 24 se necessario. Sono previsti
anche accessi dedicati degli specialisti medici per operazioni ordinarie
sulla tracheostomia e sulla nutrizione artificiale. In Sardegna, i malati in
condizioni avanzate godono di un contributo regionale alle famiglie di
20mila euro massimo e scalabile in relazione al reddito. Sono previsti anche
gli accessi di infermieri della rianimazione e controlli medici periodici al
domicilio. In Lombardia, invece, esiste un "voucher sanitario" molto esiguo
e un aiuto alle famiglie di 500 euro al mese. In Piemonte le condizioni
assistenziali sono anche peggiori. A Torino, per i malati sono previsti solo
due accessi infermieristici a settimana e le ordinarie manovre di gestione
della tracheostomia e della nutrizione artificiale sono effettuate in
ospedale, costringendo mensilmente i malati a subire un gravoso trasporto in
ambulanza per operazioni che generalmente sono gestite a domicilio. «Nel
resto del Paese - conclude Simonetta Tortora - il panorama è ancora più
desolante. In Sicilia, per fare un esempio il dottor Orestano - uno dei più
autorevoli urologi italiani colpito dalla Sla che vive a Palermo - spende
circa 5mila euro al mese per avere un'assistenza dignitosa. Qui la
condizione è ancora più disperata. In Umbria la regione aveva preso degli
impegni di aiuto ai malati che, ad oggi, sono rimasti lettera morta». Come
quella scritta da Salvatore Usala.
Dall'ultimatum ai fatti.
Come preannunciato in una lettera aperta al viceministro della Salute
Fazio, il 4 novembre alcuni esponenti della comunità italiana dei malati
di SLA hanno dato inizio ad uno sciopero della fame. Protestano per la
mancata attenzione alle loro richieste circa l'adozione di provvedimenti
legislativi atti a garantire strumenti di assistenza migliorativi delle
condizioni di vita loro e di chi li affianca.
La SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è una malattia degenerativa del
sistema neuromuscolare, e nella sua fase terminale impedisce a chi ne è
affetto di muoversi, respirare ed alimentarsi autonomamente. Si è privati
anche dell'uso della parola. Ma è solo il corpo a spegnersi, la mente
rimane perfettamente lucida. Un' adeguata assistenza permetterebbe loro di
continuare ad esprimere la propria essenza, di vivere insieme ai loro
cari, di sentirsi ancora "persone".
Paladino della battaglia per il riconoscimento dei diritti dei malati di
SLA è Salvatore Usala. L'immobilità e la dipendenza da un respiratore non
gli hanno tolto la voglia di reagire e di essere portavoce di coloro che
non si arrendono ad una vita da vegetale. Grazie all'utilizzo di un
sintetizzatore oculare, che interpreta il movimento degli occhi e lo
trasforma in voce, Usala è in grado di comunicare e di utilizzare il
computer, in particolare internet.
E' proprio dalle interazioni avvenute via rete con chi, malato o no, è a
contatto con la realtà della SLA che Usala ha tratto l'idea di inviare il
22 Ottobre scorso una lettera aperta al Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali - Settore Salute. In essa si denuncia la
lentezza delle istituzioni nell'organizzare un piano assistenziale che
soddisfi pienamente le esigenze reali di chi è affetto da SLA. E ogni
giorno di ritardo si traduce in un numero di morti che aumenta.
Con la pragmaticità che lo caratterizza, nella lettera Salvatore Usala
propone soluzioni - indicandone anche i relativi costi - circa
l'assistenza al malato e la fornitura di apparecchiature che non solo
agevolerebbero le condizioni dei pazienti e delle loro famiglie, ma che si
tradurrebbero anche in risparmio per il sistema sanitario. Un esempio: al
posto del personale infermieristico che viene attualmente impiegato, si
potrebbero formare degli assistenti ad hoc il cui onorario è inferiore.
A sottolineare la determinazione nella sua battaglia, Usala si avvale di
parole dure per dichiarare che: “(...) in caso di diniego non occuperemo
strade e aeroporti perché siamo pochi e gravemente disabili, ma faremo una
capillare campagna di sensibilizzazione ed informazione verso i mass media
locali e nazionali, stabiliremo una data precisa e proclameremo lo
sciopero della fame ed in seguito anche della sete, ci vedrete liberamente
scegliere di morire e voi sarete i mandanti di un omicidio premeditato”.
La data prescelta era il 3 Novembre e purtroppo nessuna risposta è
arrivata. Non è rimasto altro da fare che dare inizio allo sciopero della
fame.
Per avere maggiori informazioni potrete collegarvi al sito web
www.aservicestudio.it.
Claudio Castaldi( CronacaNews del 06/11/09
)
Quartucciu.Dopo quella
dei malati di Monserrato e Siliqua arriva una nuova denuncia
Sla, l'onda della protesta silenziosa
L'ex giardiniere
comunale: «Negata l'assistenza domiciliare» Venerdì 06 novembre
2009
La sclerosi
laterale amiotrofica immobilizza chi ne è colpito, che ha bisogno di
assistenza continua. I piani personalizzati dei pazienti rimangono
però lettera morta. Cresce la protesta contro il ministero.
Salvatore
Usala e Giorgio Pinna non sono soli. I due malati di Sla di Monserrato e
Siliqua, che hanno deciso di attuare lo sciopero della fame contro il
ministro della Salute Maurizio Sacconi dopo le mancate risposte ai
progetti presentati per l'assistenza domiciliare, hanno trovato un
alleato. È Mauro Serra, un quarantasettenne di Sant'Isidoro di
Quartucciu, che da undici anni convive con la sclerosi laterale
amiotrofica. Da tempo è immobilizzato a letto, attaccato a un
respiratore automatico. Il suo contatto con il mondo è la lavagna
elettronica comandata con gli occhi, che gli permette di comunicare
componendo le parole lettera per lettera. VITE PARALLELE La sua rabbia è la stessa degli altri due malati
che da mercoledì hanno cominciato a non mangiare perché, dicono,
«abbiamo diritto a un'assistenza adeguata e totale, invece i nostri
progetti sono rimasti nei cassetti». Anche Mauro è pronto a cominciare
lo sciopero della fame. Lui che un tempo era il giardiniere del Comune
di Quartucciu, adesso deve lottare non solo contro la malattia, ma anche
contro i diritti negati.
ABBANDONATO «Purtroppo soffro di insonnia e per questo la notte
ho bisogno di un'assistenza continua che spesso non mi è garantita»,
spiega: «Durante il giorno sono costretto a fare affidamento su un
filippino istruito da mia moglie, che fa l'infermiera». Le sue richieste
sono le stesse dei tanti malati di Sla: in Sardegna sono tantissimi,
soprattutto nella zona del Medio Campidano. «Da due anni aspetto che sia
predisposto un piano personalizzato per la mia assistenza», aggiunge
Mauro Serra, «ma molte persone sono venute e altrettante promesse si
sono susseguite. È il piano, che continua a mancare».
L'APPELLO Nel letto della sua camera, Serra ha saputo della
battaglia di Usala: «Anche lui chiede l'assistenza adeguata per tutti
coloro che hanno la Sla», compone sulla lavagna ottica, «un'assistenza
adeguata da prestare al nostro domicilio: subito. Noi purtroppo non
abbiamo il tempo per aspettare il lavoro delle commissioni e la
scrittura dei protocolli».
LA DISPERAZIONE In giorni già difficili, l'ex giardiniere ha un
problema in più da affrontare: il suo letto speciale è guasto da sei
mesi. L'apparecchio che consente di alzarlo e abbassarlo è fuori uso e,
nonostante le richieste, il problema non è ancora stato risolto. Anche
il sindaco Pierpaolo Fois e l'assessore alle Politiche sociali Valeria
Ledda hanno contattato i responsabili dell'Asl, ma per ora le risposte
non ci sono state. «Un giorno Mauro ha detto “ basta non mangio più
”, racconta la moglie Francesca, «perché in questo stato di abbandono
non vale nemmeno la pena di lottare. Per vivere ha bisogno dei
ventilatori per la respirazione: l'altra sera per un attimo si sono
bloccati e non sapevamo nemmeno a chi rivolgerci».
«DIGNITÀ» I primi subdoli sintomi della malattia si sono
affacciati undici anni fa: la bocca impastata, una mano senza più forza.
Poi la diagnosi e l'inesorabile progresso della patologia, che a un
certo punto l'ha costretto a letto. «Non voglio fare polemiche né
pretendo particolari privilegi», conclude Serra: «Chiedo solo che si
possa garantire il diritto, a me e agli altri malati di Sla, di poter
vivere con dignità all'interno della nostra famiglia. I viaggi della
speranza non servono a nulla: l'unica cura è essere rispettati nella
nostra dignità». Certo, non si può dire che il messaggio non sia chiaro. Giorgia Daga ( L'Unione Sarda 6/11/2009)
Il caso. Salvatore Usala di
Monserrato e Giorgio Pinna di Siliqua guidano la rivolta
Sciopero della fame dei malati di
sla
«Chiediamo un’assistenza
totale, lo Stato ci sta ignorando»Ieri la commissione nazionale
non è stata ricevuta dal ministro Sacconi. Da qui la decisione choc di chi
vive con questa malattia.
«Vale
la pena lottare per le cose senza le quali non ha senso vivere.
La frase è di Che Guevara, ma la prendo in prestito volentieri». Salvatore
Usala, 56 anni, di Monserrato, da ieri ha cominciato lo sciopero della fame.
Mica uno scherzo per lui, malato di sla (sclerosi laterale amiotrofica) da
cinque anni e mezzo, costretto a stare in un lettino e a parlare attraverso
un computer speciale (il sintetizzatore vocale). Con lui, idealmente al suo
fianco, anche un altro malato, Giorgio Pinna, 50 anni, di Siliqua. Protesta clamorosa. Contro il
ministro della Salute, Maurizio Sacconi. «Chiediamo un’assistenza adeguata e
totale», spiega Salvatore Usala, «noi oggi siamo prigionieri del nostro corpo per colpa di questa
malattia e al tempo stesso costringiamo i familiari a vivere in una
prigione, visto che ci devono assistere 24 ore al giorno».
ASSISTENZA. La Sardegna,
soprattutto la zona del Medio Campidano, esprime numeri da record:
l’incidenza della sla è altissima. «La Regione negli anni - prosegue Usala -
ha organizzato una forma di assistenza per noi ammalati di un certo tipo.
Noi adesso lottiamo soprattutto per i diritti negati a tanti altri malati.
Per esempio, chi ha la sla e vive in Sicilia oppure in Lombardia è
praticamente abbandonato dallo Stato. Noi in Sardegna siamo più fortunati,
ma mica più di tanto». Salvatore Usala parla con cognizione di causa: è
inserito nella speciale commissione regionale sulla sla. «Ho presentato un
progetto completo, con cifre, costi e corsi formativi necessari per il
personale. Ma è rimasto tutto nei cassetti: per adesso nessuna risposta
IL PROGETTO. La Regione
oggi assegna circa 17.600 euro all’anno a Salvatore Usala. «Ovviamente non
bastano per coprire l’assistenza personale e infermieristica necessaria -
interviene la moglie, Giuseppina Vincentelli - quindi di notte lo seguo io.
Con tutto l’amore possibile, ma senza alcuna preparazione specifica, anche
se l’esperienza ormai non mi manca». Basterebbe poco per migliorare
la condizione di Salvatore Usala, di Giorgio Pinna e di tanti altri malati
sparsi in Sardegna e in Italia. «Oggi la Regione - spiega Salvatore - mi
assegna un infermiere per sei ore, al costo di 30 euro all’ora. Basterebbe
molto meno, diciamo dalle sette alle otto del mattino. Invece è carente
l’assistenza di altro tipo, che costa 10 euro all’ora: oggi una badante
viene ad aiutarmi per le pulizie e altro per dieci ore, lasciando scoperta
la notte, che trascorro serenamente grazie a mia moglie». Sacconi non ha
dato risposte ai progetti presentati per l’assistenza a domicilio.
LA PROTESTA. Di tutto
questo sarebbe stato opportuno discutere con il Ministero della Salute. Ma
ieri la Commissione nazionale per le malattie neuromuscolari non è stata
ricevuta dal viceministro Ferruccio Fazio. Da qui il tam tam tra i malati e
la decisione choc: sciopero della fame.
TESTAMENTO. C’è anche un
altro argomento che sta molto a cuore a chi soffre di sclerosi laterale
amiotrofica e che invece non rientra nelle priorità del Governo,
evidentemente: il testamento biologico. Dal lettino della sua casa di
Monserrato, sistemato davanti al camino, vicino ai libri sistemati su alcune
mensole e a una foto di Che Guevara, Salvatore esprime le sue idee: «Io
voglio vivere, non voglio morire, ma rivendico il diritto di poter scegliere
di staccare la spina quando vivere sarà solo sofferenza. Lo ritengo un
diritto in un Paese civile». Salvatore chiede acqua
all’assistente e alla moglie: «Faccio lo sciopero della fame, non dellla
sete. Smetterò solo quando verremo ascoltati».
Paolo Carta( L'Unione Sarda
5/11/2009)
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Servizio TG VIDEOLINA
a cura di Andrea Frailis
riprese
Antonio Carta
Montaggio Maurizio Carboni
LETTERA AL VICE MINISTRO FAZIO
Egr. prof,
Ferruccio Fazio,
Viceministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
Le ho
mandato una lettera aperta, un video di denuncia dove annunciavo lo sciopero
della fame, ho aspettato una settimana per attendere la risposta della
Consulta delle malattie Neuromuscolari, ho replicato alla Consulta e le ho
trasmesso tutto, se ha letto avrà notato la inconsistenza delle proposte e
l'intollerabile lentezza, sono nove mesi che lavorano e non hanno partorito
niente di nuovo se non vecchie linee guida in vigore in diverse regioni, il
giorno 3 novembre ha incontrato il presidente della consulta nonché di AISLA,
dott. Mario Melazzini che le ha presentato una sintesi dei lavori con la
garanzia che entro la prima settimana di dicembre avrebbero consegnato il
lavoro finale, lei ha garantito che presenterà il tutto in conferenza stato
regioni per la discussione e l'eventuale approvazione.Se per la consulta ed AISLA questa è una conquista per noi è una semplice
procedura di passaggio di carte insignificante perchè nella proposta
mancherà un piano assistenziale dettagliato con numeri, cifre, costi,
compatibilità, io mi sono permesso di mandarle tutto questo, documentando e
facendo anche proiezioni di compatibilità ma è chiaro che non si costruisce
nulla se non c'è volontà politica e fondi adeguati.
Io mi permetto di interpretare le esigenze di tutti i malati, famigliari,
operatori che stanno facendo una guerra impari, mi permetto di farle notare
che quest'anno sono morti tanti malati per abbandono e sopratutto perchè non
avendo assistenza non hanno fatto la tracheostomia, questi morti sono di
gran lunga superiori al bilancio finale della influenza suina H1N1 che tanto
spaventa gli italiani e lei in particolare.
Abbiamo diritto ad una risposta, lei ci deve dedicare 10 minuti, faccia
studiare i documenti ai suoi tecnici, io con diversi compagni faremo da oggi
lo sciopero della fame, nel contempo faremo di tutto per evidenziare questa
iniziativa, spero che nessuno si faccia del male per colpa del suo
assordante silenzio.Cordiali saluti.
Monserrato 4 novembre 2009 Salvatore Usala - Malato SLA - Membro commissione regionale SLA Sardegna
- usala@tiscali.it
documento PROGETTO PIANO
ASSISTENZIALE ( con tabelle sui costi)
epc Prof. Ferruccio
Fazio
Vice Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
Monserrato 02
novembre 2009
ØVi
ringrazio sentitamente per la risposta alle mie proposte che ritengo con
certezza condivise dalla maggior parte della comunità SLA, malati,
famigliari addetti ai lavori.
ØVi
meraviglierete per il modo che avrò di replicare molto semplice, diretto e
chiaro, io vivo sulla mia pelle la malattia e non posso permettermi di
divagare o lasciare a libera interpretazione quello che scrivo, sarò franco
e cinico ma realista e propositivo, potrò sembrare irriguardoso e
irriconoscente verso il Vostro lavoro ma io ho il dovere di dirvi la verità,
non posso e non voglio prendervi in giro, Vi invito a riflettere seriamente
e serenamente, non ho la verità in tasca ma penso che una sana meditazione
Vi faccia bene, comunque mi scuso per il tono che può sembrare arrogante ma
io scrivo come parlo.
ØHo
sempre pensato che un gruppo di esperti, consulta o commissione, che
rappresentano la miglior scelta in circolazione per l'elaborazione di un
documento, proposta o linee guida riferite a proposte assistenziali o
formative deve sapere raccogliere oltre le criticità anche gli esempi
virtuosi che ci sono in circolazione.
ØLe
criticità che avete elencato, le proposte che avete esplicitato sono vecchie
e applicate da anni, mi scuserete ma avete scoperto l'acqua calda, VI ALLEGO
COPIA DELLA DELIBERA SARDEGNA CON LINEE GUIDA dove troverete tutto, non vi
descrivo nulla, leggete e capirete che bastava prendere un esempio e
migliorarlo e avreste partorito un documento in un mese, siete invece 8 mesi
ed ancora nulla in concreto.
ØAvete
confuso la stadiazione di una malattia come gradiente di invalidità, ma dove
vivete, l'invalidità e demandata alle commissioni mediche che giudicano
su parametri diversi e regolati da leggi, chiedete al ministro Tremonti
cosa pensa, c'è in atto una revisione a tappeto delle invalidità attuali con
richiamo a visita di controllo, altro che tabelle semplificate, una nuova
regolamentazione deve riguardare tutti non una categoria pur grave.
ØIo
Vi ho mandato quello che ritengo il PROBLEMA, stabilire e dare certezze agli
accessi, medici, infermieristici, personale non sanitario, se guardate le
linee guida della Sardegna, in allegato, troverete con chiarezza che la
criticità è al punto 4 dove si ipotizza di avere anche assistenza h24 ma non
si spiega come, ho preparato una tabella che è completa di tutto, accessi,
costi, ho ulteriormente elaborate delle simulazioni in itinere relative alla
situazione Sardegna, Vi allego il file completo con tutte le proposte
presentato alla commissione SLA Sardegna.
ØQuello
che non capisco è il fatto che non avete contestato nulla, avete scritto che
alcune cose sono condivise, quali?
ØLo
spirito della proposta è incrementare la presenza di assistenti famigliari
diminuendo al minimo la presenza di infermieri alla sola funzione di Case
Manager, così facendo si unisce la funzione di assistenza continua con la
giusta esigenza di bilancio, tenete presente che gli infermieri sono
superflui e dannosi perchè normalmente ruotano vorticosamente e non riescono
a creare il giusto feeling col paziente, per non parlare della assoluta
ignoranza ed incapacità degli I.F. che non lavorano in terapia intensiva.
ØSulla
formazione di assistenti famigliari non avete letto bene e mi permetto di
replicare alle vostre osservazioni.
ØIl
corso e rivolto ad assistenti principalmente già operanti nella famiglia,
questa scelta è importante perchè si lascia libertà alla famiglia di
scegliere gli operatori con relativo rimborso diretto con risparmi notevoli,
contratto personale domestico, e relativa soddisfazione del rapporto
tra assistente e malato che è la cosa principale, chiaramente i rimborsi
sono demandati ai comuni previa certificazione delle spese e verifiche
periodiche.
ØSignori,
Vi faccio notare che parliamo di personale non sanitario, con provenienza
prevalente extracomunitaria o Rumena, che il livello culturale e basso, che
il corso deve dare una formazione tecnico pratica, che non è pensabile
"avere infermieri od OSS, con costi accettabili, che se avete esperienza di
assistenza domiciliare post tracheo "la formazione dei famigliari" avviene
in pochi giorni relativamente alle ore di visita e successivamente a
domicilio, che il care giver dopo un congruo affiancamento riesce a gestire
il malato con autorevolezza, che solo per la verifica di ausili e problemi
anomali ha bisogno di un supporto del Case Manager che sa come affrontare le
emergenze.
ØLa SLA
come esempio di malattia che comporta grave disabilità neurologica
ØCosa vuol
dire mi sembra più un'affermazione che un argomento
ØLe
stadiazioni della SLA: l'ingravescenza della malattia
ØCosa
importa all'assistente della stadiazione, bisogna insegnarlo a MMG ed anche
a molti specialisti che non hanno cognizione.
Ø
L'assistenza al Paziente SLA: il team interdisciplinare
ØCosa
interessa all'assistente del team multidisciplinare, man mano che si
presentano si interfaccerà con tutti.
ØLe
responsabilità nelle Cure a domicilio
ØE'
un compito che esula dalla sfera di competenze, sono prerogative del Care
Manager e dell'Unità di Valutazione Territoriale, UVT, che
provvede ad interfacciarsi con tutti gli attori.
ØLe
competenze e le responsabilità dell'Assistente familiare
ØSono
demandate al contratto nazionale e sarà cura delle parti prevederne la nuova
declaratoria professionale
con le
opportune modifiche legislative, "broncoaspirazione personale non
sanitario".
ØFattori
di rischio a domicilio e loro prevenzione
ØE' previsto
un modulo sicurezza.
ØI
diritti dell'Assistente familiare
ØSono sempre
problemi sindacali regolati dal contratto, che vi allego.
Ø
Epidemiologia delle infezioni a domicilio
ØE' prevista
nell'area di dimensione domiciliare.
Ø
Disinfezione e sanificazione (in struttura e a domicilio)
ØSono
competenze specialistiche di competenza della ASL, si parla comunque
nell'area di dimensione domiciliare.
ØLo
smaltimento dei rifiuti
ØEsistono
direttive comunali ben definite con raccolta differenziata, se il comune
inadempiente non sono problemi dell'assistente.
ØGli
aspetti psicologici ed emotivi di un Paziente con malattia neurologica
avanzata e inguaribile
ØSe ne parla
nella dimensione domiciliare, l'empatia ed il giusto distacco.
Ø
Elementi di primo soccorso
ØE' prevista
in vari moduli nell'assistenza e gestione quotidiana.
ØPer
quanto concerne lo sviluppo dei moduli proposti sono emerse alcune
osservazioni
ØIn
particolare per l'Area motoria (32 ore): La prevenzione delle lesioni da
pressione: non è una problematica così rilevante nei malati SLA, secondo il
nostro parere va accennata ma non approfondita.
ØQuesta è
un'eresia macroscopica, provate a stare immobili 24 ore in un letto e poi ne
riparliamo, che malati conoscete, mai sentito parlare di dolori articolari,
di piaghe, di prurito etc.
ØLa
movimentazione diurna: dovrebbe essere dato molto spazio a tutte le
problematiche legate non solo alla movimentazione, non solo diurna, e anche
a tutti gli ausili e presidi e al loro corretto uso.
ØE previsto
tutto perche la movimentazione è chiaro che avviene tramite ausili e
presidi.
ØArea
nutrizionale (32 ore): 32 ore sono forse eccessive.
ØNon
penso perchè c'è tutta la trattazione che riguarda la preparazione di
alimenti naturali adeguati all'ingravescenza della malattia, ed anche per
chi sceglie di alimentarsi naturalmente con PEG.
ØArea
della dimensione domiciliare (32 ore): 32 ore sono forse eccessive
ØNo per tutto
ciò che ho precedentemente indicato.
ØQuanto
al tirocinio, 160 ore sono poche (in altri corsi simili destinati alla Sla
sono 320 ore minimo). Sarebbe opportuno non condurlo esclusivamente al
domicilio,ma sarebbe utile una prima infarinatura delle procedure in una
struttura, per poi lasciare l'applicazione pratica alla dimensione
domiciliare
ØNon
sono poche perchè fatte in affiancamento ad un I.P. o Case Manager.
ØQuanto
al costo, quello delle docenze di aula è ragionevole,mentre non
completamente comprendibile il costo di 100.000 euro di tutoring relativi al
compenso di un IP per ogni studente.), potranno si essere proposte, ma
dovranno essere di competenza delle singole Regioni
ØA
margine del conto economico è specificato che è un costo fittizio, infatti
il costo è già previsto per il Case Manager che avrà funzioni di tutor, in
molti casi l'assistente sostituisce nei fatti un secondo I.P., nel mio caso
per esempio ho due infermieri in contemporanea. E' chiaro che si puo unire
più assistenti in un domicilio, spetterà alla direzione e coordinamento del
corso pianificare le risorse, comunque sfido chiunque a fare un corso con
1800 euro per corsista, io ho già contatti per farlo, basta che mi diano i
fondi, lo dirigo gratis da casa.
ØCome
pure le modalità attuative dovranno essere di pertinenza delle singole
realtà regionali, in quanto non è fattibile che possa essere definito e
gestito da organi centrali quali Ministero o Consulta se non sottoforma di
proposta e di patrocinio
ØE'
allora cosa sono tutte queste osservazioni, proponete, se volete vi preparo
tutto il programma dettagliato, finanziatemi un corso sperimentale e vi
servo un corso ottimale, non posso fare tutto senza soldi.
Vi ringrazio ancora una volta per il Vostro interessamento, mi scuso se sono
brusco e diretto, ma sono sincero e motivato,
Vi porgo i
più cordiali saluti.
Colgo
l'occasione per ricordare al Prof. Fazio che attendo una sua risposta,
Professore Le chiedo 10 minuti, non mi costringa
a fare
pazzie, un caro saluto.
Salvatore Usala - Membro Commissione Regionale SLA Sardegna
Presentata la Commissione regionale Sclerosi
laterale amiotrofica (Sla)
CAGLIARI, 28 OTTOBRE 2009 - Presentata
dall'Assessore regionale della Sanità Antonello Liori, durante una
conferenza stampa, la Commissione regionale Sclerosi laterale amiotrofica
(Sla), presieduta dal neurologo e neuroriabilitatore Vincenzo Mascia ed è
composta da: Roberto Bayre (medico di base), Giuseppe Borghero (neurologo
Aou Cagliari), Giuseppe Lo Giudice (presidente Associazione Sla Sardegna),
Agnese Lussu (fisiatra Asl 8), Sandro Orrù (ricercatore universitario di
genetica medica all'Università di Cagliari), Gianfranco Sau (neurologo Aou
Sassari), Carlo Sollai (psicologo unità spinale all'Ospedale Marino di
Cagliari), Tonio Sollai (anestesista Asl San Gavino) e Salvatore Usala
(rappresentante ammalati Sla).
La Commissione, che resterà in carica cinque anni, si occuperà di definire
i protocolli degli assistiti, di realizzare un registro regionale della
patologia, di fornire sistemi di comunicazione e presidi appropriati alla
gravità dei disturbi degli assistiti, definire gli indirizzi applicativi
delle norme vigenti per il riconoscimento dello stato di invalidità e
handicap, creare una rete di tutela dei pazienti e delle famiglie,
definire programmi di supporto alle famiglie e fornire consulenza su
tematiche etiche e bioetiche.
"Finalmente - ha sottolineato l'Assessore Liori - anche la Sardegna può
avvalersi di una preziosa collaborazione come quella della Commissione
regionale Sla che si occuperà di una patologia con una incidenza
significativa di casi riscontrati nell'Isola e che ormai non può essere
più considerare malattia genetica rara. Nello specifico - ha poi concluso
l'esponente dell'Esecutivo - dovrà individuare un modello assistenziale
socio-sanitario che risponda alle esigenze dei pazienti e delle loro
famiglie e studiare un preciso percorso con l'obiettivo finale di
consegnare all'assessorato soluzioni di qualità.”
"Condividiamo pienamente gli obiettivi dell'Assessore. Il punto d'arrivo
del nostro lavoro - ha ribadito il presidente della commissione Vincenzo
Mascia - sarà quello di raggiungere il miglior livello di assistenza e per
fare questo abbiamo riunito i migliori esperti di Sla presenti sul
territorio. Due gli obiettivi prioritari: il primo sarà quello di creare
il registro regionale della malattia, già presente in altre regioni
italiane, che consentirà di avere un quadro concreto della situazione
nell'isola e di conoscere quali sono le reali esigenze dei malati di Sla;
il secondo, invece, sarà quello di curare i malati sardi colpiti dalla
grave patologia esclusivamente in strutture regionali evitando così i
dispendiosi "viaggi della speranza”.
In sostanza la Sardegna ha raddoppiato, nell'ultimo decennio, la
percentuale di incidenza di tale malattia che ha raggiunto lo 0,68 per
centomila abitanti.
Lettera al vice ministro Fazio
con l’ultimatum: subito fatti o sarà sciopero della fame
Malati di Sla pronti a lasciarsi
morire
«Abbandonati dallo Stato,
vogliamo una vita decorosa»
Spenti i riflettori sul caso
Englaro si ritorna a parlare di Sla: i malati rivendicano condizioni di vita decorose. La battaglia dei malati sardi
di Sla giunge a un bivio. «Siamo stanchi di parole, di promesse disattese:
vogliamo fatti, ora, subito o ci lasceremo morire». L’ultimatum rimbalza a
Roma, direttamente sul tavolo del ministero del Lavoro, tramite uno di loro,
un malato di Sla. Salvatore Usala è un combattente tosto («rompiballe» per
sua definizione, tecnico al Siotto ed ex sindacalista per il curriculum),
non si arrende facilmente. Lui che combatte da cinque anni contro la
sclerosi laterale amiotrofica, che vive attaccato a un respiratore e su
un’inseparabile carrozzina, non le manda a dire certe cose: grazie a un
comunicatore oculare la sua voce arriva ovunque e chi lo ama, come dice un
suo motto, può seguirlo sul web, dove è diventato paladino dei diritti
«calpestati» delle centinaia di sardi nella sua stessa condizione. Non si sa
esattamente quanti siano, i 279 casi
registrati dall’assessorato alla Sanità nel 2007 si riferiscono solo a
quelli dimessi dai reparti
neurologici: è certo però che l’incidenza della malattia è nell’Isola tre
volte superiore alla media nazionale,
con un caso limite a San Gavino (padre, madre e due figli malati) e
una cinquantina di pazienti costretti alla “ventilazione meccanica”. LETTERA APERTA. Usala parla
come rappresentante della commissione regionale Sla ma è ormai il portavoce
di quei 5000, forse seimila, casi a livello nazionale. La sua ultima
iniziativa è una “lettera aperta” inviata al vice ministro Ferruccio Fazio
per rivendicare un’assistenza dignitosa per tutti i malati di Sla. Niente
litanie, i toni di Usala sono perentori: «Se non avremo risposte certe a
breve, il 3 novembre inizieremo lo sciopero della fame e, se non bastasse,
anche della sete - è l’ultimatum lanciato a Fazio - tutta l’Aisla appoggerà
l’iniziativa con in testa il presidente che sciopererà con noi. Non sappiamo
quanti saremo ma da tutta Italia arrivano adesioni convinte, in tre giorni
ci sono state 2000 visualizzazioni del mio video su Youtube: ci vedrete
liberamente scegliere di morire e voi - è l’accusa più dura ai governanti -
sarete i mandanti di un omicidio premeditato. Questa nostra lotta non è una
minaccia, è una certezza». Quel che impressiona è la lucidità di Usala, che
non si lascia sopraffare dalla stanchezza e punta dritto all’obiettivo da
raggiungere. Perché, come spiega nella lettera, «il nostro è un dramma che
investe la famiglia intera, ci sentiamo soli, abbandonati da amministratori
e istituzioni. Voi ci dite di pazientare ma non capite che nel contempo
tanti muoiono perché non vogliono pesare sui loro cari e rifiutano la
tracheostomia, altri muoiono perché non hanno un minimo di assistenza, altri
perché sono totalmente disinformati, altri ancora sono ammassati nelle Rsa e
vivono reclusi. Di queste morti, di questi trattamenti voi siete
corresponsabili, non fate nulla». Usala accusa le istituzioni di
ipocrisia: «Si voleva salvare Eluana che era assente da 15 anni e si fanno
morire pazienti comunicativi che hanno relazioni sociali e una mente sveglia
e lucida ».
LE RICHIESTE. I malati di
Sla non chiedono certo la luna, nè trattamenti privilegiati, ma il rispetto
dei diritti sì, «per una vita decorosa per noi e i nostri cari ». A scorrere
l’elenco delle rivendicazioni inserite nella lettera al vice ministro del
Lavoro, un rifiuto del Governo sembrerebbe impensabile. Vogliono
un’assistenza media di 12 ore al giorno con presenza in casa di assistenti
familiari da formare con un apposito corso il cui costo reale complessivo -
l’ha calcolato lo stesso Usala, con la sua esperienza pluriennale in vari
gruppi di progetto su fondi Pon e Por - si aggira attorno ai 10 euro ad ora,
compresi contributi, Tfr, tredicesima, ferie (120 euro al giorno e 43.800
all’anno). Serve anche un medico che abbia un quadro complessivo dei malati Sla, che li segua e
coordini tutti gli interventi, senza lasciare al caso o alla famiglia l’onere di decidere cosa fare.
Servono a domicilio fisioterapia (almeno 5 giorni alla settimana), tutti i nutrimenti via Peg, le
visite specialistiche, i cambi di cannula, il comunicatore oculare per tutti come un normale
ausilio. «Non chiediamo costi proibitivi - sottolinea Usala - paragonati ai
1700 euro al giorno del reparto di Rianimazione: vogliamo una persona al
nostro fianco per una vita decorosa, non pretendiamo di avere un’importanza
particolare come persone e malati ma abbiamo comunque diritto ad avere
risposte reali». Uno strumento legislativo (i cosiddetti “Lea” con il
relativo nomenclatore tariffario) giace da un anno e mezzo sul tavolo della
Conferenza Stato-Regioni. «Ancora non c’è traccia di un accordo - denuncia
Usala - ci si deve vergognare di uno Stato indifferente alla morte e ai
drammi di migliaia di famiglie lasciate in balìa degli eventi». Sofferenza e
isolamento sono due parole che i malati di Sla vogliono cancellare dal
vocabolario.
in occasione del 10°
Congresso Regionale di Anestesia e
Rianimazione
17 Ottobre
2009 Cagliari
...
inizierò uno sciopero
della fame...
se non riceverò risposte
dal viceministro Fazio...
al 08 Nov tot
3.715 accessi
10° Congresso Regionale di Anestesia e
Rianimazione 15-16-17 Ottobre
2009 Cagliari
Testamento BiOlogico
Oggi è stata una
tappa di un percorso iniziato tempo fà con l'esigenza di reagire, la lettera
al Viceministro Fazio, la proposta assistenziale, ed infine il
videomessaggio. Tutto era come avevo pianificato ma non strutturato, avevo
cercato aiuto e consenso ed oggi ho trovato anche risposte, il forum ha
risposto alla grande, amici e compagni di malattia mi hanno incoraggiato e
sostenuto, il lungo applauso mi ha strappato le lacrime, ho ricevuto pacche,
baci, abbracci, congratulazioni, è stata un'emozione unica, sono anche
orgoglioso come malato di aver dimostrato che con la tecnologia si possono
fare lavori che molti sani anche informatizzati non sanno fare.
Oggi più che mai mi sono sentito sano, quando ti senti utile anche la
peggior malattia non fà paura, la forza della mente mi aiuta e sprona, io
non rinuncio a vivere e voglio essere un esempio di resistenza e lotta che
ci porti ad una cura.
Mario Melazzini non condivide certamente tutto quello che ho detto, ma
condivide le mie richieste e rivendicazioni e lo ha chiaramente detto nella
sua relazione, ha detto due cose importanti, la prima che il giorno 27 la
consulta discuterà delle mie proposte e mi darà una risposta, la seconda
molto importante che il giorno tre novembre incontrerà Fazio e chiederà
risposte, il giorno 4 se non vedremo nulla AISLA scenderà al mio fianco
nella lotta e sosterrà lo sciopero della fame.
Le mie convinzioni restano intatte, non sarà una settimana che cambierà le
mie convinzioni, posso aspettare ma non rinunciare, Fazio ci deve
rispondere, domani ci vedremo con Mario, parleremo e chiariremo meglio.
Io continuerò la mia opera, manderò il video a Fazio e lo pubblicherò e
divulgherò, chiedo la vostra collaborazione per diffondere la mia voglia di
giustizia, io ho detto che la mia vita non mi appartiene, non voglio certo
morire ma sono convinto e risoluto, combatteremo e vinceremo, non possiamo
mollare sono certo che avremo risposte, la nostra è un'azione di protesta
accompagnata da proposte, abbiamo diritto ad essere considerati. Tutti i
materiali ed interventi verranno pubblicati nel sito dell'aservice.
Per vostra informazione sono stato nominato con decreto dell'assessore in
commissione regionale SLA, il 28 abbiamo la prima riunione, ho già trasmesso
a tutti i componenti le mie proposte e progetti, lavoriamo su tutti i
fronti, io mi piego ma non mi spezzerò mai.
Appello di Salvatore Usala, malato sardo di
Sla per un'assistenza più efficace
«Siamo stanchi di parole, di promesse
disattese, di morti che aumentano, di tagli alle regioni, di sprechi e
sperperi, vogliamo fatti, ora, subito. Stabiliremo una data precisa e
proclameremo lo sciopero della fame e della sete, ci vedrete liberamente
scegliere di morire e voi sarete i mandanti di un omicidio premeditato» Sono le durissime parole di un nuovo pesante
appello lanciato alla politica e alle istituzioni da un malato di Sla,
all'indomani della Giornata nazionale contro la Sla. Si tratta di Salvatore
Usala, sardo, che è nutrito artificialmente e respira grazie ad un
ventilatore: non può più parlare ma nonostante ciò urla tutto il suo sdegno
con un computer in grado di intercettare l'unico movimento residuo, quello
degli occhi. L'associazione Viva la Vita Onlus (www.wlavita.org),
che da anni si batte accanto ai malati di Sla per veder riconosciuti i loro
diritti, sottoscrive la lettera aperta di Salvatore che testimonia la voce
unanime di moltissimi malati del Paese. Ecco il testo integrale. «Siamo 5000 forse 6000,
nessuno lo sa con precisione, abbiamo una malattia, la SLA, che è un dramma
che investe la famiglia intera, ci sentiamo soli, abbandonati da
amministratori e istituzioni, Voi ci dite di pazientare ma non capite che
nel contempo tanti muoiono perché cosa fare e quando, altri ancora sono
ammassati in lager RSA e vivono come animali in gabbia. Di queste morti, di questi
trattamenti voi siete corresponsabili, non fatte nulla, state silenti sulla
riva del fiume indifferenti al passaggio dei cadaveri. Uno strumento
legislativo, i LEA e relativo nomenclatore tariffario, giace da un anno e
mezzo in Conferenza Stato Regioni e ancora non c'è traccia di un accordo,
siete indifferenti alla morte ed ai drammi. Vi ricordiamo che
recentemente il famoso caso Eluana ha diviso il paese ed il governo voleva
in pochi giorni legiferare al fine di salvare una vita, noi non entriamo nel
merito del dibattito, diciamo semplicemente che le nostre capacità
cognitive, i nostri sentimenti, le nostre sensazioni sono intatte, vogliamo
una vita decorosa per noi e i nostri cari. Noi faremo una proposta
dettagliata di ciò che vogliamo subito senza se e senza ma, con un
provvedimento urgente paragonato ad una calamità naturale perché di questo
si tratta. Vi diciamo che in caso di diniego non occuperemo strade e
aeroporti perché siamo pochi e gravemente disabili, ma faremo una capillare
campagna di sensibilizzazione ed informazione verso i mass media locali e
nazionali, stabiliremmo una data precisa e proclameremo lo sciopero della
fame ed in seguito anche della sete, ci vedrete liberamente scegliere di
morire e voi sarete i mandanti di un omicidio premeditato, potreste
intervenire con alimentazione ed idratazione coatta ma sarete politicamente
perdenti. Questa lotta che attueremo
non vuole essere una minaccia, è una certezza. Ecco cosa rivendichiamo:
Vogliamo un'assistenza
media di 12 ore al giorno (può variare da 2 a 24 ore secondo la gravità
stabilita dall'UVM) con presenza di assistenti familiari che andranno
adeguatamente formati in itinere. Il costo reale complessivo si aggira 10
euro ora onnicomprensivo di contributi, TFR, tredicesima e ferie,
corrispondono a 120 euro die e 43.800 annui
Ci dovrà essere un
presidio continuo delle unità di rianimazione o di comprovata esperienza
che dovranno fornire accessi di verifica e controllo proporzionati all'engravescenza
della malattia.
Serve inoltre un medico
che abbia un quadro complessivo di noi, che ci segua e che coordini tutti
gli interventi, senza lasciare al caso o peggio alla famiglia l'onere di
decidere cosa fare.
Servono inoltre,
fisioterapia giornaliera per almeno 5 giorni la settimana, tutti i
materiali di consumo e i farmaci del piano terapeutico, tutti i nutrimenti
via PEG, il tutto fornito a domicilio. Cambio cannula e PEG, prelievi e
visite specialistiche a domicilio. Fornitura del comunicatore oculare
diretto ed immediato come un normale ausilio.
Serve anche un controllo
in telemedicina per prevenire eventuali complicanze a cui noi malati
andiamo inevitabilmente incontro, con grande risparmio del SSN. Servono
dei percorsi protetti di ammissione e dimissione dagli ospedali che
evitino inutili parcheggi presso reparti inadeguati o addirittura nei
reparti di pronto soccorso.
Queste sono le priorità che
consentono alla famiglia di avere persone qualificate e fisse ed alle
amministrazioni di risparmiare sui costi infermieristici che sono tre volte
superiori all'assistente. I contributi verranno erogati dai Comuni con
anticipo e le famiglie forniranno le pezze giustificative delle spese, le
pratiche contabili e burocratiche verranno attuate presso i CAF con apposita
convenzione. Siamo stanchi di parole, di promesse disattese, di morti che
aumentano, di tagli alle regioni, di sprechi e sperperi, vogliamo fatti,
ora, subito, abbiamo dato troppo, ora tocca a Voi decidere la vita o la
morte».
Lo sciopero della fame e
della sete era già stato messo in atto nel marzo 2008, come estrema forma
protesta, da Salvatore Crisafulli, affetto da sindrome di Locked in, dopo
che si è risvegliato miracolosamente da uno Stato Vegetativo Permanente
durato due anni: lo sciopero era stato sospeso dopo un intervento ad hoc
dell'allora ministro per la salute Livia Turco.
( Salvatore Usala
tratto da
www.vita.it - inviato via mail il 23-09-09)
SANITA':APPELLO MALATO SCLEROSI, ASSISTENZA 12 ORE AL GIORNO ROMA (ANSA)
"Siamo stanchidi promesse disattese, di tagli alle regioni, di sprechi,
vogliamo fatti, ora, subito". Con queste parole Salvatore Usala, un malato
sardo di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), fa sentire la sua voce in una
lettera-denuncia alle istituzioni, sottoscritta dall'associazione Viva la
Vita onlus. Usala che, rende noto l'associazione, "non può parlare, ma urla
il suo sdegno attraverso un computer in grado di intercettare il movimento
degli occhi", chiede più assistenza per i malati di Sla.
Nella
lettera aperta, Usala, testimoniando la voce di moltissimi malati del Paese,
si rivolge a istituzioni e amministratori dicendo: "Ci sentiamo soli. Uno
strumento legislativo, i Lea e relativo nomenclatore tariffario, giace da un
anno e mezzo in conferenza stato regioni e ancora non c'é traccia di un
accordo". Nella missiva, il malato di sclerosi rivendica per sé e per i 5000
casi presenti in Italia "una assistenza di almeno 12 ore al giorno con
assistenti familiari da formare in itinere". Il costo reale complessivo da
corrispondere per una assistenza di questo tipo - precisa Usala - "si aggira
attorno alle 10 euro all'ora (comprensive di contributi, Tfr, tredicesima e
ferie)". Servono inoltre - aggiunge - "un medico che coordini tutti gli
interventi, un presidio continuo delle unità di rianimazione e una
fisioterapia giornaliera per almeno 5 giorni la settimana, i materiali di
consumo e i farmaci del piano terapeutico, il cambio cannula e prelievi e
visite specialistiche a domicilio". Usala chiede, in conclusione, anche "la
fornitura di un comunicatore oculare, un eventuale controllo in telemedicina
e percorsi protetti di ammissione e dimissione dagli ospedali". "In caso di
diniego, dichiara infine alle istituzioni, ci vedrete liberamente scegliere
di morire e voi sarete i mandanti di un omicidio premeditato". (ANSA).
I82-BR/ S0B S04 R46 - QBKN
( Salvatore Usala
- inviato via mail il 23-09-09)
SLA: DENUNCIA ALLE ISTITUZIONI DI UN MALATO SARDO SULLO STATO DI ABBANDONO
IN CUI VERSANO I MALATI «Siamo stanchi di parole, di promesse disattese,
di morti che aumentano, di tagli alle regioni, di sprechi e sperperi,
vogliamo fatti, ora, subito. Stabiliremo una data precisa e proclameremo lo
sciopero della fame e della sete, ci vedrete liberamente scegliere di morire
e VOI sarete i mandanti di un omicidio premeditato»
Salvatore Usala è un uomo colpito dalla terribile SLA, la Sclerosi Laterale
Amiotrofica, malattia neurodegenerativa che progressivamente blocca tutti i
muscoli volontari del corpo lasciando perfettamente lucida la mente.
Salvatore è nutrito artificialmente e respira grazie ad un ventilatore, non
può più parlare ma nonostante ciò URLA tutto il suo sdegno grazie ad un
miracolo della tecnica che consente a chi è nella sua condizione di farsi
sentire. Con il suo computer in grado di intercettare l'unico movimento
residuo, quello degli occhi, scrive lentamente e lucidamente la sua denuncia
alle istituzioni colpevoli di aver abbandonato le famiglie dei malati al
loro destino. L'associazione Viva la Vita Onlus (www.wlavita.org),
che da anni si batte accanto ai malati di SLA per veder riconosciuti i loro
diritti, sottoscrive la lettera aperta di Salvatore che testimonia la voce
unanime di moltissimi malati del Paese. «Siamo 5000 forse 6000, nessuno lo
sa con precisione, abbiamo una malattia, la SLA, che è un dramma che investe
la famiglia intera, ci sentiamo soli, abbandonati da amministratori e
istituzioni, Voi ci dite di pazientare ma non capite che nel contempo tanti
muoiono perché cosa fare e quando, altri ancora sono ammassati in lager RSA
e vivono come animali in gabbia. Di queste morti, di questi trattamenti voi
siete corresponsabili, non fatte nulla, state silenti sulla riva del fiume
indifferenti al passaggio dei cadaveri. Uno strumento legislativo, i LEA e
relativo nomenclatore tariffario, giace da un anno e mezzo in conferenza
stato regioni e ancora non c\'è traccia di un accordo, siete indifferenti
alla morte ed ai drammi, ci si deve vergognare che in uno stato che è la
settima potenza mondiale ci siano trattamenti da terzo mondo. Vi ricordiamo
che recentemente il famoso caso Eluana ha diviso il paese ed il governo
voleva in pochi giorni legiferare al fine di salvare una vita, noi non
entriamo nel merito del dibattito, diciamo semplicemente che le nostre
capacità cognitive, i nostri sentimenti, le nostre sensazioni sono intatte,
vogliamo una vita decorosa per noi e i nostri cari. Noi faremo una proposta
dettagliata di ciò che vogliamo subito senza se e senza ma, con un
provvedimento urgente paragonato ad una calamità naturale perché di questo
si tratta. Vi diciamo che in caso di diniego non occuperemo strade e
aeroporti perché siamo pochi e gravemente disabili, ma faremo una capillare
campagna di sensibilizzazione ed informazione verso i mass media locali e
nazionali, stabiliremmo una data precisa e proclameremo lo sciopero della
fame ed in seguito anche della sete, ci vedrete liberamente scegliere di
morire e voi sarete i mandanti di un omicidio premeditato, potreste
intervenire con alimentazione ed idratazione coatta ma sarete politicamente
perdenti. Questa lotta che attueremo non vuole essere una minaccia, è una
certezza. Cosa rivendichiamo: Vogliamo un\'assistenza media di 12 ore al
giorno (può variare da 2 a 24 ore secondo la gravità stabilita dall'UVM) con
presenza di assistenti familiari che andranno adeguatamente formati in
itinere, il costo reale complessivo si aggira 10 euro ora onnicomprensivo di
contributi, TFR, tredicesima e ferie, corrispondono a 120 euro die e 43.800
annui, ci dovrà essere un presidio continuo delle unità di rianimazione o di
comprovata esperienza che dovranno fornire accessi di verifica e controllo
proporzionati all'engravescenza della malattia. Serve inoltre un medico che
abbia un quadro complessivo di noi, che ci segua e che coordini tutti gli
interventi, senza lasciare al caso o peggio alla famiglia l\'onere di
decidere cosa fare. Servono inoltre, fisioterapia giornaliera per almeno 5
giorni la settimana, tutti i materiali di consumo e i farmaci del piano
terapeutico, tutti i nutrimenti via PEG, il tutto fornito a domicilio.
Cambio cannula e PEG, prelievi e visite specialistiche a domicilio.
Fornitura del comunicatore oculare diretto ed immediato come un normale
ausilio. Serve anche un controllo in telemedicina per prevenire eventuali
complicanze a cui noi malati andiamo inevitabilmente incontro, con grande
risparmio del SSN. Servono dei percorsi protetti di ammissione e dimissione
dagli ospedali che evitino inutili parcheggi presso reparti inadeguati o
addirittura nei reparti di pronto soccorso. Queste sono le priorità che
consentono alla famiglia di avere persone qualificate e fisse ed alle
amministrazioni di risparmiare sui costi infermieristici che sono tre volte
superiori all\'assistente. I contributi verranno erogati dai comuni con
anticipo e le famiglie forniranno le pezze giustificative delle spese, le
pratiche contabili e burocratiche verranno attuate presso i CAF con apposita
convenzione. Siamo stanchi di parole, di promesse disattese, di morti che
aumentano, di tagli alle regioni, di sprechi e sperperi, vogliamo fatti,
ora, subito, abbiamo dato troppo, ora tocca a Voi decidere la vita o la
morte.
Al Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali - Settore Salute
c.a. On. Ferruccio FazioVice
Ministro Ministero del Lavoro
e p.c.
Dott. Mario Melazzini
Presidente consulta malattie neuromuscolariAssociazione AISLA Onlus
Rete Italiana Associazioni
SLA - Associazione Luca Coscioni
Lettera A
perta
Siamo 5000
forse 6000, nessuno lo sa con precisione, abbiamo una malattia, la SLA, che
è un dramma che investe la famiglia intera, ci sentiamo soli, abbandonati da
amministratori e istituzioni, Voi ci dite di pazientare ma non capite che
nel contempo tanti muoiono perché non vogliono pesare sui loro cari e
rifiutano la tracheostomia, altri muoiono perché non hanno un minimo di
assistenza, altri perché sono totalmente disinformati e nessuno ha detto
loro cosa fare e quando, altri ancora sono ammassati in lager RSA e vivono
come animali in gabbia.Di queste morti, di questi trattamenti voi siete
corresponsabili, non fatte nulla, state silenti sulla riva del fiume
indifferenti al passaggio dei cadaveri. Uno strumento legislativo, i LEA e
relativo nomenclatore tariffario, giace da un anno e mezzo in conferenza
stato regioni e ancora non c'è traccia di un accordo, siete indifferenti
alla morte ed ai drammi, ci si deve vergognare che in uno stato che è la
settima potenza mondiale ci siano trattamenti da terzo mondo.
Vi ricordiamo
che recentemente il famoso caso Eluana ha diviso il paese ed il governo
voleva in pochi giorni legiferare al fine di salvare una vita, noi non
entriamo nel merito del dibattito, diciamo semplicemente che le nostre
capacità cognitive, i nostri sentimenti, le nostre sensazioni sono intatte,
vogliamo una vita decorosa per noi e i nostri cari.
Noi faremo una
proposta dettagliata di ciò che vogliamo subito senza se e senza ma, con un
provvedimento urgente paragonato ad una calamità naturale perché di questo
si tratta.Vi diciamo che in caso di diniego non occuperemo strade e
aeroporti perché siamo pochi e gravemente disabili, ma faremo una capillare
campagna di sensibilizzazione ed informazione verso i mass media locali e
nazionali, stabiliremmo una data precisa e proclameremo lo sciopero della
fame ed in seguito anche della sete, ci vedrete liberamente scegliere di
morire e voi sarete i mandanti di un omicidio premeditato, potreste
intervenire con alimentazione ed idratazione coatta ma sarete politicamente
perdenti.Questa lotta che attueremo non vuole essere una minaccia, è una
certezza.
Cosa
rivendichiamo:
1)Vogliamo
un'assistenza media di 12 ore al giorno ( può variare da 2 a 24 ore
secondo la gravità stabilita dal UVM) con presenza di assistenti famigliari
che andranno adeguatamente formati in itinere, il costo reale complessivo s
i
aggira 10,00 euro ad ora onnicomprensivo di contributi, TFR, tredicesima e
ferie, corrispondono a 120,00 euro die e 43.800,00 euro annui;
2)ci dovrà
essere un presidio continuo delle unità di rianimazione o di
comprovata esperienza che dovranno fornire accessi di verifica e controllo
proporzionati all' engravescenza della malattia.
3)Serve inoltre
un medico che abbia un quadro complessivo di noi, che ci segua e che
coordini tutti gli interventi, senza lasciare al caso o peggio alla famiglia
l'onere di decidere cosa fare.
4)Servono
inoltre, fisioterapia giornaliera per almeno 5 giorni la settimana, tutti i
materiali di consumo e i farmaci del piano terapeutico, tutti i nutrimenti
via PEG, il tutto fornito a domicilio. Cambio cannula e PEG, prelievi e
visite specialistiche a domicilio.
5)Fornitura del
comunicatore oculare diretto ed immediato come un normale ausilio.
6)Serve anche
un controllo in telemedicina per prevenire eventuali complicanze a cui noi
malati andiamo inevitabilmente incontro, con grande risparmio del SSN.
Servono dei percorsi protetti di ammissione e dimissione dagli ospedali che
evitino inutili parcheggi presso reparti inadeguati o addirittura nei
reparti di pronto soccorso.
Queste sono le
priorità che consentono alla famiglia di avere persone qualificate e fisse
ed alle amministrazioni di risparmiare sui costi infermieristici che sono
tre volte superiori all'assistente. I contributi verranno erogati dai comuni
con anticipo e le famiglie forniranno le pezze giustificative delle spese,
le pratiche contabili e burocratiche verranno attuate presso i CAF con
apposita convenzione.
Siamo stanchi
di parole, di promesse disattese, di morti che aumentano, di tagli alle
regioni, di sprechi e sperperi, vogliamo fatti, ora, subito, abbiamo dato
troppo, ora tocca a Voi decidere la vita o la morte.
PROGETTO PER LA
FORMAZIONE DI ASSISTENTI FAMILIARI PER I MALATI DI SLA
Realizzazione
di un percorso formativo per figure professionali da impiegare
nell’assistenza domiciliare di malati neuromuscolari con respirazione
meccanica invasiva e non che troppo spesso sono totalmente impreparati nella
gestione di malati complessi come quelli di Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Il percorso
formativo integrato è rivolto a figure professionali al fine di promuovere
interventi che garantiscano ai soggetti affetti da Sclerosi Laterale
Amiotrofica il mantenimento della qualità di vita sia del paziente stesso
che della famiglia. Il percorso formativo e riservato a operatori che hanno
in essere un regolare contratto in qualità di ASSISTENTE A PERSONE NON
AUTOSUFFICENTI NON FORMATO.
Il corso e
comunque aperto anche a disoccupati nella misura del 20% superabile nel caso
di mancanza di candidati. Il corso avrà inizio con almeno 18 allievi e con
un massimo di 25 unita.I corsisti disoccupati potranno lavorare da subito
sostituendo personale assente o acquisendo ore in surplus non effettuate dai
titolari e quindi lavorando per più pazienti.
La ASL e gli
attori formativi concerteranno con l’Assessorato al Lavoro e Formazione
professionale il riconoscimento giuridico della certificazione delle
competenze acquisite previa valutazione teorico pratica.
Azione A) ORIENTAMENTO E
PUBBLICITÀ;Azione B) FORMAZIONE D’AULA;Azione C) TIROCINI;
ORIENTAMENTO E PUBBLICITÀ:
Scopo di questa azione e orientare verso il progetto tutti i reparti di
rianimazione coinvolti nelle ospedalizzazioni con pubblicizzazione dei
percorsi e delle nuove competenze degli addetti. Si dovranno informare nei
dettagli tutti gli attori, sarà altresì data ampia diffusione al fine di
poter avere un’ampia richiesta per l’insegnamento dei contenuti relativi
all’azione FORMAZIONE D’AULA.Dovrà essere pubblicizzato il percorso
formativo al fine di informare tutti gli interessati a
partecipare.FORMAZIONE D’AULA contenuti:
Area motoria (32 ore): -
L’igiene e la cura della persona;- La prevenzione delle lesioni da
pressione;- La movimentazione diurna;- L’assistenza alla vita quotidiana.
Area respiratoria (32 ore):- La
respirazione assistita (elementi di base);- Gestione delle emergenze
respiratorie;- La bronco aspirazione in caso di emergenza;- Gestione
quotidiana della ventilazione meccanica invasiva.
Area nutrizionale (32 ore):- La
nutrizione artificiale (elementi di base);- Gestione delle emergenze
nutrizionali;- Nutripompe e peg;- Gestione quotidiana della nutrizione
artificiale.
Area comunicazione (32 ore):-
La comunicazione non verbale (materiali e metodi);- Utilizzo dell’ETran e di
sistemi semplici di comunicazione;- Utilizzo di sistemi complessi di
comunicazione;- Sistemi di comunicazione a puntamento oculare.
Area dimensione domiciliare (
32 ore): - Il domicilio del paziente come luogo di lavoro; - Inserimento in
ambito familiare problematiche e soluzioni; - Gestione dei rapporti
interpersonali con il caregiver familiare; - La ricerca dell’empatia e il
giusto distacco.E’ previsto un modulo sicurezza sul lavoro di 12 ore. Dovrà,
inoltre, prevedersi un ulteriore modulo, pari ad almeno 25 ore, per
l’insegnamento della lingua italiana nell’ ipotesi in cui all’intervento
formativo partecipino cittadini stranieri.TIROCINII tirocini dovranno avere
una durata di almeno 160 ore e dovranno svolgersi presso l’ambito famigliare
che ospita il malato affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica.
testo del messaggio in
PDF
pubblicazione viva la vita
U n
medico, un malato, un uomo
di Mario Melazzini
La malattia non porta via
le emozioni, i sentimenti, e fa anzi capire che l’”essere” conta più del
“fare”.
Può sembrare paradossale,
ma un corpo nudo, spogliato della sua esuberanza, mortificato nella sua
esteriorità,
fa brillare maggiormente
l’anima. Mario Melazzini
www.aisla.it
Che cos'è la SLA
La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA),
conosciuta anche come “Morbo di Lou Gehrig”,” malattia di Charcot” o
“malattia dei motoneuroni”, è una malattia neurodegenerativa progressiva che
colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo
spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria.
Esistono due gruppi di motoneuroni; il primo (primo motoneurone o
motoneurone centrale o corticale) si trova nella corteccia cerebrale e
trasporta il segnale nervoso attraverso prolungamenti che dal cervello
arrivano al midollo spinale. Il secondo (2° motoneurone o motoneurone
periferico o spinale) è invece formato da cellule nervose che trasportano il
segnale dal midollo spinale ai muscoli. La SLA è caratterizzata dal fatto
che sia il primo che il secondo motoneurone vanno incontro a degenerazione e
muoiono. La morte di queste cellule avviene gradualmente nel corso di mesi o
anche anni. In tale arco di tempo i motoneuroni rimasti, almeno in parte,
sostituiscono nelle proprie funzioni quelle distrutte.
I primi segni della malattia compaiono quando la perdita progressiva dei
motoneuroni supera la capacità di compenso dei motoneuroni superstiti fino
ad arrivare ad una progressiva paralisi, ma con risparmio delle funzioni
cognitive, sensoriali, sessuali e sfinteriali (vescicali ed intestinali).
Generalmente si ammalano di SLA individui
adulti di età superiore ai 20 anni, di entrambi i sessi, con maggiore
frequenza dopo i 50 anni.In Italia si manifestano in media tre nuovi casi di
SLA al giorno e si contano circa sei ammalati ogni 100.000 abitanti.
I sintomi iniziali della malattia
I sintomi iniziali sono talmente impercettibili che spesso sono ignorati
e variano da persona a persona; comune a tutti è la progressiva perdita di
forza che può interessare tutti i movimenti volontari. Nella maggior parte
dei casi l’indebolimento riguarda prima i muscoli delle mani o dei piedi o
delle braccia e/o delle gambe che porta generalmente a far cadere oggetti,
ad inciampare frequentemente o a compromettere semplici attività del vivere
quotidiano quali vestirsi, lavarsi od abbottonarsi vestiti.
Altre manifestazioni possono essere la difficoltà nel parlare, nel
masticare, nel deglutire.
Oltre alla debolezza, si possono avvertire rigidità (spasticità) e
contrazioni muscolari involontarie (fascicolazioni), anche dolorose (crampi
muscolari). Quando vengono coinvolti i muscoli respiratori, possono
comparire affanno dopo sforzi lievi e difficoltà nel tossire. Se prevalgono
i disturbi della parola e la difficoltà di deglutizione, si parla di SLA
bulbare (la regione bulbare del sistema nervoso è localizzata tra il
cervello e il midollo spinale). Il termine SLA bulbare indica quindi che la
malattia colpisce i motoneuroni localizzati nella regione bulbare del tronco
cerebrale che controllano i muscoli della masticazione, della deglutizione e
della parola.
Le Forme Sono
state identificate tre forme di SLA:
• Sporadica: la più comune forma di SLA, dal
90 al 95 % di tutti i casi
• Familiare: più di un caso in un unico ceppo familiare, conta un ridotto
numero di casi, dal 5 al 10 %. Nel 1993, in alcune famiglie colpite da SLA
familiare è stato accertato che la mutazione di un gene (SOD 1), può
provocare la malattia.
• Guam: un' incidenza incredibilmente alta di casi, caratterizzata dalla
associazione con sindrome demenziale e Parkinson, fu osservata negli anni
’50 sull’Isola di Guam.
Ipotesi sulle cause della SLA
Le cause della SLA sono ancora sconosciute, comunque è ormai accertato che
la SLA non è dovuta ad una singola causa; si tratta invece di una malattia
multifattoriale, determinata cioè dal concorso di più circostanze.
Le numerose ricerche in corso mirano a chiarire il ruolo di alcuni fattori.
• Eccesso di
glutammato: il glutammato è un aminoacido usato dalle cellule nervose come
segnale chimico: quando il suo tasso è elevato ne determina un’iperattività
che può risultare nociva. Tutto ciò sembra che giochi un ruolo importante
nella SLA. Il Riluzolo, unico farmaco approvato nella terapia della SLA,
agisce riducendo l’azione del glutammato.
• Predisposizione genetica
• Carenza di fattori di crescita: si tratta di sostanze, prodotte
naturalmente dal nostro organismo, che aiutano la crescita dei nervi e che
facilitano i contatti tra i motoneuroni e le cellule muscolari.
• Eccesso di anticorpi
• Fattori tossico-ambientali: esistono diversi elementi (alluminio, mercurio
o piombo) o alcuni veleni e certi pesticidi agricoli che possono danneggiare
le cellule nervose e i motoneuroni.
• Virus
Diagnosi di SLA
La SLA è una malattia molto difficile da diagnosticare. Oggi non esiste
alcun test o procedura per confermare senza alcun dubbio la diagnosi di SLA.
E’ solo attraverso un attento esame clinico, ripetuto nel tempo da parte di
un neurologo esperto, ed una serie di esami diagnostici per escludere altre
patologie che emerge la diagnosi. E’ tuttavia sempre utile, per la conferma
della diagnosi, il supporto di un secondo parere specialistico. Un
approfondito percorso diagnostico include la maggior parte, se non tutte, le
seguenti procedure:
• Esami
neurofisiologici che comprendono: elettromiografia (EMG) e la velocità di
conduzione nervosa (VCN)
• Esami del sangue e delle urine (per escludere altre malattie
infiammatorie, infettive, tumorali, tiroidee ed autoimmuni)
• Risonanza magnetica nucleare dell’encefalo e del midollo spinale
• Rachicentesi o puntura lombare
• Biopsia muscolare e/o del nervo
La Sla in genere
progredisce lentamente e la gravità può variare molto da un paziente
all’altro. Anche nelle fasi più avanzate, la malattia colpisce soltanto il
sistema motorio e risparmia tutte le altre funzioni neurologiche
La Cura Al
momento non esiste una terapia capace di guarire la SLA: l’unico farmaco
approvato è il Riluzolo, la cui assunzione può rallentare la progressione
della malattia.
Esistono anche altri farmaci per ridurre i sintomi ed ausili per migliorare
l’autonomia personale, il movimento e la comunicazione; è possibile
intervenire per evitare la denutrizione e per aiutare il paziente a
respirare.
Negli ultimi anni le ricerche si sono moltiplicate e la speranza di trovare
presto un rimedio definitivo si è fatta più concreta.
...c'è tanto da fare e non bisogna cullarsi sugli allori, il lavoro è duro,
abbiamo aperto un piccolo varco dobbiamo fare una voragine.
Sono contento per L.., oggi vengo a trovarlo.
( Salvatore Usala
- inviato via mail il 29-04-09)
Oggi L.... ha fatto
il passo della tracheotomia e prima di iniziare mi ha sorriso ed ha
scherzato serenamente con noi. Al risveglio ci ha regalato un sorriso
rassicurante Questo penso sia il risultato del messaggio di Salvatore.
Messaggio che naviga è raggiunge tante persone, pazienti, sanitari,
amministratori……ad ognuno porta un segnale di speranza e nuovi stimoli per
ricercare soluzioni migliori.
Senza avere una
profonda capacità di ascolto è difficile trasformare un pensiero in un
messaggio mediatico….in questo documento la professionalità, l’esperienza,
il cuore di Andrea hanno creato una perfetta simbiosi tra immagine e
pensiero, ognuna rinforzando l’altra ed insieme trasformandosi in un
messaggio esplosivo che vola sempre più in alto.
Ma mai fermarsi a
godere gli allori..
( Paolo Castaldi
- inviato via mail il 29-04-09)
La vita è sacra e
non credo che questo valga solo per noi cristiani, ma per chiunque abbia
senso civico e soprattutto umana sensibilità. Forse si tratta anche di
definire cosa sia la vita, vivere: solo respirare o anche relazionarsi con
gli altri, essere attivi anche e soprattutto psicologicamente? (è certo vita
quella del nostro amico Salvatore Usala che, pur malato di SLA, comunica
grazie al computer ed è persino utile con il suo esempio agli altri, sia
sani che malati).
http://www.cdsdonnecagliari.it/?Title=Testamento-biologico&PID=156
(Intervento diMaria Pia Massetti "E' per
questi motivi che non posso accettare che lo stato voglia intervenire con
tanta prepotenza in un ambito così privato e delicato come la fine della
propria vita" pubblicato)
Nelle varie discussioni in
rete ho sempre sostenuto ciò che Salvatore vivendo in prima persona
l'esperienza dice , e spero che sue parole abbiano lo stesso impatto che
hanno avuto quelle di chi invece ricorre la cultura della morte come unica
soluzione alla malattia e alla sofferenza , grazie Salvatore di questa
importante testimonianza . Ho inserito il link anche sul sito
www.disabili.com nel forum Amici perché è importante far conoscere l'altra
faccia della medaglia .
Complimenti Salvatore, le
sue parole così profonde spero possano arrivare a molti in tutto il loro
significato.
(Mamma
di Claudio dal web di Massimo Pandolfi - pubblicato il 14-07-09
)
L'amore e gli amici fanno
miracoli
Vi riporto, qui di seguito,
lo splendido messaggio che in un video un malato di Sla ha trasmesso
attraverso un sintetizzatore vocale. Il titolo del filmato (si può trovare
anche on line) è 'Chi mi ama mi segua'.
Buongiorno a tuti, mi
chiamo Salvatore Usala, felicemente spostato da quasi 34 anni, da circa 5 ho
un'amante di nome Sla, mia moglie non gradiva ma dopo ci ha fatto
l'abitudine. La malattia è una costante ricerca che accompagna l'umanità. Ho
l'onore di avere la Sla. Dico onore perchè nella vita si ha una sola
certezza, la morte, ebbene se devo morire prima o poi considero
un'esperienza umana e emotiva e di riscoperta dei valori della vita
convivere con la Sla. Non voglio dire che se domani guarisco sono scontento.
Pur essendo una malattia inguaribile non è incurabile.
Tracheotomia, mobilitazione
minima, C'è bisogno di una persona 24 ore su 24. La cura e il supporto
domiciliare e la soluzione ideale in quanto il contorno familiare è la
panacea a molti problemi che possono minare una minima qualità di vita. La
malattia mi ha tolto tanto ma non la voglia di vivere. Da circa 5 mesi ho un
comunicatore oculare che mi consente di fare quasi tutto, scrivere, parlare
e conversare, internet e posta elettronica, gestione conto corrente,
utilizzo dei programmi più comuni, ultimamente ho messo su una mailing list
SLASARDEGNA su yahoo. Lo scopo principale è di avere in rete un processo di
auto mutuo aiuto coinvolgendo tutti, malati, familiari, amici, specialisti
che si offrono per consulenze specifiche. Un altro aspetto fondamentale, il
più importante della cura della persona, sono i rapporti umani., Non esiste
cura o computer che possano sostituire il calore umano in tutte le
manifestazioni: affetto, amore, sguardi, complicità, carezze, coccole,
sguardi tenerezza e solo tutte quelle manifestazioni che solo i tuoi cari
ti possono dare. Parla del bel rapporto, umano, con medici e infermieri.
Anche ogni lora manovra, anche invasiva, è accompagnata da un sorriso.
Bisogna lavorare ancora tanto perchè un domani la voglia di vivere prevalga
sulla disperazione con un ritorno anche economico sociale di grande
rilevanza, le lungo degenze in rianimazione costano alla collettività tanto
in termini economici e riducono alla stregua di animali in gabbia i malati.
La nostra opulenta società non può non mettere in cima alle priorità
l'essere umano con la sua dignità, le sue debolezze e i suoi bisogni curando
certamente le giuste esigenze dei bilanci senza trascurare i livelli minimi
di assistenza fisica e psicologica
(Massimo
Pandolfi - pubblicato il 14-07-09)
COMUNICATO STAMPA
PROPOSTE E PROGETTI PER I MALATI DI SLA DELLA
SARDEGNA AISLA INCONTRA L’ASSESSORE ALLA SANITÀ
Il giorno 5 di giugno AISLA
Sardegna ha incontrato, con il suo Presidente e alcuni referenti,
l'Assessore regionale alla Sanità e Servizi Sociali dott. Antonio Angelo
Liori. L’Associazione AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale
Amiotrofica ) si occupa dei malati di SLA, malattia resa tristemente famosa
per l'alta percentuale di calciatori malati, nella nostra isola l'incidenza
e tripla rispetto alla media nazionale.L'incontro è stato molto positivo e
cordiale, l'assessore è stato molto disponibile e sensibile alle tematiche,
proposte dall’Aisla, anche perché essendo un medico conosce molto bene le
problematiche.
L’Assessore Liori si è impegnato da subito a riunire nuovamente la
Commissione Regionale SLA, già operativa dal Marzo 2008, per poter
affrontare insieme le tematiche relative all'applicazione delle linee guida
della patologia approvate con delibera 10/43 lo scorso mese di Febbraio, dei
problemi di disomogeneità dell'assistenza nelle varie province e
dell'indagine epidemiologica che si spera possa essere avviata a breve
termine.
Inoltre è stata esaminata
la necessità di fornire materassi antidecubito professionali per malati
allettati 24 ore, e l'assessore si è impegnato a studiare il problema e
valutare soluzioni economicamente sostenibili.
Infatti questi presidi pur
avendo dei costi notevoli, nel contempo, produrrebbero delle economie legate
alla riduzione delle piaghe da decubito oltre ad un grande sollievo per chi
soffre.
Si è passati quindi all'esame
di due progetti presentati: il primo sull'ICT per consentire una
informatizzazione precoce a chi è stata diagnosticata la SLA; questo
progetto prevede il conseguimento della patente europea del computerdando
cosi le competenze per sfruttare pienamente i comunicatori oculari che
spesso sono sottoutilizzati per carenza di conoscenza di base. Il secondo
progetto prevede un corso di 300 ore per qualificare assistenti
famigliari; questo corso, a costo decisamente modesto, prevede a regime
un risparmio per la ASL di circa 18.000 euro annui per assistito. Questa e
senz’altro un'idea rivoluzionaria perché consente di integrare l’assistenza
infermieristica con un assistente formato che risulta un punto di
riferimento fondamentale, il caregiver. Infatti quando si fa assistenza a
pazienti tracheostomizzati e indispensabile operare in due, perché qualsiasi
manovra è estremamente delicata. Sino a pochi anni fa non esisteva
alternativa al ricovero permanente in rianimazione con costi esorbitanti per
il servizio sanitario, oggi grazie alle nuove tecnologie è possibile dare
un'assistenza adeguata a domicilio, con notevoli risparmi. In questo
contesto si inserisce il nostro progetto per assistenti che tende a formare
il cosiddetto caregiver che rappresenta l'anello di congiunzione e
l'interfaccia del malato SLA con il resto degli operatori.
L’Assessore Liori si è mostrato
molto interessato e si è impegnato a valutare la fattibilità dei progetti e
ad ricercare le risorse necessarie.
AISLA Sardegna ( Associazione
Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica)
Centro Direzionale Residenza
del Sole - 09012 Capoterra Via Ischia, 4 int. 31Tel. 070/710806 Fax
070/710800 - aislasardegna@tiscali.it
Presidente: Giuseppe Lo
GiudiceReferenti:Gaetano e Paola Lo Giudice
(Salvatore
usala - inviato via mail il 09-06-09)
Si
comunica che il Presidente, in considerazione della rilevanza della
problematica sollevata, ha disposto la trasmissione della Sua mail alla
Commissione parlamentare competente, affinché i deputati che ne fanno parte
possano prenderne visione ed assumere le iniziative che ritengano opportune.
Con i migliori saluti.
(Gianfranco
Fini- Presidente Camera dei Deputati - inviato via mail il 03-06-09)
Carissimo Presidente in questo periodo si parla molto di fine vita e
testamento biologico soprattutto dopo la morte di Eluana Englaro, io non
voglio certamente entrare nel merito,vorrei dirLe che io sono malato di
sclerosi laterale amiotrofica detta comunemente SLA e ho una gran voglia di
vivere. Io Le chiedo cortesemente di visionare il video al link sottostante,
e se riterrà opportuno interessare le istituzioni preposte al fine che
prendano coscienza del problema ed evitino nuovi casi Welbi e Nuvoli. Molti
malati aspettano da un anno l'approvazione dei nuovi Livelli Essenziali di
Assistenza con relativo nomenclatore tariffario, la conferenza stato regioni
procede lentamente e molti malati sono abbandonati insieme alle rispettive
famiglie. Certo della sua sensibilità attendo un suo parere.
(Salvatore
- inviato via mail il 01-04-09)
Circ. n. 260 Oggetto:
Una lezione di vita.
Si allega alla presente una
nota che, nei tempi e nei modi che i docenti decideranno nella loro “libertà
di insegnamento” può costituire un utile spunto di riflessione e dibattito
nelle classi.
(Aldo
Cannas
- dirigente scolastico Liceo Alberti Cagliari- inviato via mail il 01-05-09)
Questa notte, dopo aver
visto il video, andrò a dormire con una sola convinzione: cambiare me stesso
da subito, da domani… Salvatore, sei un grande!!! Carlo
(Carlo
- inviato via mail il 30-04-09)
...il Presidente della
Repubblica... mi incarica di trasmettere al Signor Salvatore Usala il suo
incoraggiamento e la Sua ammirazione per la maniera coraggiosa con cui sta
affrontando la difficile prova che la vita gli ha messo di fronte.
Ai più cordiali saluti del
Presidente Napolitano unisco con piacere i miei personali Carlo Guelfi
(Giorgio
Napolitano Presidente della Repubblica - inviato via
posta il
23-04-09)
(Carlo
Guelfi Direttore Uff Segr del Presidente della Repubblica
- inviato via posta il 23-04-09)
il messaggio del
Presidente della Repubblica
..rispondo alla Sua lettera
con la quale Ella richiama l'attenzione del Presidente della Repubblica
sulla problematica relativa sulla problematica relativa all'approvazione dei
nuovi livelli di assistenza,
Al riguardo, posso darLe
assicurazione che, da parte di questo Ufficio, si è provveduto a sottoporre
la Sua istanza al Minsitero del Lavoro, della Salute e delle politiche
sociali, per un approfondito esame
(Luigi delli Paoli
Segretriato Genereale della Presidenza della Repubblica
- inviato via posta il 21-04-09)
la risposta degli
Uffici di Presidenza
...Salvatore Usala è stato
per moltissimi anni uno dei collaboratori più preziosi del Liceo Siotto.
Sarebbe impossibile riassumere qui tutti i suoi meriti ma basti dire che
senza il suo impegno e le sue competenze il Liceo non avrebbe oggi la sua
infrastruttura tecnologica (la rete e i laboratori informatici e i
laboratori linguistici) e non avrebbe visto la grande attività progettuale
che lo ha caratterizzato in tutti questi anni, dalle certificazioni
informatiche dell'ECDL ai progetti legati alle certificazioni linguistiche
ad altre innumerevoli attività alle quali ha sempre dato un contributo
fondamentale. E' stato anche un insuperabile rappresentante sindacale.
Da qualche tempo le sue
condizioni di salute non gli permettono più di essere qui con noi a scuola
ma la sua attività prosegue con grandi risultati su un altro fronte, quello
della sensibilizzazione sui problemi dell'assistenza e della cura per gravi
patologie. Questa attività lo ha portato ad essere uno dei principali
animatori di gruppi di discussione relativi alla patologia che lo ha
colpito (la sclerosi laterale amiotrofica SLA) e a partecipare, anche con un
contributo video ad un importante convegno sull'Umanizzazione
nell'assistenza e nella cura ospedaliera tenutosi nel marzo del 2009.
Potete seguire la sua
attività sul web a partire dal sito che riporta i suoi contributi video e
i collegamenti ai gruppi di discussione che gestisce.
...per prima cosa un
grazie, veramente sentito, della bella sorpresa che ci - mi, hai fatto. Non
solo un messaggio importante, ma sopratutto il piacere di rivederti, e di
poter pure scriverti, per salutarti, per ringraziarti, per esprimere un
apprezzamento alla tua iniziativa, che ha in se un alto valore, ma
sopratutto per il suo contenuto...
(Carlo - inviato via mail il
20-04-09)
...
sono Ignazio Onnis dell ' Uff. Handicap della C.G.I.L. Provinciale e amico
del Rianimatore che citi e vediamo nel filmato Paolo Castaldi . Ho visto con
molta attenzione il video... lo trovato molto autentico , forte e non
aggressivo e senza la necessità di forzare le emozioni , per questo molto
dignitoso. Oltre che risultare istruttivo per tutte una serie di
informazioni e descrizioni . Credo che le poche ( ma intense ) righe scritte
e quei 10 minuti di video possano dimostrare con molta evidenza che pur
trovandoti di fronte a limitazioni dal punto di vista fisico , si può essere
sempre ( se uno lo vuole con tutta la sua forza ) al di là di tutto e di
tutti, protagonisti della propria vita riuscendo con la tua personalità ha
influenzare e indicare il giusto approccio, che si può ottenere in una
relazione che vuoi vivere alla pari, dal punto di vista del rispetto,
correttezza e onesta culturale. Il tutto non si potrebbe realizzare se noi
non riusciamo ad aprire il nostro cuore agli altri. La vita per me è non
solo un atto di gran coraggio, ma sopra tutto " un grande atto d'Amore ". E
tu puoi viaggiare fiero, perché questi valori li stai vivendo tutti e in
pieno. Non solo... le fai risvegliare anche alle persone che entrano in
contatto con te ( compreso il sottoscritto ) . Ti volevo informare che anche
io ho i miei casini ( anche se la vita mi ha insegnato ad affrontarli ,
sempre e tutti i giorni ) , sono stato raggiunto dalla Poliomielite all' età
di 16 mesi ( i primi passi ) nel lontano 1955 . Oggi ho 54 anni , viaggio in
carrozzella . Anche io ogni giorno mi tocca la mia giornatina, che sembra
sempre di più ha una corsa ad ostacoli... dalla lotta del Popolo Sardo per
l' indipendenza dell' allora Regno dei Piemontesi e per la libertà .
Il
bene più alto x cui lottare.
(Ignazio
- inviato via mail il
20-04-09)
... Complimenti
vivissimi Salvatore per l’iniziativa e per il messaggio intriso di realismo,
speranza, serenità e voglia di lottare.
Io sono molto più
giovane, classe 1973, ma più o meno mi trovo nelle tue stesse condizioni,
tracheo + peg, e ti ammiro.
Ti auguro il meglio.
Hasta la victoria Siempre.
(Omar
- inviato via mail il 19-04-09)
... il tuo bagaglio culturale
ed umano non poteva andare perduto, che dirti oltre il semplice continua...
sei un grande
(Antoniano
- inviato via mail il 18-04-09)
...abito in un piccolo
paesino del centro Sardegna, sono iscritta a facebook e per caso mi sono
iscritta ad un gruppo “SLA non paralizziamo la ricerca”, cosi un mio amico
mi ha inviato un video, il tuo “chi mi ama mi segua on line”
ti ringrazio perché mi hai
fatto davvero sentire un imbecille, mi hai dato una lezione che non scorderò
facilmente…..spero che il tuo messaggio arrivi nei cuori induriti di chi
blocca la ricerca sulle staminali, una ricerca preziosa per la tua e per
tante altre malattie.
( Manuela
- inviato via mail il 16-04-09)
...ho
visto poco fa il tuo video; confesso, avevo voglia di stoppare poco dopo
l'inizio ma... mano a mano che ascoltavo le tue parole ho capito che
l'ultima cosa che volevi far emergere è proprio la pena... al primo posto
viene la voglia di combattere e far capire a tutti che la vita va vissuta
anche così...io sono abruzzese e come ben saprai il terremoto ha
sconquassato la mia regione; io abito sulla costa e sento solo da lontano le
scosse, ma vedo tanta gente che è ospite nei nostri alberghi, campeggi, case
a cui non è rimasto quasi niente, senza pensare a quelle famiglie che hanno
avuto perdite importanti di vite umane. Eppure sia dalle interviste, sia dai
dialoghi che si possono ascoltare passando davanti a loro, c'è la voglia di
andare avanti, ricominciare a lavorare, andare a scuola. Nessuno può
immedesimarsi nelle persone che soffrono ma se da queste persone, come
d'altro canto da te, viene un messaggio di passione per la vita, ognuno di
noi si sentirà più forte..io non so come possa esserti di aiuto; se vuoi ti
racconto del mio paese, dei viaggi...
( Patrizia
- inviato via mail il
16-04-09)
...voglio che Tu sappia
che hai realizzato un' opera, non mi viene altro termine, davvero
importante che entra nella coscienza delle persone che la ricevono, io
stesso la ho inviata a tutti i recapiti presenti nella rubrica del mio
computer e Ti ho anche inviato una mail attraverso il server che diffonde
il video. Vorrei farti saper che insieme a vari compagni e compagne della
CGIL stiamo lavorando alla costruzione di più forme di diffusione del tuo
messaggio... Voglio che Tu sappia che la CGIL è orgogliosa di quello che
stai facendo, è una vera lezione di vita.
( Enzo Costa segretario
generale CGIL Sardegna
- inviato via mail il
15-04-09)
...un
argomento particolare che vede coinvolto un nostro compagno il quale non
solo è stato per tanti anni Dirigente Sindacale della FLC ma è stato fino a
poco tempo fa RSU del Liceo Siotto di Cagliari, Salvatore sta affrontando
una nuova e diversa battaglia ....stavolta l'avversario/controparte si
chiama SLA, la fa alla sua maniera..in modo particolare e speciale che
merita la tua attenzione e
soprattutto sensibilità...ti chiedo di diffondere quanto allegato e
soprattutto collegati al link che troverai a fine pagina dello
stesso...e...assisterai ad una "lezione" speciale...che Tore da a tutti noi.
comunicato
(Efisia Fronteddu
segretaria
provinciale FLC CGIL
Tiziana Pinna
segreteria FLC
CGIL
- inviato via mail il 15-04-09)
...ti ho
visto finalmente.... un pò con le lacrime agli occhi.... perchè dovrei
mentire?... mmmm... la faccia furba e sorniona ce l'hai sempre.... e mi pare
dalle cose che dici... che vuoi vincere come sempre la partita... sono
molto d'accordo con le cose che dici.... ma soprattutto come le dici....ti
ho sempre conosciuto come uno che sapeva di politica e di umanità.... ti
ritrovo tutto intero.... hai il gusto dei diritti e della solidarietà...
forse riesci ad insegnarmi qualcosa....
(Peppino Loddo
segretario regionale FLC
CGIL - inviato via mail il 15-04-09)
…non avevamo dubbi sul
tuo “CARATTERE”…che credimi non puoi immaginare quanto ci manchi
...insomma manco il
tempo per respirare…poi arriva questa tua mail e carissimo amico ...ci
rendiamo conto che le priorità andrebbero riviste…tu come al solito quando
parli…o scrivi…lasci il segno…questa tua seconda vita al pari della prima
la stai vivendo in modo speciale e particolare…siamo onorate della tua
richiesta e gireremo e diffonderemo i tuoi video…ai nostri quadri e RSU..(per
quanto mi riguarda lo pubblicherò su facebook… “già contagiata da questo
virus che comunque per molti versi ha la sua utilità”)…Ora
per allietare le tue giornate ti mando alcune foto e video delle nostre
manifestazioni…sei autorizzato a commentarle alla tua maniera...
Tiziana Pinna
segreteria FLC CGIL - inviato via mail il
15-04-09)
..il video è veramente
bello e toccante nel senso più vero , perchè fa pensare e di questi tempi
qualcosa che fa pensare è preziosa. Ti ho trovato bene, sempre grintoso e un
pò ironico a dispetto di quest'amante che ti si è installata a casa !!
(Lady
- inviato via mail il 04-04-09)
...spero che il tutto porti anche a
risultati concreti sopratutto in termini di maggiore autostima da parte di
malati e famigliari, se
viene anche qualche risultato pratico tanto di guadagnato...
(Salvatore
- inviato via mail il
01-04-09)
...sei davvero eccezionale! Sei riuscito ad esprimere in maniera
estremamente chiara e coinvolgente il tuo messaggio:
nella vita si cambia, volenti o no, l'importante è riuscire ad affrontare le
situazioni, per quanto drammatiche possano sembrarci,
con serenità ed equilibrio, senza lasciarsi andare allo sconforto. Tutte cose facili a
dirsi ma difficili a farsi senza una grande forza morale
che tu, caro Tore, senza dubbio possiedi. Complimenti vivissimi anche per le tue
doti dialettiche, che non sospettavo e
in questo contesto sono quasi essenziali, giacché a quanto pare stai diventando un personaggio pubblico di tutto rispetto. Complimenti vivissimi anche a Josì che ti fa "da spalla" in modo eccellente, e grazie per averci saputo trasmettere un po' della tua forza, di cui abbiamo davvero bisogno...
(Roberta e Roberto
- inviato via mail il 01-04-09)
ci sono esempi
importanti di come vivere la malattia utilizzando il mondo del web
...ho visto il video...
e mi
ha
trasmesso forza, una forza incredibile.
Quando ho finito
di vedere ed ascoltare son rimasta colpita dalla chiarezza e la passione con cui
riesci a raccontare tutto e a raccontarti...
(Lucia
- inviato via mail il
01-04-09)
...vorrei trovare parole che non conosco
per poter esprimere quello che ho provato nel vedere il filmato. ...hai una
rara dote che è quella di trasformare le cose delle vita (anche le più
difficili) in straordinarie avventure e di riuscire sempre ad indicare a noi
tutti una strada non solo sconosciuta ma nemmeno mai immaginata. Sono
davvero felice di averti conosciuto...di continuare ogni giorno ad
apprendere da te un modo diverso di affrontare la vita, con gioia e
generosità e con un'infinita determinazione...
(Enrica - inviato via mail il 01-04-09)
...il
video è molto bello ma soprattutto è il testo che è eccezionale... stai facendo davvero un gran bel lavoro, come al solito.
Complimenti anche per il forum. Vederti sempre in grande attività mi ha
fatto venire in mente quanto ci manchi a
scuola... ci sarebbe un grande bisogno di qualche "raddrizzata" da parte
tua.
(Alessandro
- inviato via mail il
01-04-09)
...trasmette un messaggio di serenità e di
dignità. Quando la tecnologia è strumento di "collegamento" che abbatte
l'"isolamento" è una meraviglia. In questo senso ho constatato che sei
collegato ed interagisci con il "mondo"! Facendo il sindaco non sempre si
riesce a rispondere positivamente ai bisogni che pongono i cittadini.
( Marco Sini Sindaco di Monserrato - inviato via mail il 31-03-09)
...ho avuto modo di vedere il tuo video, al computer e a RAI 3,davvero
coinvolgente e privo di facile pietismo.
Ancora una volta mi ha colpito la forza d’animo tua e dei tuoi familiari,in
primis di tua moglie. ...confermo
la mia disponibilità ad un incontro con la vostra Associazione .
(
Ninni Murru
-
Direttore Generale AOU Cagliari - inviato via mail il
31-03-09)
...ho
visti il video e il servizio trasmesso al tg3, ho visto anche il manifesto
del "che" sullo sfondo durante le riprese filmate, il tuo
carattere di combattente lo ricorda molto, così come la generosità verso il
prossimo seppure
in una situazione tanto disagiata, hasta la vista...
( Migheli Giacomo (Mino)
Segretario Filcem cgli -
inviato via mail il 31-03-09)
...se non vi conoscessi stenterei a credere a questa drammatica e bella
storia, in cui solidarietà, affetto, capacità professionali e umane,
progresso tecnologico, consentono il superamento dall'isolamento e danno
voce a chi ha ancora tanto da insegnare e
contribuiscono a creare un equilibrio "perfetto" che aiuta ammalati e non ,
a rafforzare la fiducia nei valori della convivenza umana e
nelle istituzioni, che là dove funzionano diventano simboli di civiltà...
non finirai mai sorprendermi
( Donatella
- inviato via mail il 31-03-09)
...sei
riuscito a diventare il grande campione che forse volevi essere da ragazzo
nei campi di calcio, anche se
adesso lo fai senza le scarpette, ma con le parole segni tanti goal nel
cuore di tutti e tutto lo stadio ti applaude. Meriti la
coppa dei campioni del mondo!
( Anna
- inviato via mail il
31-03-09)
...abbiamo appena visto il servizio del
TG3 Sardegna. Ha un impatto molto forte e sensibilizzante, anche per
noi che avevamo già visto il tuo bellissimo video. Lo gireremo il più
possibile, anche perché le tue immagini e le tue parole sono un esempio di
grande forza, e ci sentiamo orgogliosi di avere due amici come te e josì...
P.S. Avevate ragione il dr. Paolo Castaldi è davvero molto in gamba
(Goni e Valerio - inviato via mail il 31-03-09)
...vedere il tuo video e' stata una
fortuna per me ... non sai quanto coraggio infonda... e potrà essere di
aiuto a mio padre che non vuole più di tanto tentare di usare il
comunicatore vocale... Grazie a Dio che ci siete... Nel mio piccolo ,gia' da
un po' di tempo tengo informati ,invio copie dei siti , copie delle
discussioni attive del Forum , a chi interessa e non a tutti purtroppo. Chi
non vive questa esperienza della Sla di fatto, non e' in grado di
comprendere e ho imparato a non colpevolizzare nessuno per questa mancanza.
( Emanuela - inviato via mail il 31-03-09)
...sei
una persona stupenda , il coraggio e la serenità che hai per combattere
questa terribile malattia ti rende speciale...
(Paola
- inviato via mail il
31-03-09)
...il
video è bellissimo, mostri una forza d'animo e una
serenità poco comuni anche nelle persone per cosi dette sane...
(Albertina
- inviato via mail il
31-03-09)
...un grande esempio di coraggio e dignità
per tutti. Sono orgoglioso di te e di conoscere una persona meravigliosa...
(Giorgio - inviato via mail il 31-03-09)
...sei semplicemente fantastico; sono sicuro che nessun altro, nelle tue
condizioni, saprebbe esprimere frasi migliori e
suscitare le emozioni che si provano guardando il video;
per me rimani il mio punto di riferimento per ogni cosa e mi sento fortunato
di essere tuo amico.
( Salvatore
- inviato via mail il
31-03-09)
Grande Tore! Il tuo video è bellissimo,
lontano da vittimismi facili o sottintese accuse a chi non vive e non può
capire i tuoi problemi. Ha in te una forza ed una dignità che onorandoti
aiutano sia quanti vivono una condizione simile alla tua, offrendogli una
dimensione umana e civile in cui riconoscersi, sia gli altri, che confusi
nell'informazione si fanno interpreti di uno sterile e dannoso pietismo in
linea con l'immagine che viene propagandata in genere dei disabili. Le tue
parole esprimono nella loro semplicità un inno alla vita, che probabilmente
tu stesso, in tempi non lontani, non sospettavi di poter manifestare. Quello
che per noi appare un mistero: il valore della vita in assoluto, solitamente
rappresentato nei romanzi o nei films, è per te un'esperienza reale di cui
hai colto il significato. A noi ingrati e superficiali verso la vita, che
consideriamo come una proprietà acquisita e non ci sfiora l'idea di doverci
misurare, un domani, con il venir meno della nostra autonomia, il tuo
video ci invita a riflettere e ci fa sentire piccoli. Non solo per la
profondità del tuo messaggio, ma anche per le tue capacità e volontà
nell'uso della tecnologia, fuori dal comune anche tra chi gode della
padronanza del proprio corpo. E' stato un piacere vederti al telegiornale,
non sei affatto debole per esserti fatto spazio tra i poteri forti
dell'informazione!...
(Gabriele - inviato via mail il 31-03-09)
Servizio su TGR
Edizione Sardegna
Inaugurazione Rianimazione
P.O.
Marino di Cagliari
a cura di Incoronata
Boccia
riprese Giuseppe
Passoni
montaggio M. Lodi Rizzini
Umanizzazione nell'assistenza
e nella cura ospedaliera
l'esperienza
di Salvatore Usala
a cura di Nicoletta
Pisano
riprese Giuseppe
Passoni
e W. Simeone
montaggio Sauro Satta
...Per Mara (figlia
di Salvatore) ...
un padre determinato, coraggioso, curioso, con un animo ricco di percorsi
interiori, con un cuore tenero sotto la corazza; una madre gentile, capace di stare un passo dietro, ma altrettanto reattiva,
pronta a passare in prima fila
per difendere il suo territorio con costanza e calore. Loro sono la tua
ricchezza e tu ne vai fiera...le
emozioni più forti... il sorriso sincero di tuo padre, lo sguardo profondo
di una donna che potrebbe incantare con mille racconti,
l’aspetto piacevole e sano di un uomo che la malattia vorrebbe devastato nel
corpo.
Tutto questo è un mondo nel mondo, il mondo che vorremmo, quello che grazie
all’amore è costruito sulla roccia,
resiste controvento, dona protezione e ti fa sentire a casa. Un mondo nel
mondo che innalza la mente e
ti fa viaggiare anche se stai fermo, insegnare anche se non hai voce, volare
anche se non hai ali...
(Monica
per Mara - inviato via mail il
30-03-09)
... è molto coinvolgente e rende
perfettamente l'idea di ciò che la malattia comporta, vorrei farlo vedere a
tutti coloro i quali non credono che esistano persone in grado di affrontare
una situazione del genere con tanta forza e determinazione. In realtà
neanche io pensavo fosse possibile, ma con il passare del tempo e sopratutto
grazie a voi mi sono ricreduta. Mi ha colpito molto il tuo sguardo, allo
stesso tempo sereno e combattivo, e il sorriso dolce e innamorato di tua
moglie...
(Valeria - inviato via mail il 30-03-09)
...grazie di questo bellissimo video. Le
vorrei chiedere di inviarmi il dvd per poterlo proiettare in un seminario...
sarà sicuramente utile per far capire come la serenità nelle cure e un
comunicatore possono cambiare la vita... penso che questo video possa dire
più di molte parole... La ringrazio moltissimo e saluto con grande
emozione Lei e Sua moglie
...con
Youtube finalmente, oltre alla tua voce, sono riuscito a vedere anche le
immagini! È stata una testimonianza da BRIVIDOOOOOO! Le parole: efficaci e
'adatte'! Il tuo bel faccione: l'emblema della speranza! Il tuo sguardo: è
il simbolo della speranza! TU poi sei stupendo e trasmetti serenità, forza e
sei splendente più del sole! GRANDE TORE! Quasi quasi mi hai convinto a fare
la tracheo...:-)
( Luka
- inviato su yahoogroups il
28-03-09)
...grazie per questa testimonianza, temo che non riuscirò mai ad essere forte
come te ma altri
attingeranno linfa nuova da questo video
( Gian
-
inviato su yahoogroups il 28-03-09)
...il
tuo video è splendido, la tua forza è titanica, il tuo sorriso è
meraviglioso...
( Cristina
-
inviato su yahoogroups il 28-03-09)
... il tuo esempio aiuta a combattere...
( Carla
-
inviato su yahoogroups il 28-03-09)
...sto vivendo un
momento particolare e le tue parole danno forza.Come si fa a non amare una
persona come te e allora...bisogna seguirti...
( Leo
-
inviato su yahoogroups il 28-03-09)
...ti dobbiamo
dire soltanto grazie, grazie per questa lezione di grande umanità.
( Guido
-
inviato su yahoogroups il 28-03-09)
...la tua serenita' e
le tue parole ci danno tanta forza...
( Ciro
- inviato su yahoogroups il 28-03-09)
...cosa dire ... se non che sei una delle
persone più straordinarie che conosciamo.... sei
grande un bacio a te e Josy ...
( Pa e Miki
- inviato via mail il
29-03-09 )
...complimenti per la sua energia e grazie per aver partecipato con noi
qualcosa di suo...
( Meridia
- inviato via mail il 29-03-09 )
...sono un ammalato di SLA nelle tue stesse condizioni e non mi sento
affatto escluso dalla vita. Mi
complimento per il tuo video, lo trovo molto ben fatto e molto
esplicativo.BRAVO.!!!!
( Giorgio
- inviato via mail il
29-03-09 )
...grazie x il tuo coraggio e x l'esempio che ci dai...
(Angela
- inviato via mail il
29-03-09 )
La
frase "bisogna adeguare il decadimento fisico rafforzando quello
psicologico" la
trovo emblematica nella definizione della malattia. Il certosino che hai con
te è splendido!!!
(Luigi
- inviato via mail il 29-03-09
)
Sei stato
molto efficace ed emozionante, sei riuscito a trasmettere una grande forza
mista a una grande serenità, oserei
dire dolcezza (l' avevo sempre intuita dietro la scorza di "sirboncino").
(G&G
- inviato via mail il
29-03-09 )
...sono senza parole, hai fatto un qualcosa di meraviglioso, penso che tu
sia una persona speciale e con una forza
inquantificabile, saresti come esempio per molte persone e per qualcuno che
pensa di governare ma
non sa minimamente cosa vuol dire trovarsi in difficoltà...
(Riccardo
- inviato via mail il 29-03-09
)
...Il video ha un forte impatto comunicativo.
Testimonia una forza d’animo invidiabile, intensa spiritualità, profonda
dignità. È un razionale invito alla riflessione sui temi
della solidarietà e dell’impegno istituzionale -nonché privato- nell’ambito
della malattia e delle sue devastanti implicazioni. Le tue
riflessioni ci riconducono ai valori più importanti ed essenziali: quelli umani depurati dal superfluo e
dall’effimero che, talvolta, ci sopraffanno.
(Gian Franco
- inviato via mail il 29-03-09
)
...una grande giornata...
(messaggio
inviato al personale medico e agli operatori sanitari della Rianimazione
P.O. Marino Cagliari) il
Prof. Salvatore Usala e il sottoscritto hanno tenuto insieme una relazione
sull’umanizzazione delle cure...
Emerge il lavoro che quotidianamente svolgete con passione e dedizione.
( Paolo Castaldi
- inviato via mail il 27-03-09)
...non ho parole,...
trasmette molto sentimento!!
( Silvia
- inviato via mail il 27-03-09)
...molto
bello. Complimenti!
(
Antonio
- inviato via mail il 27-03-09)
Tore il
tuo video è bellissimo! Complimenti per la bella famiglia.!
( Anonimo
- inviato su google video
il 27-03-09)
E’
il miglior contributo sulla SLA che abbia mai visto e per me è un onore
avere la tua “virtuale” amicizia.
...rispecchia esattamente il mio e nostro pensiero di associazione... sei
riuscito a distoglierci da Saviano
che ci aveva incollato davanti alla televisione!...
(Simonetta Tortona
webmaster
www.wlavita.org
- inviato via mail il
25-03-09)
( Mauro Pichezzi
Presidente Viva la Vita
Onlus - inviato via mail il
25-03-09)
..è bellissimo...mi piacerebbe oltre che metterlo sul sito AISLA
diffonderlo...
( Mario Melazzini
Presidente AISLA
- inviato via e-mail il 25-03-09)
...il messaggio che lancia attraverso il video è importante per i contenuti
e per la sua innata capacità di comunicare,
per come ha deciso di cavalcare la malattia.
Aiuterà tante persone che non hanno la sua capacità e che vengono travolti
dagli eventi.
Servirà anche a smuovere chi decide sui servizi offerti ai cittadini.